giovedì 27 dicembre 2007

Senza titolo 1422



Metal-regali



La scatola misteriosa




Il contenuto




Scelte difficili









Io nella letterina avevo scritto "Caro Babbo Natale, portami quello che vuoi, sono stata brava, e i peccatucci che ho fatto non hanno causato dolore nè malattia nè morte. Portami qualcosa di buono, qualcosa di bello da vedere, qualcosa che abbia un gusto particolare.
Portami qualcosa che non abbia mai fine".

Si sa, Babbo Natale è vecchio, la miopìa deve essere a livelli esagerati...

Ancora un mucchietto di auguri da mf e i magnifici 4 tutti "sbaffati" di cioccolata, mf

venerdì 21 dicembre 2007

Senza titolo 1421



Metallibabbobarze







La colletta
Poco prima di Natale nell'Ufficio Postale di un paesino gli impiegati trovano nella cassetta una lettera con la scritta "Per Babbo Natale". Decidono di aprirla e di leggerla:
"Caro Babbo Natale, sono un bimbo di 7 anni di nome Marco e vorrei chiederti un regalo. La mia famiglia è povera, perciò invece di giocattoli ti chiedo di inviarmi mille euro, così anche noi possiamo passare le Feste con gioia".
Gli impiegati della posta, commossi, fanno una colletta e, raggiunta la cifra di 500 euro, la spediscono all'indirizzo del povero bambino.
L'anno successivo, nello stesso periodo, nello stesso Ufficio Postale, gli impiegati trovano un'altra busta "Per Babbo Natale". La aprono e leggono:
"Caro Babbo Natale, sono Marco, il bimbo che ti ha scritto l'anno scorso. Vorrei chiederti lo stesso regalo, 1000 euro.
Grazie per aver esaudito il mio desiderio lo scorso anno, ma quest'anno mandami un assegno non trasferibile, perchè l'altra volta quei ladri delle poste m'hanno fregato 500 euro!".


breve 01
- Cosa dice un cane passando davanti ad un albero di Natale?
- Finalmente hanno messo la luce al cesso!

breve 02
- Sai una cosa? Presto avremo un bambino.
- Scherzi?
- No, avremo proprio un bambino: me l’ha detto il dottore, è sicuro. Sarà il mio regalo per Natale.
- Ma a me bastava una cravatta!

Breve 03
Perché gli abeti hanno la punta dritta? Perché a Natale tutti gli toccano le palline.


Angioletto

Era un Natale difficile, le renne avevano la dissenteria e babbo natale aveva dovuto pulire tutta la stalla, metà degli gnomi era a letto con l'influenza e gli elfi erano in sciopero per solidarietà con i tacchini.
Si era rotta la slitta e babbo natale si era appena ferito un dito per aggiustarla, quando in quel momento entra un angelo e dice:
Auguri babbo! Dove metto l'abete?
Fu così che nacque la tradizione dell'angelo in cima all'albero di Natale!



Il significato del Natale
La maestra a scuola, con l'avvicinarsi delle vacanze natalizie,
pensa bene di parlare ai propri alunni del significato vero del Natale,
cioè della nascita di Gesù Cristo:
- Allora bambini, sapete che il Natale non è quella festa consumistica
a cui noi tutti siamo abituati.
Non è solo un giorno in cui si ricevono regali, ma rappresenta bensì la nascita di Nostro Signore Gesù.
Gesù nacque in quel giorno e durante la sua vita fece tante cose buone.
Poi infine morì sulla croce per tutti noi.
Secondo voi dove si trova ora Gesù?


Un bambino alza la mano e la maestra gli da la parola:
- Per me Gesù è in cielo!

Alza la mano una bambina e fa:
- Per me Gesù è nei nostri cuori!

Un bambino grida dal fondo dell'aula:
- Lo so io! Lo so iooo! Gesù è in bagno!!!

La maestra rimane sconcertata.
Chiedendosi il perché di quella risposta, invita il bambino a spiegarne il motivo:
- Dimmi Pierino perché pensi che Gesù sia in bagno?
- Perché ogni mattino, quando mi sveglio,
sento mio padre che prende a pugni la porta del bagno ed urla:
"Cristo, è mai possibile che sei ancora lì dentro?!?"


Breve 04
Due prostitute a Natale.
- Tu cosa hai chiesto a Babbo Natale?
- 1000 euro, come a tutti!

Nord e Sud
è Natale, un bambino torinese riceve in regalo un bell'orologio ed un bambino siciliano, abitante anch'egli a Torino, riceve invece in regalo una piccola doppietta con le canne mozze.
Trascorse le vacanze natalizie i due bambini si ritrovano a scuola e naturalmente parlano dei regali ricevuti. Ognuno si innamora del regalo dell'altro e decidono cosè di scambiarseli. Il bambino siciliano torna a casa dal padre tutto contento e gli fa:

- Guarda papà: ho scambiato la mia lupara per questo bell'orologio tutto d'oro!
Il padre si rigira e gli ammolla uno schiaffone che gli fa vedere le stelle. Il bambino piangente:
- Ma papà... che ho fatto? Non vedi che è un bell'orologio?
- Si ma quando uno ti dice connuto tu cosa gli rispondi che sugnu le quattru e un quartu?



Conclusione 05
Cosa ci fa Babbo Natale allo stadio?
- Donadoni...

Buon fine settimana, e se lunedì ponteggerò tanti cari auguri a tutti.
Con affetto, mf

giovedì 20 dicembre 2007

Senza titolo 1420


Palle autoreferenziali




Jingle balls







E' quasi Natale, io quest'anno non ho fatto l'albero, non ho fatto regali (li farò solamente al nipotame), non ho post natalizi nella scatola dorata.
Non so nemmeno se farò gli auguri o se domenica spegnerò il cellulare per riaccenderlo, insieme ai magnifici 4, dopo la Befana.
Mi sono però ricamata le iniziali con tante palline di vetro (mezze biglie) luminose: M.F.
Sono stata cattiva, babbo natale ciccione non mi porterà nemmeno un regalo, ma tanto io la letterina l'ho mandata al Polo Sud, non lo sa che volevo.
Non lo so nemmeno io, a dire il vero, forse la luna? Forse quello che non ho? Forse un'idea, forse un ìmogidio, forse un pikottero, forse un logo diverso.
Forse quello che non ho. Lo sapranno i pinguini. Forse?
Che palle , il natale!

Saluti, S*

Senza titolo 1419


oi dialogoi (vomitai)




Dialogo fra papasilvio e S. Agostino.

Una cosa non ho capito: chi caspita è la "Soldatessa"?

PS: nel 1985, mese più mese meno, uno di questi personaggi mi invitò a cena. Rifiutai perché mi sembrava laido.
E questa non è una pinocchiata.
Saluti, mf

mercoledì 19 dicembre 2007

Senza titolo 1418


Puyofecit



©JoPuyo - La gabbianella e il gatto - 2007




... "Zia, zia, guarda! Ho disegnato la Gabbianella e il gatto che sono sulla copertina del libro! Ci ho scritto anche le parole, io"
Sa bene che i suoi disegni spesso finiscono sul blog e quindi mi sembra giusto metterci questo, con tanto di interpretazione fumettistica.
I "cri cri" sono i croccantini.
Zia mf

martedì 18 dicembre 2007

Senza titolo 1417


Ma







... Se una persona affetta da personalità multipla (bastano anche due, senza esagerare) decide di ritornare "normale", deve sdoppiarsi?

E' che mi sarei un po' rotta le palle di quell'altra...
E mi sarei anche stufata delle persone che giocano con quell'altra credendola me.
saluti, m(ezza)f

ps: Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casualissimo.

Senza titolo 1416


Metapills (01) - MaxPuyoGames


Libropistalabigliaèsottoalponte


Non so se l'idea sia stata di Max o di Puyo. Le biglie le aveva portate lei e in mancanza di sabbia... libri: edizioni economiche, enciclopedie e riviste usati come ponti e guardrail.
Tra il pubblico non pagante: Cicciobello, tre Barbie, la nonna urlante per il disordine e le grida per incitare la pallina ad arrivare al traguardo.
mf


Metapills (02) - senzaparole


Rifiutare le Metavances serali, in un freddo lunedì, solamente per guardare Gli altri? .


Max lo ha fatto.
Mf e i magnifici 4 meditano sulla vendetta.

venerdì 14 dicembre 2007

Senza titolo 1415


L'Orella e Sabrina, amiche per sempre
ricicla-menti








Onde di mare mosso hanno scosso queste poche canne al vento che mi fanno da albero maestro durante tutte le mie divagazioni assiomatiche o ermeneutiche (trovare asintoti e ossimori nelle frasi non è difficile).


Detto ciò la storia di Lorella vi vado a raccontare
:

Lorella era la mia amichetta del cuore quando eravamo piccole (anni '70). Lei abitava di fronte a noi, ma solo nel periodo estivo; il resto dell'anno stava a Roma. Viveva con i suoi genitori Oreste e Ottavia ma durante il periodo estivo, sua nonna Velia era ospite fissa del figlio e nuora. Velia era una NONNA de Roma che aveva come hobbie quello di farci delle merende da urlo, ogni santo pomeriggio alle 17 in punto...: "Loryyyyyyy, Sabbbryyyyyyy, venite è prontoooooooo".
Era un po' sorda e il tono di voce era sempre esagerato. A volte ci chiamava urlando, magari eravamo dietro di lei, facevamo certi salti.
Lorella era una ragazzina molto carina, alta come me ma con i capelli lisci e lunghi ( io puntualmente glieli tiravo per vedere se erano veri o aveva la parrucca) e scuri e l'apparecchio ai denti;
lo volevo anche io ma non ne avevo bisogno, allora masticavo due tre chewingum del ponte, li modellavo e me ne facevo uno verde o rosa a seconda del gusto e poi mi divertivo a sbiascicare le parole come chi appunto parlava con l'aeroplano ai denti.

D'estate indossava solo magliette a righe come suo padre Oreste, che pareva un gondoliere de Roma emigrato sulle coste laziali, e pantaloncini ogni giorno di un colore diverso a seconda di come Ottavia, sua madre, si metteva il fiocco ai capelli. Aveva sempre i capelli legati dietro e fissati con un fioccone enorme.
Eravamo diventate amiche due giorni dopo che lei si era trasferita per la prima vacanza: i primi due giorni ci siamo scrutate, io facevo avanti e indietro con la bici nella via e passavo davanti al suo cancello, lei era dentro e giocava con il secchiello e la paletta ma senza sabbia, con il brecciolino del giardino (in seguito usato per terribili battaglie di sassi).

Il giorno dopo io esco con mia mamma e incrociamo lei con la sua. Quel giorno la ricordo bene, aveva un fioccone color diarrea fumante e Lorella i pantaloncini pendant: "un obbrobrio", dissi fra me e me.
Ci salutammo e la mamma "Che carina la sua ragazzina, ha solo questa? beata io ne ho 4 ma sono buoni, non mi lamento" (mia mamma... ora smadonna tutti i giorni a tutte le ore, rimpiange di non essere una single zitella e più sola di un lama del Perù:).
"Che bei ricci che ha la sua, sono tutti e 4 così? Beh, vero suo marito... lei invece li ha lisci, bellissimi" (vero, mia mamma aveva dei capelli splendidi, lunghi fino alle chiappe e di solito li raccoglieva a mo' di "cofana" stile Anna Marchesini allo stadio).
Blablabla, cominciarono a ciacolare e io e Lorella facemmo lo stesso.
E così diventammo amiche!!!


Passavamo quasi tutto il giorno insieme a giocare, ad andare in bici, a vendere i nostri "Topolino" per la via agli altri bambini che passavano, e con il ricavato gelati e chupa chups a volontà! Parlavamo della scuola, facevamo i compiti insieme, se una di noi si catapultava con la bici l'altra subito a farle da "madre".
Insomma tanto amiche da decidere di sancire ad un certo punto questo "amore" con un patto di sangue.
Quando ancora era Lorella, avevamo visto in TV un qualche film dove due bambini, promettendosi di rimanere amici per tutta la vita, si fanno un taglio e uniscono i loro polsi insanguinati.
La cosa ci era piaciuta e un giorno ci buttammo appositamente giù dalla bici e unimmo il sangue delle nostre "sbucciature ginocchifere". E così sigillammo l'eternità della nostra amicizia... della quale io conservo ancora la cicatrice.


Come Lorella diventò Orella


Il suo nome all'anagrafe era Lorella R. ma un giorno, dopo un paio d'anni che eravamo già diventate amiche per la pelle, sua cugina Laura, giocando con i fiammiferi nella cucina della sua casa romana, per sbaglio (ovvio, almeno si spera sia stato così) le diede fuoco ad un dito...
E dopo giorni di cure mediche e ospedale, era subentrata un'infezione e due vermi gialli avevano preso a rosicchiarle il dito e a farle fuoriuscire pus giallo ocra e dal dito e dal naso, quindi a cancrena inoltrata... i medici decisero di tagliarle l'indice incriminato e incancrenito...

Così, deficiente di un pezzo, i genitori che erano due artisti (secondo mio padre pazzi e drogati, ma lui con Oreste ci giocava a tresette e con la moglie a scopa e in quei momenti erano persone bravissime) decisero di eliminare anche qualcosa dal nome, per non farla sentire squilibrata... e








Lorella così diventò Orella. Io quando tornavo a casa e mia mamma mi chiedeva dive fossi stata le rispondevo "da Orella mà... porella".
La cosa all'inizio mi faceva senso e pure schifo... digiamolo... ma io ho sempre avuto un forte senso di PIETAS nei confronti di chi stava peggio di me (e Orella in quel momento ci stava) che superai lo sgomento e lo "schifo" e continuai, memore il patto di sangue, a volerle bene... anche più di quando aveva tutti i pezzi a posto.

Pensate: io e Orella eravamo nate lo stesso anno ma lei a giugno, io a luglio. Lei non sempre era in vacanza a giugno quindi avevamo deciso di festeggiare un unico compleanno ad AGOSTO.
ci facevamo fare una bella torta, così potevamo metterci anche le candeline dei miei fratelli più piccoli nati in quel mese...
Fino a che Orella venne a passare l'estate in quella casa io festeggiavo il compleanno ad agosto così, dicevo, invecchiavo un mese dopo.
Da dopo l'incidente però Orella aveva sviluppato una forte idiosincrasia per tutto quello che le ricordava la mancanza del dito quindi NIENTE candeline accese sulla torta. Mettevamo quelle per i miei anni, quelle per i suoi e quelle per i miei due fratelli "agostini".

Per quanto la torta fosse bella e grande la mancanza di luce ne faceva un cimitero di cera, seppur colorata e divertente e mia mamma per evitar di far piangere i due piccoli, che volevano spegnere le loro candeline, la sera faceva una specie di sceneggiata con le candele accese, magari piantate su una scatola che la torta era finita e i due mocciosi si accontentavano.



Il dito di Orella non crebbe più.
All'inizio lei lo credeva, i suoi le avevano fatto un quadro/collage con tutti ritagli di giornale e vecchie sue foto dove, se si vedevano le mani, lei aveva 10 dita e non nove e un cm... le avevano lasciato un moncone nella speranza a primavera fiorisse.
Dopo due anni (avevamo ormai nove anni a testa, quindi volevamo scappare di casa perché maggiorenni) il dito non era ricresciuto e Orella cominciò a dare segni di squilibrio. Parlava con il dito mancante, nella speranza ricrescesse, gli cantava la ninna nanna tutte le sere:
Ninna nanna al dito mancante
fai la nanna ditino pedante
torna presto indicino latente
se nun torni te dò la corrente

fai la nanna piccoletto
che orella ti dà un bacetto...

nun me laricordo piùùùùùùù



Visto che io ero la sua più cara, inseparabile amichetta del cuore, Orella mi aveva dato un compito... tutte le mattine alle 7,30 mia mamma annaffiava i suoi preziosi vasi di fiori (mia mamma fa fiorire anche le scope, io faccio morire anche le piante che non vogliono né acqua, né luce né friskies né ciappi... un vero pollice nero) quando mia mamma aveva finito io, che tanto a quell'ora ero sveglia come una Mantispa vispa, dovevo prendere il mio annafiatoio piccolo di plastica, riempirlo di acqua...










andare a casa di Orella che mi aspettava in piedi sul terrazzino... entrare con lei in casa, andare in bagno a pianterreno (di sopra gli squilibrati facevano meditazione), rubare una pasticca nell'armadietto dei medicinali dei genitori (non chiedetemi che rubavo, ce ne stavano di tutti i tipi e ogni mattina ne prendevamo una da una confezione diversa e di colore diverso, tanto per non farli insospettire) la scioglievamo nell'acqua.
A volte passavamo prima in cucina e ci mettevamo anche coca cola o fanta o quello che c'era in frigo di bevibile (compresi alcolici e una volta un liquido bluastro che, vi giuro, sembrava sangue)


Di come lo intruglio veniva infin versato su la parte mancante et seguito...


Dunque, il risultato di tale miscuglio di liquidi e solidi veniva poi mescolato con un po' della nostra saliva (esattamente uno sputazzo a testa nell'innaffiatoio ) e versato da me in quantità modiche, di mezz'ora in mezz'ora sull'ex indice di Orella.
Il primo giorno non accadde nulla, il secondo nemmeno e fino alla domenica (avevamo iniziato di lunedì con la luna nuova, mia mamma diceva che se si seminava con la luna nuova i fiori crescevano in fretta e rigogliosi... e noi così facemmo nella speranza che il Fiordito spuntasse a breve) quando, mentre ero ancora in casa, in cucina a far colazione con i miei fratelli, bussò la mamma di Orella, ancora in vestaglia e con un fiocco a pallini (fondo rosa fucsia con pois enormi verde stinfalo) in testa, agitatissima... che a voce alta diceva a mia mamma anche lei ancora in vestaglia e "scofanata":
Dove sta Sabrina? Devo assolutamente parlarle e deve assolutamente venire al Pronto Soccorso con me, Oreste e Orella sono già andati da un pezzo. Inoltre deve accompagnarci suo marito perché ho trovato la gomma della 500 a terra

Mia mamma fu presa da un attacco di ansia, venne in cucina e mi prese per una treccia dicendomi "Stavolta che hai combinato???"
Ioooooo??? niente, ecco... ve la prendete sempre tutti con me perché sono piccola e nera !!!




Entrò in cucina anche Ottavia: i miei fratellini la guardavano con curiosità.
E ti credo, la mattina alle otto sembrava fosse già fatta di LSD+ TPC che, mischiato nel latte dava vita al TPFLC= Tutto Per Fare La Cacca, u preparato prugnosergico perché Ottavia era stitica ed era solita prendere delle pastiglie ogni giorno: quelle che poi noi, ogni tanto usavamo per l'intruglio, alternandole agli stupefacenti.
Ad un certo punto mio fratello, rivolgendosi a mia sorellina ridendo le dice: Mi presti la tua bambola nuova? La faccio diventare come la signora Ottavia: tutta colorata!!!
(il che significava: te la rendo inutilizzabile e come bambola e come qualsiasi altra cosa).
La piccola corse subito in camera a prendere la bambola e ci si sedette sopra finché il ghigno malefico di Hulkyno non scomparve addentando un altro biscotto, dopo averlo immerso nel latte.
Insomma per farla breve, mia mamma mi spedì con Ottavia (chauffer: mio padre che durante il tragitto di sicuro parlò metaforicamente, per non farmi capire ma io CAPIVO già, delle loro partite a scopa) al Pronto Soccorso per rendere testimonianza.

Avevo capito che era successo qualcosa di grave a Orella ma che cosa esattamente, lo capii solo guardandola, una volta arrivati al P.S.
Orella era in una stanza con un dottore. Indossava una camicina da notte rosa cipria a fiorellini celesti che la faceva sembrare una bambola stanca.
Appena mi vide mi disse, mostrandomi le mani:
Guarda Sabrina, si è seccato tutto!!! e mi mostrò la parte di mano che annaffiavamo ridotta peggio della Terra desolata di Eliot o di un cretto di Burri che, secondo me, prima di cominciare la serie quel giorno o i successivi aveva visto la mano di Orella e ne aveva tratto ispirazione.
Si erano formate delle crepe profonde che lasciavano intravedere i tendini, e anche qualche ossicino carpale.










Per fortuna non le davano dolore (evidentemente nell'intruglio c'era qualche autoanestetizzante, secondo me la CocaCola... chissà!!
A vederle erano uno spettacolo pietoso e rivoltante..
Le dissi dopo essermi avvicinata: "Dai, Orellì! Vedrai che il dottore ti guarisce... non piangere ora gli parlo io".
Il dottore mi prese da una parte e carta e penna alla mano si fece dire che cosa avevamo messo come fertilizzante sulla manina di Orella.
Io gli dissi tutto, però non mi ricordavo i nomi di tutte le pastiglie usate... gli descrissi solo le forme e i colori. Dopo un breve consulto prima con altri medici e poi con i genitori di Orella giunsero alla conclusione che la bimba doveva restare sotto osservazione e soprattutto doveva farsi curare quei crepacci prima che si aprissero ancora di più e si dovesse arrivare al taglio della mano.
Ci lasciarono sole per qualche minuto, prima di andare via...
Orella aveva la mano fasciata, le lacrime agli occhi e si disperava perché il dito non le era ricresciuto.
Non ci siamo riuscite Sabrì! E ora, ho sentito che se non riescono a richiudere i crepacci che si sono formati, mi taglieranno anche la mano... ti prego aiutami!
Come facevo? io mi sentivo pure in colpa, anche se l'idea della pozione "cresciditocresci" era stata sua non mia.




L'avevamo chiamata così perché ogni volta che "innaffiavo" cantavamo insieme:
Cresci dito cresci,
speriamo ci riesci,
altrimenti ti diamo in pasto ai pesci.



A detta dei dottori le conseguenze dell'annaffiata giornaliera non sarebbero state così "invasive" se non ci avessimo messo le pastiglie che avevano degli alti contenuti venefici, causa della "nuova" cancrena alla mano di Orella.
A quel tempo "tenere tali prodotti" in casa e soprattutto alla portata di bambini era illegale e perseguibile ai fini di legge quindi, dopo una denuncia partita dai medici a carico di Oreste e Ottavia, i Carabinieri fecero una perquisizione a casa dei signori R. (che vennero arrestati per detenzione e, si scoprì, anche spaccio di stupefacenti e in seguito condannati a scontare non so quanti anni di prigione ma so che quando uscirono era passato qualche anno, 5 o sei forse).


La perquisizione fu fatta anche casa dei miei, data la vicinanza e visto che Ottavia aveva detto che io e Orella praticamente eravamo inseparabili.
La cosa più stupefacente che trovarono fu una coppia di bambolotti "trattati" in maniera alquanto "makumbesca" (non so se il termine è esatto ma avevano spille e spilloni conficcati in corpo ed erano abbrustoliti come il corpo di Santa Rosa qui, a Viterbo) alla vista dei quali l'allora Maresciallo C. (ora pensionatissimo) sobbalzò e interrogò Hulkyno per sondare la sua piccola mente perversa, magari sperando di farsi dire se nei bambolotti era stata nascosta della droga.
Hulkyno lo sguardo "spiritato" lo ha sempre avuto, da appena nato... tanto che mio padre voleva rimandarlo indietro, dopo averlo visto nella culla, in ospedale.















Mio fratello e la piccola avevano ricevuto per uno dei famosi compleanni di agosto la stessa bambola, femmina per lei maschio per lui (ovviamente?), e la sorellina piccola, dopo un'accorata e accurata opera di coinvolgimento da parte di Hulkyno costatale 100 lire e la collezione quasi completa della cavalleria Airfix (in realtà mia sorella prese un cavallo e un fantino e minacciò di masticare l'uno e buttare l'altro nella tazza del bagno) mio fratello, piuttosto che perdere un soldato, decise di cedere al ricatto e "prestarglieli" tutti, poi tanto, avrebbe trovato il modo di riaverli.
La sorellina dicevo...infine, paga del "riscatto", decise di dargli la sua bambola amata per l'esperimento.
Quindi, dopo la visione delle "bambole assassine", i carabinieri decisero che a parte dei ragazzini squilibrati per cause naturali, non c'era null'altro in casa che potesse far partire un'altra denuncia a carico stavolta dei miei genitori e se ne tornarono al comando, stavolta a sirene spente (erano arrivati che pareva dovessero arrestare il delinquente più ricercato d'Europa e di tutti gli altri continenti).





ninoooooooooninooooooooninoooooooo un casinooooooooninooninoooooooooo (per chi non capisse, sono le sirene.


Torniamo a Orella!
In seguito alla cattura dei due genitori fu affidata temporaneamente a nonna Velia che, nel frattempo, era diventata ancora più sorda e "urlona" e si era trovata pure un nuovo marito, più giovane di 10 anni, si chiamava Nello e al dito le aveva infilato l'anello.
(Quello vecchio glielo avevano rubato due scippatori "Torpigna" dopo che Nicola, il suo primo, povero marito era defunto, spiaccicato dal 64 a largo Argentina, mentre attraversava la strada in Bicicletta, sulle strisce pedonali).

I dottori anche stavolta non erano riusciti a fermare la cancrena e si rese necessario, per evitare l'espandersi della stessa, amputare la mano e buona parte del polso per rimuovere tutto il "cretto Burrifero" ed evitare l'espansione dell'infezione.
Orella continuava a dirmi che prima o poi anche se le avessero tagliato un braccio, sarebbe ricresciuto... io ormai non ci credevo più, anche perché a casa mia madre mi aveva fatto un lavaggio del cervello a forza di dirmi che le parti del corpo agli umani non ricrescono ma che poteva succedere solo ad alcune famiglie di animali o insetti.





Orella passò i due mesi successivi l'operazione in ospedale tra medicazioni e fisioterapia applicata e con la nuova amputazione le cose cambiarono.
Stavolta non riuscivo a guardare la parte menomata, mi sentivo troppo male, mi sforzavo di nuovo ma vedere quel polso senza la mano appresso mi procurava un dolore tale che Orella doveva rendersene conto perché un pomeriggio mi disse:
" Senti Sabrina, se non mi vuoi più come amica, dimmelo... io capirò, lo so che sono diversa e questo braccio monco ti fa impressione, lo vedo che non lo guardi, sai? ma non è colpa tua. Sono stata io a dirti di innaffiarlo e comunque non è colpa tua, il medico mi ha detto che è stata una stupidaggine ma che comunque il dito non sarebbe mai ricresciuto".
Mi sentii, forse per la prima volta in vita mia, una merda puzzolente e piena di mosche che ci vomitano sopra, e scappai dalla stanza piangendo. E continuai a piangere per tutto il pomeriggio finché la sera, sul tardi, mi buttai vestita e con tutte le scarpe sul letto e mi addormentai profondamente.
Se vi dovessi raccontare tutto l'evolversi della storia, staremmo su splinder per i prossimi 289 giorni... vado velocissima ora, contenti? :))

Io e mia mamma e qualche volta Hulkyno e la sua "borsa degli attrezzi" (tenaglie, forbici, colle varie, temperini e un piccolo trapano elettrico malfunzionante) andavamo spesso a far visita a Orella che, sebbene non fosse proprio sempre allegra, aveva comunque ricominciato a sorridere, soprattutto quando Hulkyno le chiedeva se una volta tornata a casa, gli avrebbe fatto fare qualche esperimento col suo braccio.


Un mese dopo...


Orella in ospedale, nei giorni successivi, conobbe un bambino poco più grande di lei che era finito in ospedale esattamente per lo stesso tipo di "trauma" al dito.
Il bambino però non era stato "bruciato" dal cugino ma si trovava un giorno in uno dei negozi di alimentari di famiglia e in assenza del commesso che era andato in bagno, tentò di farsi un panino con il salame e, dopo aver tagliato la prima fetta, e una seconda, era arrivato alla parte finale del "culetto", e tentando di metterlo in modo da avere altre fette, gli scappò il dito nella lama dell'affettatrice in funzione e così parte del dito (praticamente tutto tranne un cm) finì insieme alle fette già tagliate per il panino.
L'ospedale più vicino era lo stesso in cui era ricoverata Orella.
Era un bambino sveglio, la menomazione non lo aveva scoraggiato troppo, tranne la paura iniziale per sei litri e mezzo di sangue versato sul bancone, sul pavimento e un litro nella borsa della madre, durante il tragitto in ambulanza.
"Abbiamo altre nove dita" - diceva ad Orella che gli aveva raccontato la sua storia.
Divennero subito amici e i genitori di lui, grossa famiglia terriera della bassa maremma e proprietari appunto di una serie di negozi di alimentari dove vendevano gran parte dei prodotti delle loro terre, venuti a conoscenza della storia triste di Orella e vista la reciproca simpatia che era subito nata fra i due decisero, dopo aver conosciuto anche nonna Velia, il neononno Nello e i genitori in carcere, di chiedere loro l'affidamento di Orella.
Non fu difficile, avevano grosse conoscenze in campo giuridico e bastarono tre o quattro telefonate al giudice X e al giudice Y per ottenere la custodia della piccola che, una volta espletate le pratiche, andò a vivere con loro nella grande tenuta in Maremma.









Dal giorno in cui ero scappata piangente dall'ospedale Orella non aveva smesso di volermi bene; prima di partire mi regalò la sua bellissima bici col manubrio da impugnare, ovviamente con due mani, quindi per lei inutilizzabile (non aveva mai imparato ad andare in bici senza una mano o senza entrambe, per cui almeno si era risparmiata qualche dente) e mi promise che mi avrebbe scritto.
Quando se ne andò a vivere con loro aveva quasi 10 anni, mi scrisse infatti, quasi tutti i giorni e io le rispondevo a giorni alterni ché nei giorni pari dovevo fare i compiti.
Si trovava bene ed era contenta. Diceva che quando sarebbe stata più grande le avrebbero innestato una specie di mano vera così alla fine avrebbe avuto ragione lei...
Poi le lettere rallentarono: una a settimana, una al mese, ma non smettemmo mai di rimanere in contatto.
Quando tutte e due andammo al liceo per i primi due anni non facevamo che scriverci dei nuovi amici e di quanto fosse dura studiare.
Al terzo anno mi telefonò (lei aveva avuto da sempre il telefono, i miei lo fecero installare nel 1979, dopo che mio padre tornò da un lungo viaggio "catartico" in Nepal, fatto insieme a Oreste e Ottavia tornati in libertà). Orella mi disse che si sarebbe sposata, ovviamente con lui, che aveva già preso il posto del padre nell'azienda di famiglia.
Si erano innamorati e aspettavano anche un bambino [a quel tempo io ancora mi chiedevo come entrassero nella pancia, come uscivano lo sapevo: da sotto i cavoli, sputati fuori dalla terra oppure lasciati cadere giù per il comignolo dalla cicogna (il che avrebbe giustificato tutte le ecchimosi che avevo appena nata:)].





Mi mandò poi l'invito (su carta pregiatissima con caratteri in oro, elegantissimo) esteso anche a tutta la mia famiglia e mi chiese di farle da testimone:
LOrella Runcini (detta Orella Uncini) e Don Dito Badalarmenti sposi.
avevano scelto come data il 24 agosto, ovvero la data in cui eravamo solite festeggiare i compleanni di tutti.
Ero commossa, emozionata, preoccupata ma non sarei mancata per nulla al mondo a costo di andarci in bicicletta se i miei non mi avessero portato (e il rischio c'è stato perché mia madre non voleva che mio padre rivedesse Ottavia, invece poi io riuscii con pianti e pianti a convincere tutti ad andare).
Fu una festa memorabile, Orella era bellissima, aveva un gran pancione e il vestito color crema del Volga (la stoffa era stata acquistata dalla sua futura suocera mesi prima, durante una vacanza all'Est) e quasi non notai la mano mancante anche perché lei si era fatta cucire appositamente un vestito con delle tasche "tattiche" e teneva quasi sempre la "non mano" nascosta.
Insomma, un matrimonio degno di Cenerentola.

A ottobre del 1979 nacque Sabrina Badalarmenti, una bellissima bambina oggi già maritata felicemente con il figlio di un amico di Dito.
Inoltre il prossimo anno, Orella e Dito festeggeranno il loro 29simo anniversario con una grande festa nella loro casa, festa alla quale sono già stata invitata.


Ah! Sabrina ha trascorso per molti anni le vacanze nella stessa casa in cui le trascorreva Orella (insieme ai nonni paterni,ovviamente:
Oreste e Ottavia ripartirono per il Nepal dopo il matrimonio, mio padre non li seguì...e là sono rimasti, non si sa nulla di loro da anni).


THE END ( padroni di non crederci, ho le lacrime agli occhi, Max è testimone)

Un saluto a tutti, Sabry

PS: Vista la lunghezza del racconto ve lo lascio qui fino all'anniversario di Orella, mi sa:)






giovedì 13 dicembre 2007

mercoledì 12 dicembre 2007

Senza titolo 1413


Secondo voi...


© S. Manfredi, Insegna di strada, Toscana - 2007


Secondo voi: insegna politica, mutande pazze o... "Legge Merlin, questa sconosciuta", in codesto ridente paesino della Toscana

Buona giornata a tutti, mf

martedì 11 dicembre 2007

Senza titolo 1412



Come annunciato ieri...





© Etna'S, Max and Me, Roma - 1990 o giù di lì




Come annunciato nel post di ieri vi mostro i mostri: la foto ritrovata domenica, scartabellando i negativi/provini/diapositive di un ventennio (1986/2007 circa, non del VENTENNIO), scattata da un nostro caro amico, al tempo compagno di avventure fotografiche e ora, di tanto in tanto, commentatore di mf.
Chi ci ha conosciuti "LIVE" potrà notare la differenza dei particolari; i guardoni potranno visionare attentamente QUI, che la bambolina di porcellana è senza scarpe.

Buon martedì a tutti.

PS indiziario: Max è biondo.

lunedì 10 dicembre 2007

Senza titolo 1411



Diario del F.S.
foto-incontri-ricordi-spettegulèss







Nel fine settimana ho visto cose, fatto gente... ah, no, visto gente, fatto cose*... Così, sì.

Max ha acquistato un nuovo scanner. "Per sistemare finalmente il nostro megagalattico archivio fotografico prima che diventi inutilizzabile". E buona parte della domenica è corsa via fra pellicole, provini, diapositive e stampe fotografiche.
"Guarda come eri secco"... "Ero un gran figo, eh"? ... "questo chi è?" E questa tizia, quando l'hai fotografata, brutto porco? Guarda, è tutta nuda e sta a cosce larghe"!
"Sono foto artistiche, le servivano per il suo book, non ti ricordi, c'eri anche tu?... "No caro, io questa non l'ho mai vista... ah, guarda, i negativi del book di XXX prima che diventasse famoso e completamente calvo"!
"Era molto carino, timido, ti ricordi ? Venne con il padre da Roma per farsi fare il book da noi, chi lo aveva mandato? Boh?"
"Guarda che bella! Beh, con una ragazza così bella fare una bella foto non è difficile" - "Sai bene che non è vero!! - "Sì lo so ma sai che mi piace provocare, no"? . -
E tornano alla mente volti e corpi e voci perse ma che ritornano prepotentemente anche solo facendo capolino da dietro un negativo.


E così via... (poi magari vi farò vedere una foto ritrovata e dimenticata di me e max da giovanissimi, lui con tutti i capelli e io, beh, con il cespuglione sempre "florido").
Ad un certo punto ho adocchiato un libro, uno di quelli appena letti da Federica, lo prendo in mano, cazzo quanto pesa! 700 pagine compresa l'introduzione. E' un librone famoso, di quelli che tutti conoscono e credono di aver letto, compresa la sottoscritta ma solo perché hanno visto il film. "Che dici, Max, mi do al "Mattone"?
"Ma non avevi già cominciato a leggere la "Vinci
"?
" Sì, ho letto una 15na di pagine ma lei stessa dice che se quello che leggi dall'inizio ti dà fastidio non devi continuare ed io ho provato un grande fastidio, do retta all'autrice, non ti pare"?
" Sei la solita, i libri si devono finire, una volta cominciati"- "E io invece non lo finirò, preferisco iniziare questo libro conosciuto ma sconosciuto".
E dalla prima pagina vengo rapita dal sogno del personaggio con cui inizia il libro, un sogno in cui si sente cantare e ci sono "donne che sono come ampolle". E la protagonista principale del "mattone" arriva a pagina 74,

*: fra le persone viste la cara "EX ANONIMA", commentatrice di mf e cittadina viterbicola spesso desaparecida per motivi di studio/lavoro. Era curiosa di incontrare Max e, dopo la delusione di venerdì per non averlo incontrato al concerto di musica medievale cui siamo andate insieme, ha avuto l'onore di stringergli la mano il giorno dopo, all'inaugurazione di una mostra collettiva a cui eravamo stati invitati.
Felicissima di aver rivisto Nicoletta (sempre pimpante, in forma e tagliente come una lama metallica, cosa che apprezzo molto:), il concerto è stato molto piacevole ma... la mostra ci ha lasciati tutti un po' perplessi ma si sa: "De gustibus"...

Ah, Nicoletta ex anonima è rimasta sorpresa da quanto Max fosse diverso da me, tranquillo, pacato, calmo... Secondo me ancora sta pensando "Ma che c'azzeccano insieme, quei due"? Me lo chiedo anche io , spesso ma oramai ci azzecchiamo da così tanto tempo che effettivamente qualcosa c'azzecca. O no?:)
Buona settimana a tutti, mf



Che libro ho iniziato a leggere?

venerdì 7 dicembre 2007

Senza titolo 1410



Metallipainting



Salvator Dalì, The Madonna of Port Lligat (first version), 1949




Che l'immacolata (E pure Sant'Ambrogio per gli amici milanesi)
vi sur-realizzino!
mf

giovedì 6 dicembre 2007

Senza titolo 1409



Meta-



01



02

...Segue



03




04


Le soluzioni sono già state date, quindi prima di leggere i commenti i "nuovi" visitatori giochino senza leggerle.
mf

mercoledì 5 dicembre 2007

Senza titolo 1408



True colors of Meta



Lungomare - Tarquinia, dicembre 2007



Il cielo era azzurro e quasi sgombro di nuvole, comunque soffici e "pannose". A pelo d'acqua diversi Kitesurfers , intenti a planare con i loro aquiloni coloratissimi.
I cartelli pubblicitari, durante le stagioni "morte", sul lungomare etrusco sono "vuoti" o con sopra residui di pubblicità estive strappate o ormai fuori luogo.
Perché non dare al lungomare tristemente autunnale, un tocco di Colore(link) che ha a che fare con la storia etrusca?

martedì 4 dicembre 2007

Senza titolo 1407



Metal(li)killer







Nella puntata di Criminal Minds di domenica 2 dicembre (Il profilo dell'assassino) nella casa del presunto killer, o meglio S.I., la password per accedere alle informazioni che porteranno alla scoperta della prigione della "moritura" è un brano di un cd musicale.
Dopo aver passato in rassegna decine e decine di cd, il dr. Reid trova una custodia vuota. Il cd è ancora nel portatile.
La copertina è quella di St. Anger, dei Metallica.
La password ha a che fare con l'insonne killer.
Il genio Reid fa due più due e dà come soluzione Enter Sandman.
Qualcuno potrebbe dire agli sceneggiatori del pur ottimo telefilm che Enter Sandman è un brano (fantastico!) che si trova nel "Black Album" del 1991 e non in St. Anger, uscito nel 2003 e qualitativamente molto meno apprezzabile?

lunedì 3 dicembre 2007

Senza titolo 1406



Intervallo marino




© S. Manfredi - Non so cosa scrivere, diffondo il bagliore - 2007



© S. Manfredi - Non so scrivere, guardo l'orizzonte - 2007



© S. Manfredi - Non so, e la cosa mi impressiona - 2007



© S. Manfredi - Non... ci sono solo le parole e comunque
odio i silenzi
- 2007






Non so cosa scrivere;
non so scrivere;
non so;
Non (scrivo)



Buona settimana a tutti, mf