lunedì 31 luglio 2006

Senza titolo 1031



metadiscorsisenzasenso


© S. Manfredi, Metal cat, 2006



io, pp e nyb, io sobria, pp e nybras a 40 gradi e con il limoncello e tavernello davanti:)
dialogo sconcluso, inconcludente, fuori dall'onda


Come una confezione.
Non troverai l'inizio , il filo non spunta rosso dall'incipit.
Era un gatto rosso, si chiama Gatto come quello di Holly.
Non vedi la ciotola perché non è stata inquadrata ma era anche vuota.
E' tutto vuoto, in agosto.

Babbo Natale esiste e anche Satana e anche gli UFO, sulla Befana stiamo indagando.... (questa la scriverò nel nuovo post, eh, nyb?)
N: òcio a non massacrarmi troppo perché se me lo leggo e c'ho le mie cose poi ti rovino.
L'involucro di hard disk esterni che aveva in mente di realizzare la Apple sembrano dei Lego, da impilare e farci delle costruzioni coloratissime.
Il nuovo film con Morgan Freeman si intitola Slevin , patto Criminale:
Ricordate quando Segni fece il "patto per la Sardegna" col somarello?
Era di Pietro quello del somarello!
Non si poteva fare pipì.
Dài, micia, non fare la rompicoglioni... Ma si intitola "lucky number slevin"?
Boh? In americano non saprei. Comunque l'uscita è prevista per il 26 agosto.
Codarda!
Codarda a me? Non ho la coda!
no, ma ti piacciono! Solo quelle a punto interrogativo!
Stamattina sono riuscito a ritrovare dei filtri di photoshop che non sapevo dove fossero finiti, finalmente ho di nuovo il mio spheroid designer...KPT, è un plug in mitico, lo volevo a tutti i costi.
Costi quel che costi!
Osto quel che osti!

osti è l'abbreviazione di ostia... La versione completa è ostia di cristo, non so come mai si usa ma si usa quando va sottollineata una cosa, però così è considerato blasfemìa, se dici solo ostia va bene.
Secondo i l mio orologio da cassa sono le 18,35, mai mettere un orologio vicino alla cassa dello stereo.
Che cazzo stai ascoltando, nyb?
Berlusconi che rompe... non hai di meglio da ascoltare? No, mi diverte.
Habemus tabernellus! (voce contraffatta di papa giovanni paolo che secondo nyb fa del buon jazz)
Io sto scrivendo quello che dite , eh? pp, tu hai detto rompicoglioni alla gina.
Non è vero!
Caccia e pesca, dal tordo al cervo.
Ci vorranno dei pallini diversi, i pallini che si usano per un cervo se usati per i tordi ti rimane un buco con le penne intorno.
Non tengo dinero...Law and order su fox.
parte grande applauso con bravo bravo....
nyb si sta schiaffeggiando le sue "belle coscione pelose".
Datemi una chiusura degna.
Lampo!

Riparte giovanni paolo II con "Pater noster, qui es in coeli"
pp dice coelho.
Pirla , dove è ol programma per scratchare? Non lo trovo mai quando lo cerco, atomix, eccolo qua.
Io chiudo, eh? Che chiudi? Il post!
AMEN


PP: Nybras, piantala con il papa, che mi stai facendo venir le tarancole!

Senza titolo 1030



Paesaggi di passaggio (V)



© S. Manfredi, my left eye, 2006



Ruotando la foto, il destro.

Buona giornata, mf

venerdì 28 luglio 2006

Senza titolo 1029


Metallibarze (a volte tornano)














01
Un automobilista entra nell'ufficio di vigilanza urbana di un paese di montagna.
" Ci sono vacche nere in questo paese?" "No"
Ci sono cavalli neri?" "Nooo!"
"Allora devo proprio aver investito il parroco!"

02
-Roberto,dimmi una parola con due "P".
-Bottiglia.
-E .. dove sono le due "P"?
-Nel tappo!


03
Ilary Blasi al marito:
"Amò, ò sai che me sò fatta l'Ericsson, quello che vibra!?"
Totti: "'Anvedi questa...Mò me fa cornuto pure cò i vecchi lazziali!!"



04
Due folletti trovano un fiasco di vino.
Uno dice "andiamo dietro un cespuglio e ce lo ciucciamo?"
L'altro risponde felice:
"Ok!Ma il vino lo beviamo prima o dopo?"


05
Una vecchietta di 90 anni è al parco con le gambe aperte che si sta gustando una fetta d'anguria.
Si avvicina un vigile e le chiede cortesemente di chiudere le gambe perche ci sono i bambini che stanno giocando.
La vecchietta scocciata risponde:
"Se chiudo le gambe le mosche vanno tutte sull anguria!


Come fanno la cacca le arance? A-grumi!!




06
Un americano, un russo e un talebano sono a bordo di un aereo.
Arriva la hostess e chiede all'americano: - Gradisce qualcosa da bere? L'americano risponde:
- Whisky, grazie! Fa la stessa domanda al russo e questo risponde:
- Vodka, grazie! Ripete la domanda al talebano e questo:
- Per me niente grazie, fra poco devo guidare!

07
Boom della tecnologia:
all’ultima ragazza a cui ho chiesto di darmela mi ha risposto:
”dartela no, semmai te la masterizzo!”



freddura
"Mamma è vero che quando si muore si diventa polvere?"
"Si è vero Pierino"
" Oh, allora sotto il mio letto c'e un morto"



breve
Una rana incontra un'altra rana con gli occhi gonfi e gli fa:
"ma cosa ti sei fumata"??
e la rana: "crac"


08
Un cacciatore de' Venezia va a casa e tutto felice dice a sua moglie:
" Ehi! GINA guarda qua! pim-pum-pam quattro lepri ed un fagian"!
Allora lei gli risponde:
"Ehi ! GINO guarda qua, un-pom-pin 100 Euro sul comodin.



09
Un carabiniere sta facendo le parole crociate:
- Dodici orizzontale, due lettere, "Sei romano"...
Ci pensa un po' e poi scrive: NO

Buon fine settimana a tutti, mf




Senza titolo 1028



mf, Max e pp





Protagonisti del sogno: mf, Max, pp, Bin laden, uno scagnozzo e un prigioniero di Bin, dai tratti mediorientali, forse afghano.
Location: una costruzione in legno stile hotel/saloon ma dai colori chiari.
Location esterna: percepita solo da una finestra, zona desertica con pochissima vegetazione sparsa a macchia di leopardo, ventosa.

Io ero là in versione Metalli Capa per riuscire a fotografare "voisapetechi", Max probabilmente non si era fidato a mandarmi da sola e mi ha accompagnata, pp, vallo a sapè... ma era vestito da guerrigliero :)

Ci troviamo prigionieri, in una stanza del "saloon", non troppo legati né bendati. Arriva Bin con uno scagnozzo.
Mi pare molto più alto e giovane di quanto non si sia visto in tv. Anche più "bianco".
Sorride e io penso che sarebbe un magnifico ritratto... lui ordina al suo scagnozzo di prendere il prigioniero mediorientale e lo fa portare in un'altra stanza.
pp e Max sono in un angolo, io mi preoccupo per loro, soprattutto per pp, ho la sensazione di averlo trascinato io in questo casino (e ora da sveglia, so anche perché).
Bin mi fa cenno di seguirlo, minacciandomi con un pistolone/mitra (non chiedetemi il modello). Ero seduta sul pavimento polveroso, mi alzo e lo seguo, sempre cercando di inquadrarlo, almeno in maniera virtuale, fotograficamente. Non ho paura.
Nell'altra stanza lo scagnozzo sta prendendo a pugni il povero prigioniero. Lo scagnozzo è un omone alto e grosso, in mimetica ma con un paio di scarpe ai piedi ridicole: uno scarponcino, mimetico anch'esso ma con i tacchi alti almeno 10 cm.
Capisco che stiamo girando un film (?) e mi scappa da ridere.
Mi aspetto che da un momento all'altro entri in scena mio "Figlio Lefty" e spari a tutti con una pistola ad acqua. Bin Laden mi molla un sonoro ceffone e la risata si smorza insieme al sangue che mi cola dal naso.
In arabo gli dico: picchiami pure stronzo, ma non in testa.
Lui ridacchia e mi mostra la lama metallica e affilatissima di un pugnale.
Sento l'odore del sangue che cola, altro motivo per credere di non essere nel reale. Io sono anosmica.
Lo scagnozzo, dopo avergli assestato un altro pugno nello stomaco, mette il prigioniero faccia al muro e lo immobilizza in parte col suo corpo. Ha le mani legate dietro la schiena e anche le caviglie sono legate saldamente.
Tira fuori dalla tasca della mimetica un pugnale identico a quello del suo capo e dice al prigioniero (sempre in arabo, dovete sapere che io in sogno sono poliglottissima): "Ora ti taglio a fettine come un san daniele".
"Come fa questo a conoscere il san daniele"? - mi chiedo, ma non do importanza più di tanto alla cosa... Comincio ad avere paura per la sorte del prigioniero e anche per la mia.
Lo scagnozzo di cui nel frattempo ho scoperto il nome (Bin si rivolge sempre a lui con Nur e qualcos'altro che però non capisco, quindi lo ribattezzo "be nur") avvicina la lama al viso del prigioniero e mentre sta per incidere il primo pezzetto di carne io mi giro dall'altra parte, per non guardare.
Bin, vicino a me dice: "Eh no! Ora vedrai con i tuoi occhi cosa facciamo ai traditori, dovrai testimoniarlo poi con la tua macchina fotografica".
Mi fa sedere su una sedia accanto ai due, lui è dietro di me, grida di non muovermi e tenendomi saldo il volto con gli avambracci con le dita mi forza l'apertura delle palpebre.
"Giochiamo ad Arancia Meccanica"? - mi scappa da dire.
Non gli piace la mia battuta, apre ancora di più le mie palpebre fino a farmi avere la sensazione che le mie povere orbite stiano per andare in orbita.
"GUARDA!"
E il novello Marsia comincia ad essere scuoiato, senz'anestesia e le grida e la visione obbligata mi fanno perdere i sensi.
Per poco tempo, quando mi sveglio la tortura è ancora in atto e Bin accortosi della mia "temporanea dipartita" ha allentato la presa e si sta godendo lo spettacolo.
Non si accorge che nella stanza sono entrati Max e pp, che nel frattempo sono riusciti a slegarsi (Solo Allah sa come, dati i soggetti).
Anche io mi trasformo rapidamente in Houdini e riesco a liberarmi delle corde.
I due torturatori sono troppo presi dall'estasi furente e Be Nur sta facendo un lavoro che Benvenuto Cellini si sarebbe sognato.
Scuoia in superficie, facendo uscire sangue solo i pochi punti... ma laddove esce esce copioso, denso e scuro e il forte odore che io non dovrei sentire dà la nausea e sento che mi fa male la testa, un dolore lancinante a destra.

Max: "È suonata la sveglia, non vai a camminare?"
mf: "No, ho mal di testa, ho appena ammazzato Bin Laden, se accendi la TV sarà su tutti i tg".
Max: "Ma non volevi fargli il ritratto?"
mf: "L'ho fotografato da morto, una maschera di sangue, anche se col ghigno... quel coltello tagliava pure il metallo... ah, pp ha ammazzato Be Nur, tu lo avevi fatto cadere a terra con una mazzata da baseball in testa, pp si è avvicinato al corpo svenuto e gli ha sparato"
Max: "pp aveva una pistola?"
mf: "L'ha sempre avuta ma apettava il momento giusto per usarla. Il prigioniero però non ce l'ha fatta, è morto. Uno su sei non ce la fa. Dormo un'altra mezz'ora, ciao".

Buon fine settimana a tutti, mf


ps: è un ricordo confuso ma nel sogno, ad un certo punto, Max e pp si erano nascosti fuori dal "saloon", dentro una specie di abbeveratoio per cavalli.
Bin l'ho ucciso io, l'ho accoltellato con una sorta di coltello bianco (forse di avorio?), rudimentale, che avevo nascosto in qualche tasca.

giovedì 27 luglio 2006

Senza titolo 1027


ombre


© S. Manfredi, Ombra su tela, 2005


Il colore fa la differenza ma non nell'ombra.

mf

mercoledì 26 luglio 2006

Senza titolo 1026


Ho cancellato (volontariamente) un post. Vado a cancellare questa giornata che era stata riempita positivamente, fino a poco fa.
Fanculo!
niente commenti idioti, per favore, o niente commenti, fate vobis... Grazie, Sabrina
Poi domani torno normale (forse).




mf



Il post cancellato era questo:

Metamovie

A Good Year (novembre 2006)









Era da un po' che non visitavo il sito italiano di R. Crowe; ieri, mando l'indirizzo ad un blogger che mi chiede "ma sai tutto di lui"?
Nel pomeriggio, in attesa che suddetto blogger, che millanta la sua conoscenza (sua di Russell Crowe, dice:) mi metta in contatto con l'Aussieman, vado nei "preferiti" e Capperi! A novembre uscirà un nuovo film... A good Year è il titolo e il regista è di nuovo Ridley Scott (Gladiator).
Certo, non è una notizia che mi cambierà la vita ma io, si sa, mi accontento di poco e così la giornata migliora.
Se volete vedere il trailer lo trovate QUI, in inglese (vi consiglio la versione a schermo grande).
mf

PS: mi scuso con chi aveva commentato, ovviamente il commento è andato perso. Chiedo una cortesia (sono ancora velenosa, stamattina)... Se non amate Russell Crowe o Ridley Scott va benissimo... ma il film uscirà a Novembre e anche si trattasse di una "cagata pazzesca" magari prima va visto, no?
Io dopo aver visto il primo film di Sofia Coppola avevo giurato che non avrei mai più visto una sua "opera", invece l'ho fatto...
E' andata meglio del primo, mi sono un po' "lost in traslation" ma non ho rischiato di uscire dal cinema come per "Il giardino delle vergini suicide".
Insomma, per una volta "tocchiamo con mano, anzi guardiamo con gli occhi" prima di giudicare, no?
per nybras: già abbiamo avuto una discusione , tempo fa su R. Scott e i suoi film. Non saranno tutti dei capolavori, ma di QUESTI, quanti come hai scritto ieri tu, nei commenti... li ha veramente girati Scott e quanti un suo "galoppino"?Buona giornata a tutti, mf

martedì 25 luglio 2006

Senza titolo 1025


Adele senz'H
Racconto lungo


S. Dalì, Purgatorio, nono canto



"Mi suiciderò".
Questa breve frase rimbombava spesso, sordamente, nei pensieri di Adele. Aveva solo 30 anni e viveva nel terrore di morire. Soprattutto di non sapere né come né quando sarebbe accaduto.
Vedeva nel suicidio l'unica via di scampo, l'unica risposta a quel quando e quel come.
Aspettava il momento giusto e intanto meditava sul "come"; voleva essere lei stessa il carnefice. "Mi hanno fatta nascere senza che io lo avessi chiesto" - pensava - "avrò almeno il diritto di scegliere quando morire".
Nessuno era a conoscenza di questi pensieri e del suo "proposito". Al contrario, nessuno dei suoi conoscenti, parenti o amici l'aveva mai vista abbattuta o depressa o in lacrime; forse arrabbiata, a volte scontenta, alle prese con qualche problema più o meno grande ma niente di grave sembrava pesasse sulle sue spalle.
Come tutti del resto.
Viveva in una grande città, in una piccola casa, da sola. E da sola voleva trovarsi quando pensava alla morte. "La morte non è argomento da compagnia" - diceva - "va affrontata da soli, nessuno può capire la tua paura quando senti che la paura sta per arrivare".
Inoltre non voleva rattristare con i suoi pensieri scuri chi le era amico.
Lasciava però che gli altri rattristassero lei.
Quando usciva per le vie affollate del quartiere periferico dove abitava, ad ogni ora del giorno incontrava barboni, ubriachi senza equilibrio, bambini scalzi e con gli occhi sempre troppo grandi per essere un bambino e con vestiti sempre troppo larghi per quei poveri corpicini scuriti dalle loro origini e dallo sporco delle strade.
Vecchie pazze che gettavano sale grosso dietro le spalle e vecchie pazze che maledicevano l'umanità e predicavano la fine del mondo.
Adele ogni volta si chiedeva il perché di tutto quello e ogni volta ricacciava quelle domande senza risposta dove era giusto che stessero: dentro le scarpe, fra la pianta dei piedi e la suola, schiacciate e con il massimo del peso che un corpo potesse offrire loro.
Adele tornava a casa, in preda a uno dei suoi attacchi di malinconia, di quella che ti fa chiudere gli occhi fino a far uscire le lacrime in modo meccanico e tappare le orecchie e serrare le mascelle. Proprio come una delle tre scimmiette d'argento che Adele conservava con amore, ricordo dell'unico compleanno festeggiato quando era piccola. Gliele aveva regalate lo zio Arturo, che le aveva comprate in uno dei suoi numerosi viaggi in Oriente, appositamente per lei, per i suoi primi otto anni.
Conservava quel regalo dentro una vecchia cassapanca di castagno, in un angolo della piccola casa, insieme alle poche cose care che valeva la pena di guardare, di tanto in tanto e da usare come madeleine, ora che molti ricordi cominciavano ad evaporare lentamente, così come alcuni di quegli oggetti cominciavano a scolorire e ad essere "intaccati" dalla forza distruttrice del tempo.
Un quaderno a quadretti ingiallito con delle foglie secche incollate, una per pagina.
Suo nonno, erborista ci aveva scritto di suo pugno il nome della pianta cui era appartenuta la foglia.
Un vestitino rosa, che aveva indossato per il matrimonio della zia Lina, insieme al cappellino della stessa stoffa e colore e la borsetta di paglia abbinata, con dentro un fazzolettino bianco con su ricamate da sua madre, a punto erba e in cotone rosa, A.Z. le sue iniziali...
Quando qualcuno le chiedeva come si chiamasse lei rispondeva: "Il mio nome e cognome sono il principio e la fine". Ma siccome nessun Edipo riusciva minimamente ad arrivare almeno al fatto che il suo nome iniziasse per A e il suo cognome per Z, alla fine lo diceva lei, evitando di trasformarsi in orrida Sfinge e di uccidere così chi avrebbe dovuto indovinare lo strambo quesito.

Dopo aver guardato, annusato, accarezzato ciascun oggetto come fosse le uniche cose che possedeva, dopo aver ricordato, per ognuno, i momenti in cui li aveva ricevuti o l'occasione in cui li aveva comprati, li riponeva tutti con cura, in ordine cronologico di appartenenza a lei. Poi si avviava verso il soggiorno e accendeva lo stereo.
L'unica cosa "moderna" in quel piccolo rifugio. Adele amava molto la musica, la considerava un antidoto per molti o quasi tutti gli stati d'animo negativi.
Il volume però, in certi momenti, doveva essere assordante e supplire il gesto del "tapparsi le orecchie" con le mani, fino quasi a stordire e a rendere il cervello capace solo di far entrare le note.
Spostava la manopola su LOUD, si rannicchiava sul lato estremo sinistro del divano e cominciava a piangere lacrime piccole, lucenti e silenziose. E pensava ad una cosa fra le tante strane che le venivano dette sempre da una sua prozia, quando lei era una bimba e la portavano in chiesa, "bisogna offrire il nostro dolore alle anime sofferenti del purgatorio".
Quando era piccola non capiva bene quella frase ma faceva quello che le veniva detto. Così ogni qualvolta cadeva dalla bici e si sbucciava un ginocchio, il dolore e il bruciore di quella ferita venivano "offerti" a quei poveri disgraziati di cui aveva visto le sembianze in certe tavole sulla Divina Commedia che la sua prozia teneva sulla toeletta della camera, vicino al piumino odoroso di cipria dolce.
E certe volte, probabilmente per l'autosuggestione, il dolore spariva quasi subito. "Mi sa che la sofferenza l'ho trasferita ancora di più su qualche poveraccio purgato" - le veniva da pensare e rideva alla parola "purgato" perché lo spirito "monello" che era in lei le faceva venire in mente una di quelle anime già sofferenti oltremodo, tali a causa di forti dolori di pancia.
Adele oggi non credeva più in quelle cose né in dio né in altro. Il dolore se lo teneva tutto per sé, senza offrirlo a nessun altro che non fosse lei stessa o la suola delle sue scarpe.
"Sto forse impazzendo?" - pensò quella volta, e con un gesto brusco della mano davanti agli occhi, cancellava tutte quelle immagini che le offuscavano la ragione. E sorrideva.
Si affacciò poi alla finestra, quella con la vista migliore, e guardando verso l'alto pregò il sole di non scomparire, per quel giorno.
Adele pensava a come sarebbe morta e si vedeva Jeanne d'Arc avvolta dalle fiamme; "Ma Giovanna credeva in dio" - pensava - "sicuramente non avrà sofferto... però è morta lo stesso" - aggiungeva la sua parte sarcastica - "e bruciata".
Quando si svegliava di notte, di soprassalto, a causa di un forte rumore che proveniva dalla strada o per un qualche incubo senz'aria, immaginava il suo funerale e uno per uno passava in rassegna ciascun partecipante di cui aveva la certezza della presenza in quell'occasione.
E quando ciascuno interpretava egregiamente la parte di disperazione che il copione di Adele prevedeva anche lei scoppiava a piangere, lacrime piccole e luminose e calde, che scendevano lungo le gote fino a che con il dorso della mano non le ricacciava in parte negli occhi.
"Ma io voglio essere cremata e voglio che la mia urna cineraria sia gettata in mare, dopo che un capitano maltese di una qualsiasi nave mi abbia sposata con l'acqua".
E rideva, perché l'unico matrimonio che avrebbe mai accettato sarebbe stato quello con l'acqua.
Sorrideva di nuovo e con un gesto brusco della mano davanti agli occhi chiusi cancellava il suo funerale.
Poi faceva come per rimettersi in sesto, si asciugava qualche lacrima rimasta ancora in vita, si riassettava il vestito, andava ad affacciarsi alla finestra, quella la cui vista notturna era verso nord e pregava.
Pregava la luna affinché illuminasse per sempre quella notte.

mf
Roma, 1991 / Viterbo, 2006

Senza titolo 1024


post breve





©S. Manfredi - Opuntia Robusta HL Wendl, 2005


O autoritratto del martedì

Buona giornata a tutti, mf

lunedì 24 luglio 2006

Senza titolo 1023


Brevi, lunghe attese


© S. Manfredi, Il rifugio, 2005


Roma, 22 novembre 1990

Quindici minuti che arriveranno fra un'ora
Pioggia di foglie autunnali alla finestra; le osservo cadere.
Un gruppetto di persone aspetta, annoiato, l'autobus.
Mi accendo un'altra sigaretta.
Maturo l'idea di scriver il rito dell'accensione.
Che non è il rito dell'ascensione né dell'ascensore.
Il vento improvviso impone la chiusura violenta alle persiane.
I fermi sono rotti però e nessuno li aggiusta.
Ora è buio di luce.
Ancora dieci minuti e potrò andarmene, finalmente;
stamattina è più freddo di ieri mattina.
Fuori fa più caldo.
........................................
Me ne posso anche andare.


Buona giornata a tutti, mf

venerdì 21 luglio 2006

Senza titolo 1022


Bambole ieri e oggi




Bambole al muro


È incredibile, certi oggetti, come ad esempio la Barbie (Signor Mattel, questa è pubblicità, nemmeno occulta... quindi se... ci siamo capiti, vero?), certi oggetti entrano a far parte della tua vita e nel corso degli anni, pur non subendo variazioni come "oggetto in sé", cambiano in maniera drastica. Te ne rendi conto all'improvviso, guardandoli di nuovo, un giorno, mente li stai mettendo in fila, come se tu fossi il colonnello che comanda un plotone di esecuzione.

Io da piccola non ne avevo una tutta mia ma giocavo con quella di mia sorella. Lei aveva anche Ken, e inventavamo storie d'amore ispirate ai film o agli sceneggiati che vedevamo in tv oppure semplicemente le facevamo rivivere questa o quella favola, cambiandole il vestito e trovando la giusta "location" a seconda della trama.
Con "Barbie Pan" era facile, vivendo in un luogo di mare ma con "Cappuccetto Barbie", trovare un bosco era difficile e allora dovevamo anche diventare scenografe.
I vestiti li cucivamo da sole, rubando qualche pezzo di stoffa nella "sacca del cucito" della mamma.
Il modello più facile era quello con un buco per la testa, al centro di un rettangolo o quadrato e poi si "uncinettava" del cotone o della lana colorati per fare la cintura, da stringere alla vita.
Per i modelli difficili chiedevamo aiuto a mamma o alla signora Gina che, guardacaso, faceva la sarta e abitava al di là della strada.

Poi c'era quello sexy, trasparente per le uscite romantiche e serali con Ken.
Stavolta il buco per la testa era al centro di un "cerchio di tulle", ancora odoroso di confetto e mandorla... un vestito trasparente, bianco o rosa a secondo della provenienza della cerimonia.
Ora che cipenso era sempre senza mutande (a parte i costumini estivi).
Quando rientravano dalla festa erano allegri e Ken, un po' alticcio, finiva per alzare la gonna a Barbie che dopo avergli mollato un ceffone lo abbracciava. Finivano a rotolarsi sulla ghiaia del giardino, fino a che qualche formica, attirata dall'odore del vestito, non chiamava a rapporto tutte le altre e alla fine la bambola veniva esplorata da piedi a capo, da una colonnina nera, in fila indiana.
Qualche volta le mettevamo delle briciole di pane negli occhi.
Ken rimaneva a guardare, in silenzio.

La Casa di Barbie era uno scatolone di pelati colorato con le tempere. All'interno, una scatola che prima di diventare il letto della bambola era stata la casa di un paio di scarpine di nostra sorella piccola.
Ogni tanto il gatto del vicino la usava anche come la sua casa, entrava senza essere invitato e passava lì delle ore, indisturbato, fino a che mio fratello non decideva di accendergli la coda.
Se ricordo bene, con mia sorella abbiamo inventato storie per diverso tempo. Credo di aver smesso di giocare con la B. verso i 12 anni (10 la sister).
Oramai in testa aveva più peli di gatto che non i suoi capelli biondi, le formiche a volte la invadevano anche di notte (Ken non le toglieva mai il vestitino odoroso e quelle ne approfittavano) e la sua pelle dorata era piena di minuscoli forellini che se li univi insieme con una penna ne usciva fuori una strana cicatrice post autopsia.
Ogni tanto si perdeva un braccio che veniva sostituito, finché non si ritrovava l'originale, dal cappuccio di una penna.
Allora le mettevamo una benda e diventava "barbie pan" sull'Isola dei pirati che non ci sono.
E via dicendo...

Quelle fotografate sono la metà delle barbie che vivono a casa di Pujo e sorella.
Ognuna ha il suo guardaroba... qualcuna ha il cavallo, una l'auto.
Dividono una casa con due Bratz e due Wynx.
L'ultima volta che ho visto Ken (o un tipo muscoloso, biondo che ha la "funzione" di principe o fidanzato, non so) era in bocca al cane di Pujo.
Forse il cane di Pujo si credeva una formica o il bambolotto odorava di confetto, chissà?

Buon fine settimana a tutti, mf

giovedì 20 luglio 2006

Senza titolo 1021


De profundis




Alla nostra cara Giarina è morto il computer.
A me il compito di dare il triste annuncio.

Saluti mesti, mf

mercoledì 19 luglio 2006

Senza titolo 1020


Passa-tempo (II)

La "solita metonimia pittorica".
Il ciondolo di una collana.





E' facile, è un pittore che io amo, è un soggetto che io amo, è un quadro "peccaminoso".
Vi ho detto (quasi) tutto.
Al vincitore tributi e onori: (i tributi potrà versarli entro i 15 del mese di agosto 2006, direttamente sul metacc).
Saluti, mf

Senza titolo 1019


Passa-tempoTest


O i 4 sono veramente in vacanza

...O è ora che io vada in ferie.






49

Il tuo quoziente intellettivo non è dei più rosei, o hai preso il test sotto gamba, oppure ti servirebbero nuovi stimoli per riaccendere quel barlume di lume della ragione che di lume ne fa ben poco, almeno così a prima vista .

Chiaramente ho preso il test sottogamba.
Va bene, me ne farò una ragione, buona giornata a tutti, mf


Ah! Se volete provare anche voi, il test è QUI

martedì 18 luglio 2006

Senza titolo 1018


=Uguale=


© S. Manfredi, Uguale (omaggio a ff), 2006


In pochi, lo so, capirete il perché del titolo "uguale".
Per spiegarvelo mi servirebbero 12 post, quindi evito e vi spiego l'omaggio a Francesca.
Lei ama i paesaggi, li dipinge e gli dà la sua impronta "ff" con colori, pennelli, spatola ma soprattutto cuore.
Lo stesso che mette a disposizione delle persone cui vuole bene.
Ieri le ho fatto vedere questa foto, mi è parso le piacesse molto, nonostante, forse, la troppa "nudità" dell'albero (è una regina, certe cose preferirebbe non guardarle, "perdonami la presa in giro bonaria, Giari").
Quindi oggi gliela regalo.
Tutto qua.
Buon martedì a tutti, mf

lunedì 17 luglio 2006

Senza titolo 1017


Paesaggi di Passaggio (V)



© S. Manfredi - Odissea - 2005



Di tanto in tanto, come ben sapete mi piace omaggiare Omero e la sua "Odissea".
Questa fotografia, guardandola, anzi, riguardandola perché la prima volta che la vidi non ci feci caso mi ha fatto venire in mente un'ipotetica carta geografica nonché mappa che potesse rappresentare il "mondo" ai tempi del lungo viaggio di Uliss, e le varie terre dove lui è approdato, con i suoi compagni.
Tutto ciò che riguarda i suoi approdi e le terre da lui visitate son supposizioni, seppure molte di esse attendibili;
ma Ulisse è il Viaggiatore, colui che è stato anche nel regno dei morti, colui che ha visto tutto il "vedibile". Ogni rotta è plausibile, ogni mappa potrebbe essere quella giusta.
Gli eroi e la fantasia non hanno bisogno di seguire indicazioni "umane".
Buon viaggio e lunedì a tutti, mf

L'impetuoso flutto intorno freme,
E una rupe va su liscia e lucente:
Né così basso è il mar, che nell'arena
Fermare il pie' securamente io valga.
Quindi, s'io trar men voglio, un gran maroso
Sovra di sé può tormi, e in dura pietra
Cacciarmi; o s'io lungo le rupi cerco
Nôtando un porto, o una declìve schiena,
Temo, non procellosa onda m'avvolga,
E, sospirando gravemente, in grembo
Mi risospinga del pescoso mare.

Omero - Odissea/
Libro V - trad. I. Pindemonte

sabato 15 luglio 2006

Senza titolo 1016


...Correva l'anno...

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Degno di nota il fatto che nello stesso anno siano nati i fondatori dei METALLICA...
Meno degno di nota (ora scriverò al signor Wiki!) il fatto che alla data del 15 luglio non compaia il mio nome.

AUG, Sabrina!
Che Zeus ti protegga
mf

Buon fine settimana a tutti.





giovedì 13 luglio 2006

Senza titolo 1015


Insoliti insoluti







© S. Manfredi - Insalata - 2005



L'assoluzione è la soluzione?

Un saluto, Immanuel e mf


Senza titolo 1014


Questo post non è una pipa







© S. Manfredi - Its just the beast under your bed(II) - 2008



Sul come non dire nulla partendo dal pensiero elementare, attraversando strade e percorsi dialogici, allegorici, metaforici, enfatizzati da ellissi poetiche e subliminali.
Per arrivare , contorcendosi dialetticamente, attraverso una serie di eufemismi ed ipotiposi...
Al nulla.

Erminio silente e mf (buona giornata)

mercoledì 12 luglio 2006

Senza titolo 1013


Paesaggi di passaggio (IV)







© S. Manfredi - Inverno:
Its just the beast under your bed
- 2005



Il titolo è stato ispirato: dall' Uomo del sonno, da Arcimboldo e da un incubo provocato.
Buona giornata a tutti, rimetto il silenziatore ad Erminio ed Immanuel:)
mf

lunedì 10 luglio 2006

Senza titolo 1012


Immanuel ed Erminio
Un po' di silenzio




© S. Manfredi, due di due, 2005



Erminio: "Immanuel? Hai sentito? Ha detto che non dobbiamo più fare casino, per qualche giorno!"
Immanuel: Erminio, ti prometto che io non aprirò bocca ma come farai tu? Gli altri due sono andati in vacanza ma tu... lo so che non potrai resistere!
Erminio: "Fratello, resisterò, mi drogherò e ubriacherò e ascolterò la musica a volume ancora più alto, vedrai... sarò talmente stordito che Nybras mi fa una pippa!
Immanuel: Potresti cominciare ad essere meno volgare, Ermy? Ma come ti esprimi? E soprattutto non importunare sempre quel pover'uomo che potrebbe anche rivoltarsi nella tomba!
Erminio: "Uffa, ho detto pippa mica sega o..."
Immanuel: ZITTTTTT che sta arrivando, le ho detto che non avremmo fiatato... stai qui, seduto vicino a me e giochiamo a vegeto, imitiamo le foglie e speriamo che non si alzi altro vento
Erminio: "Va bene, fratello... starò buono e mi farò foglia, te lo prometto ma... se si alza il vento, faccio la foglia frusciante e rientro nel gruppo, ok?"

Un saluto, mf

Senza titolo 1011


metapills 1
tifo d'arte










Tifosi amanti dell'arte o di Leonardo?
Fatto sta che stamattina, durante il "metagiro" delle 6, noto un cartello "nuovo" su un portone di un ufficio comunale.
Mi avvicino e leggo la scritta in stampatello maiuscolo-viterbese:
E ADESSO...
ARIDATECE LA GIOCONDA!!!!!!!!!!!!




Buon lunedì a tutti, mf




Metallipills 2
Casametalladidomenica










Domenica pomeriggio, ore 15 circa, casa Metalla.
Max: Ho sonno, sono stanco, ho caldo... vado in camera, a sdraiarmi un po', non venire là fra 5 minuti a rompere ... ok?
Mf sul divano : ok! Buona notte!
MF guarda sul televideo se in TV c'è qualcosa di guardabile e decide per un film mitologico sulle gesta di Giasone e compari.
Biscotti a portata di mano, cuscini quanto basta per una visione comoda e si comincia.
Il film, nonostante la presenza di qualche bravo attore, fra cui Dennis Hopper nella parte del crudele Pelia, non è niente di straordinario.
Dopo un'ora circa appare Max che guarda un paio di scene, gli Argonauti stanno navigando verso la Colchide, sbadiglia e mi chiede cosa sto guardando.
mf: shhhhh, guarda che si capisce!
Max pare non sentire, mi sa che non ha "terminato il pisolino"(?!?), sta cercando un libro... (Vado a leggere un po', ora, aveva detto un nanosecondo prima) bonfonchia qualcosa, mf lo prega di far silenzio e lui, dopo qualche minuto: Allora, mi dici cosa stai guardando?
mf: È un metallimito, prova ad indovinare di quale personaggio si tratta.
Max, dopo aver guardato (la scena è ancora in mare) distrattamente: Ulisse?
MF: No, non è Ulisse, riprova.
Max: Sono in mare, sembrano tutti sfigati, la nave è ridotta un "Ecce nave", è Ulisse!
mf: E dàlli! Ti dico che non è Ulisse, ti do un indizio, la nave si chiama Argo... quindi?
Max: Quindi sono gli Argonauti!
Nel frattempo la scena si è spostata in Colchide e su una donna.
Max: E la gnocca chi è?
mf:
La gnocca è Medea, la bellissima sacerdotessa di ECATE figlia del Re di Colchide e ora se non te ne vi a leggere come promesso mi faccio dare qualche consiglio da lei per farti sparire
.
Max: AH! AMEDEA! - ridacchia compiaciuto dell'infelice battuta e con il suo librone in mano se ne va di nuovo.
Fino alla conquista del Vello d'oro.



Metallipills 3
Si è capito il perché...










... Della reazione violenta di Zizou nei confronti di Materazzi.
Marco Materazzi , qualche secondo prima gli aveva detto, con tono di sfida.
Zinedèn! Se farai un altro gol farò in modo che tu venga a giocare all'Inter, è una promessa!

(n.d.r. chiedo scusa agli amici blogger-interisti che leggeranno, so che vorrebbero, in questo momento prendermi a testate ma questa battuta l'ho sentita in TV o letta in rete, non ricordo bene, e mi sembrava plausibile per una reazione simile, fra l'altro deprecabilissima. Non voglio infierire oltremodo su un ex grande campione, nonché ex giocatore juventino)

sabato 8 luglio 2006

Senza titolo 1010


Meta-stoca(u)sticismo

neurodialogoi












Caustico ioooo?
Beh, caustico forse, qualche volta... lo diceva a mf il suo amico XXX e lui era intelligente, un giovane di grande cultura e belle speranze; ora è diventato un famoso giornalista. Sì, a mediaset... vabbè, ho detto intelligente, mica perfetto.
Stocastico però non me lo aveva mai detto nessuno... Mi stavo per offendere.
Invece no, non è nemmeno una parolaccia, quasi quasi ti ringrazio...
E "Stocastico" sarà LEI... te lo risparmio. Ameno per stavolta
.

Erminio ad Immanuel, la notte scorsa, verso le 3,48.

Un saluto, mf

venerdì 7 luglio 2006

Senza titolo 1009


Tempi Lontani







- mf - 1969




... Max mi dice sempre che ancora ho quell'espressione da buffona, faccia di Culetto...

Buon Fine settimana a tutti, mf

Senza titolo 1008


V come Vendetta?


S. Manfredi, La giara, 2006


Venerabile Venere,
venga via volando!
Venga via, volteggiando!
Venere valete veramente venti milioni di vatu?
Vaneggio?! Vestale vereconda, Volli vedervi, velata, vivere velocemente, vendere vogliosa la vita.
Vostro vir virtuale vegliai vanesio.
Voluttuosa visione , Voltati! Varcai la vostra villa e una volta vinsi vini vetusti, la vostra virtù e vacanze a Vanuatu.
Vagammo : io venditore, voi vettura in vendita.
Valduga, verità e poi vendetta.
Volubile è il volere e volsi il vello.
Virus vattene!
Vae Victis, Venere!

Vostro Verso



PS: Auguri di cuore alla Sorellona Riccionascosto

Buon Venerdì a tutti Voi, mf

giovedì 6 luglio 2006

Senza titolo 1007


And the road becomes my bride (III)


Holier than thou










Avevo scritto un "racconto" che iniziava così: Il calendario da tavolo era fermo a dicembre e oggi è settembre, ma è lunghissimo. Così, per evitare di annoiarvi di giovedì, giorno noto per il detto "ridi ridi che mamma ha fatto gli gnocchi", magari ve lo farò leggere domani, venerdì, giorno di penitenza.

Intanto oggi vi aggiorno su quanto scritto ieri...
1) Stamattina, lo spaventapasseri /piccioni non c'era più: o il proprietario della casa ha letto mf o i piccioni lo hanno talmente riempito di cacca che è finito in lavanderia.

2) Il negozio con l'orario estivo è un negozio di pasta all'uovo, anche abbastanza rinomato, in città.
Questo spiega tutto. La C.G.I.L (Confederazione Galline Italiane Lavoratrici) ha raggiunto con il proprietario del negozio un accordo siglato con il "patto d'uovo" secondo il quale le galline non possono superare le 20 ore lavorative settimanali e la produzione di uova, di conseguenza, avrà un andamento a giorni alterni.
Insomma, il pastificio lavora quando le galline fanno le uova.

3) Ieri pomeriggio, tornando verso la macchina, dopo essere stata da un cliente ho trovato un altro uccellino (un passerotto) stecchito, proprio davanti all'auto... e l'ho fotografato.
Più tardi, parlando con uno di voi, gli raccontavo l'accaduto e lui mi ha sconsigliata di continuare a parlare di questo tipo di incontri.
Dice che danno adito a troppi doppi sensi e che ho una reputazione da difendere (quale?).
Quindi per un po' (almeno 2/3 giorni) niente uccelli, soprattutto cadaveri :)

4) Stamattina ho incontrato un figo della madonna: la prima volta, di fronte la casa di Santa Rosa, ho avuto la prima visione di questo giovane uomo (forse troppo giovane, anche potendovolendoessendolibera) che correva: un metro e 81, capelli scuri e tutti, occhi scuri, un bel sorriso (ha accennato un saluto come è d'uso tra chi si incontra a quell'ora di mattina), numero di scarpe 41,5 forse 42, maglietta bianca e pantaloncini neri, fisico asciutto, non palestrato né abbronzato. Niente fede al dito né anelli.
Gran bel ragazzo penso continuando a camminare, ascoltando la Metamusica.
E prendo il fausto incontro di buon auspicio per la giornata.
Giunta dall'altra parte delle mura, davanti al magnifico palazzo medievale dove abita il Dottor XY, una nuova visione: il tipo di prima, che evidentemente sta facendo il mio stesso giro ma a senso inverso sta di nuovo correndo "verso di me".
Io mi ero fermata a rimirare un fregio sovrastante il portone d'entrata. Il giovane atleta stavolta mi sorride apertamente e con un gesto tipico di quando hai la milza che ti sta per scoppiare sbuffa e si ferma davanti a me, che rimango impietrita più del peperino che mi circonda.
Mi dice qualcosa ma ho il volume al massimo (Max? Non leggere!) e dal labiale non capisco un accidente.
Mi fa cenno di togliere l'auricolare...
Cosa ascolti per andare così veloce? Da dove ti ho incontrata a qui avremo fatto lo stesso percorso ma io di corsa e tu... mi pare camminando.
E sorride di nuovo. Ci sono certi sorrisi che mi hanno sempre imbambolata. Sono quelli gentili ma non sdolcinati, che racchiudono un insieme di espressioni e di emozioni e che durano un istante ma eterno. E il tipo aveva quel sorriso, con il quale dopo la domanda continua a fissarmi con gli occhi nerissimi.
Come un automa mi tolgo gli auricolari dalle orecchie e glieli porgo.
Chiude gli occhi come se stesse per entrare nella sorgente della felicità... appoggia i due auricolari nelle orecchie...

ya who the hell are you?
ya ha you

Ieri o ieri l'altro ho visto in Tv il lancio dello Shuttle da Cape Canaveral. L'uomo di fronte a me, dopo aver spalancato gli occhi come se qualcosa si fosse impossessato della sua anima, fa un salto ascensionale di circa 15 metri fino ad atterrare (immagino bruscamente) sulla magnifica terrazza panoramica del dottor XY.

Me lo dite voi, ora, come farò io a recuperare il mio iPod!!??

Buona giornata a tutti, mf

mercoledì 5 luglio 2006

Senza titolo 1006


And the road becomes my bride (II)





Viterbo 2006 - spaventavolatili



Ieri mattina, passando davanti a questa casa ho notato lo spaventapasseri.
Ieri, sul tetto, sotto la "manica" sinistra del pupazzo, un piccione, tranquillo che si godeva il primo sole tiepido.
Stamattina ho portato la macchina fotografica ma il piccione non c'era.
Che lo spaventapasseri lo abbia fatto scappare?




Lavorare (d'estate) stanca





Viterbo 2006 - orario estivo



Buon mercoledì a tutti, mf

martedì 4 luglio 2006

Senza titolo 1005


Sogno o realtà?




Meta-Penicillium notatum





Lui , ieri ha scritto questo sogno nel sogno.
Ieri sera, a Casa Metalla, il sogno è diventato realtà.

A dimostrazione che i virus si propagano.
Buon martedì a tutti, mf

PS: In tempi migliori, quel mostro grigio/verde, con penicillina in fieri in vari punti che si è impossessato del frigorifero aveva le sembianze di un pomodoro.

lunedì 3 luglio 2006

Senza titolo 1004


Correva l'anno










...1243, elezione di Innocenzo IV (1243-1254) papa.
Per l'appoggio dato al Papa, Viterbo subisce un lungo assedio da parte delle truppe imperiali di Federico II di Svevia.
Il Papa, rifugiatosi in Francia per le aspre lotte tra Chiesa ed Impero, convoca a Lione un Concilio che dichiara decaduto dal potere Federico II, in seguito sconfitto nel 1248 a Parma dai Comuni della Lega Lombarda.
Si riacutizzano le lotte cittadine tra i guelfi, fedeli al Papa, ed i ghibellini, filoimperiali;
sarà Manfredi, figlio naturale di Federico II, a cercare di risollevare la fazione ghibellina.
Il principale scenario di queste aspre contese Sono la vicina Firenze e la Toscana, spesso legate ad eventi bellici di notevole portata come la battaglia di Montaperti del 1260:
con l'appoggio delle truppe di Manfredi i guelfi vengono sopraffatti e cacciati da Firenze stessa. Sono la vicina Firenze e la Toscana
Ma a Viterbo, divenuta ormai sede papale, è la fazione guelfa, capeggiata dai Gatti e dal suo rappresentante più celebre, il capitano del popolo Raniero, a prevalere.

Invece ieri hanno vinto i ghibellini.

Chissà che verso avrebbe preso la storia, in questo caso?
Ad un certo punto mf si avvicina ai pugnanti per documentare la cruenta battaglia ma dopo trenta secondi è costretta ad indietreggiare impaurita per la sua incolumità a causa di un lento e lungo sibilar di vento di morte affilata, dietro al suo orecchio destro.
Un fendente ha rischiato di mozzarglielo come quello di sanpietro fece col soldato romano.
E nessun gallo avea ancora cantato giacché eran le 19 di sera e a quell'ora le galline (e i galli) stan già dormendo.

Buon lunedì a tutti, mf

P.S: Le informazioni QUI.