Metallimiti (puntata LVII)
Tifone

La Grande madre Terra decise un bel giorno di vendicarsi dell'eccidio dei Giganti (uccisi dopo essersi rivoltati agli dei dell'Olimpo e a Zeus per il confìno nel Tartaro dei loro fratelli Titani). Cosa escogita la Madre Terra? Innanzitutto va dal signor Tartaro nella sua immensa grotta in Cilicia e lì si fa ingravidare dal signore notturno. Facile per la madre terra... fa vedere sotto alla gonnella fatta di fronde d'albero sempreverde l'apertura verso un antro che porta direttamente alle viscere della stessa, roba che Verne si è dovuto sciroppare chili di stupefacenti per penetrarci dentro e Tartaro che pur sempre masculo era alla vista di quell'apertura non se lo fa ripetere due ma nemmeno una volta e entra e semina con tutto il suo vigore.
Il raccolto della semina, mesi dopo: il figlio più giovane di madre Terra, ovvero il mostruoso
Tifone.
L'essere più grande che abbia mai visto la luce del sole: certo le forme lasciavano a desiderare, dalle cosce in giù un ammasso aggrovigliato di serpenti che nemmeno la testa di Medusa. Le braccia che, allargate, misuravano circa cento leghe ciascuna, al posto delle mani avevano non si sa bene quante teste di serpenti affamati. Con la testa poteva toccare le stelle nel firmamento e va detto che non aveva una testa qualunque, il ragazzo ma una testona d'asino. Era anche alato, il nostro e quando le spiegava le due alucce potevano oscurare persino il dio sole. Last but not least, dagli occhi era un simil Caròn... Usciva bragia. e dalla bocca vomitava, quando incazzato, pietre rocce infuocate.
Madre terra aveva scelto un bel soggetto, con cui accoppiarsi, per generar simil vendetta, nulla da eccepire, no? Vendetta sulla quale aveva ben istruito il giovane
Tifone (nomen omen?).
E quindi, il nostro in preda ad una delirante incazzatura, parte verso l'Olimpo per vendicare quella cara "donna" di mammà!
Quando gli olimpionici lo intravidero da lontano, sputar fuoco, arrivare praticamente con poche falcate, su in cima al sacromonte, cominciarono a darsela a gambe e a fuggire facendo le divin valigie in 4+4 tre secondi tanta era la paura che generava la visione di cotal mostro (e dire che gli dei ai mostri erano abituati).
Nemmeno a farlo apposta fuggono tutti in Egitto* e là si "travestono/trasformano, ognuno in una bestia differente:
*PorcoZeus=ariete
Apollo=corvo
Dioniso=capra
Era=muccavacca bianca
Artemide=gatto
Afrodite=pesce
Ares=Cinghiale
Ermes=Ibis
L'unica che non si spostò dal sacromonte fu Atena, la vergine bionica e guerriera, come ti puoi sbagliare? Che non solo rimane a difender la sua casa ma si infuria come un'anguilla e fa arrivare le sue grida di rimprovero, per la codardìa dimostrata, fino al padre Zeus-arietizzato.
E deve essersi incazzata parecchio perché, ad un certo punto, Zeus smette di nascondersi sotto al manto peloso dell'ovino e, riprese le sue gigantesche sembianze, con tutta la potenza divina che ha in corpo scaglia una delle sue incredibili saette contro quel Bischero di un Tifone e subito appresso quel falcetto che tanto gli fu utile per tagliar gli zebedei al genitore
Urano.
Ciàpa chì! - gli gridò contro -
Tifone, ferito e dolorante se la diede a gambe e si rifugiò, sanguinando copiosamente, su un monte a nord della Siria, il monte Casio.
Che Casio di rifugio mi sono andato a cercare? - Grida il mostro, alla vista del nemico.
Il grande Zeus seguendo gli sgocciolamenti lo sguì e raggiunse sulla montagna e lì, si affrontarono senza
"senza esclusione di colpi".
Ferito e quindi ancor di più collerico erabbioso, Tifone si scaglia sul padre degli dei con la forza della disperazione e, dopo averlo imbrigliato e avvolto con le sue braccia da cento leghe serpodotate, gli strappa via il ferale falcetto e...
ZAKKKKKK! - Tranquilli, sarà ancora e per sempre il nostro PorcoZeus - gli taglia i tendini di mani e piedi e avendolo messo KO lo trascina di forza, sanguinante e sgocciolante, così come si era pria trascinato lui, nella sua caverna di Coricia, in Cilicia, dove almeno riuscì a cambiarsi la camicia.
Il mondo è piccolo, lo era anche ai tempi olimpionici e la notizia di Zeus stendinato (o steso, come vi pare) giunse in vetta all'olimpo nemmeno Ares fosse stato lì, presente. Gli dei tutti ne rimasero sconvolti e attoniti. Subito Ermes e Pan, sprezzanti del pericolo andarono dal loro padre e cercarono di sistemarlo ALLA "bene e meglio" che poterono.
Dovete sapere, anzi lo sapete già, che Zeus era immortale e che dunque nessuno temeva per un eventuale funerale o vedovanza di Era o "orfanaggine" dei milioni di pargoli, dei olimpici compresi, sparsi per il mondo ma... Senza tendini e con una forte tendinite il povero dio maximo era costretto all'immobilità più immobile.
Dovete anche sapere che Tifone aveva raccolto tutti i divini tendini e li aveva nascosti in una pelle d'orso la quale era stata messa sotto la stretta sorveglianza di quel mostro di sua sorella
Delfine, una specie di donna dalla coda di serpente, famelica e violenta come suo fratello... se non di più.
Erme e Pan che avevano capito, planando verso la grotta, che in quella specie di valigia pelosa Delfine nascondeva qualcosa di prezioso escogitarono un piano d'attacco:
plana prima il dio caprino che, lanciando un urlo bestiale e dico poco terrorizza sua mostruosità Delfine, il tanto che basta a distrarla e fare in modo che, repentino, il fratello alato, ratto e quatto sottraesse la pelle d'orso alla guardia della mostressa che rimase con un palmo di naso.
Subito dopo i due dei raggiungono il padre steso su un giaciglio umido, in preda a dolori lancinanti che nemmeno quando gli era nata la figlia dal capo aveva avuto.
Estraggono i tendini e cercando di non mischiare quelli delle braccia con quelli delle gambe onde evitare l'effetto pupo siciliano in futuro, li ripongono nelle membra paterne, il quale dopo pochi minuti riacquista le forze ed è pronto per tornare a casa, accompagnato dai suoi salvatori, su un carro regale trainato da una pariglia o forse due, di cavalli alati.
E Tifone? Qualcuno tifa per lui?Dopo poche ore, il nostro Zeus, avendo fatto un lauto pasto, un bagno rigenerante 12/13 zummate con ancelle e fanciulle varie, appena un poco claudicante, tornò come nuovo: e subito volle risalire sul carro alato per andar a cercar quell'infido macellaio.
Durante il tragitto scagliava folgori a destra e manca. - "Prima o poi lo becco" - pensava. E intanto incendi si propagavano per tutta l'attica, fino in Sicilia, allora Trinacria e Calabria allora Punta Stivalis. Tutti a dare la colpa a tutti per quel fuoco che distruggeva tutto ma nessuno capì mai chi realmente fosse il colpevole (chissà se nell'estate 2007 si è verificata una cosa simile?).
Tifone intanto i era rifugiato sul monte Nisa e lì, le Moire (altri tipi che è meglio perderli che trovarli) gli avevano fatto dono
di certi frutti che, a sentir le tre megere gli avrebbero fatto tornare le forze in breve tempo. In realtà, mangiandoli sarebbe andato contro a sicura dipartita. Dal Nisa giunse al monte Emo, in Tracia dove accatastò diverse rocce e massi giganteschi in modo da farli rotolare, tentando di investirlo, verso Zeus che si stava avvicinando sempre di più verso di lui. Ma Zeus mica è Zeus così, solo per fotter fanciulle e ingravidare tutto quello che trova dinanzi a lui, veh? Zeus si fece scudo lanciando una raffica di saette con tanto di tuono che tutti i massi e rocce non poterono far altro che rimbalzare di nuovo verso il loro "lanciatore", ferendolo quasi a morte.
Gli ettolitri di sangue che sgorgarono dalle ferite di Tifone crearono dei veri e propri fiumi rossi e fu proprio da lì che il monte Emo prese il suo nome, prima era sconosciuto, un po' come i Tokio Hotel e simili. invece sabato scorso, durante l'inaugurazione di un negozio di informatica un gruppetto di adolescenti, maschifemmineamboternoequant'altro, tutti EMOciati e bianchicci, coi jeans calati fin dove il pudore glielo consente, cinture con borchie metalliche (che gli invidiavo molto, lo ammetto) e capelli che coprono ogni visuale possibile, lasciando allo sguardo una visibilità normale, consentita solamente dallo spostamento manuale delle tendine tricotiche.
Transeat.
io indossavo a 16 anni, le giacche di mio padre (che mi arrivavano al ginocchio) e a volte anche i suoi maglioni le cui maniche coprivano abbondantemente le mie mani, tanto che una volta, durante un'interrogazione la prof di Lingue mi disse: "Manfredi, le sono cadute le braccia o ha intenzione di farle cadere a me, con questo "strange look", stamattina"?
Tifone?
Semi dissanguato ed esangue riuscì a trascinarsi fino in Sicilia ma lì, Zeus vendicativo, pose fine ai suoi giorni, in maniera definitiva:
Ad un certo punto il nostro sollevò il monte Etna e lo scagliò con tutte le forze, nonostante i tendini rialalcciati gli facessero ancora male, contro il mostro fino a schiacciarlo. Da quel giorno l'Etna cominciò a vomitar rabbioso fuoco e fiamme (lapilli, lava e quant'altro).
The end
Aneddoto: Stamattina, a casa
mf: "Max, l'atro giorno, all'inaugurazione del locale di F, hai visto quella piccola banda di emo-kids, fuori"?
Max: "Ah, si chiamava così il gruppo che suonava? Chi te lo ha detto?"
Mf: "Mi riferisco a quei 4/5 ragazzotti che si sono piazzati fuori ad ascoltare il gruppo che suonava e che sembravano, salvo la mancanza di eye liner in abbondanza e unghie smaltate di nero (i genitori a certe cose, ancora ci tengono), la copia esatta dei Tokio Hotel!"
Max: "Ah, no... non ci ho fatto caso."
Fine Aneddoto e buoni giorni, mf
*La fuga degli dei in Egitto (in certi periodi fugavano tutti là, pare) è stata inventata per spiegare il culto egiziano Dio/animale (no, non sto bestemmiando) e quindi Zeus/Ammone/ariete - Ermes/Toth/Ibis - Era/Iside/vacca - Artemide/Pasht/gatto e così via...