mercoledì 28 febbraio 2007

Senza titolo 1194


primo marzo


© S. Manfredi, Camera con vista, Toscana 2004


Postato il 28 febbraio perché il primo m'arzo tardi e sarò fuori per tutta la mattinata.
Un saluto, mf

PS: messaggio criptato: l'incipit lo aspetto comunque, eh?

Senza titolo 1193


favolina veloce









©S. Manfredi - la zucca e il gatto - 2005




La zucca di sera si trasformò in una sontuosa carrozza,che dopo cena, con a bordo una principessa tarocca partì avendo come destinazione un castello sulla collina.
Il gatto rimasto gatto corse appresso ai topolini diventati cavalli, e questi, scalpitando diedero alla carrozza una velocità incredibile.
Il gatto nel disperato tentativo di raggiungerli fu travolto dalle ruote della zuccarrozza e morì spiaccicato e senza stivali ché quel giorno avea portato a risuolare dal ciabattino, mastro ciliegia.


Buon mercoledì a tutti, mf

martedì 27 febbraio 2007

Senza titolo 1192


MetaLuoghi


© S. Manfredi, titolo complicato, Tarquinia 2007

Solo vivendoli e vivendoci
i luoghi
diventano "magici"
e ne diventi
dipendente.


E io dipendo da quest'angolo di passato, presente e spero futuro.

Buon martedì a tutti, mf

lunedì 26 febbraio 2007

Senza titolo 1191



Metabreve
Da piccola i western mi piacevano molto.





Un omaggio "METALLICO" al Maestro Ennio Morricone.
Buon lunedì a tutti, mf

PS: Il brano The ecstasy of gold contiene una citazione della colonna sonora de "Il brutto il buono e il cattivo" di Sergio Leone e fa parte dell'album S&M (che non sta a significare Sabrina & Manfredi, purtroppo) con il famoso concerto live insieme alla San Francisco Symphony Orchestra diretta dal maestro Michael Kamen.

sabato 24 febbraio 2007

Senza titolo 1190


Metabarze
A volte ritornano...





01
Il parroco del paese decide di andare a far visita alla signora
Mariuccia, in occasione del suo ottantacinquesimo compleanno.
Mariuccia è l'unica maestra di organo e pianoforte in paese. Tutti
i musicisti della zona sono stati praticamente forgiati da lei.
Quando il parroco entra nota sopra l'organo un bicchiere con un
preservativo che fluttua nell'acqua. Il parroco non crede ai propri
occhi, tuttavia cerca di dissimulare la sorpresa per non mettere in
imbarazzo la vecchietta.
Mentre questa racconta tutto quello che ha fatto in 85 anni di
vita, il parroco non riesce a distogliere lo sguardo dal bicchiere col
preservativo che ballonzola nell'acqua.
Ad un certo punto, non
potendo più trattenere la curiosità e dopo aver preso coraggio con un
paio di bicchierini di vermouth, il parroco indicando il bicchiere chiede: "Perdona, figliola, mi potresti spiegare cos'è quello?"
"Quello? Oh, ma è meraviglioso! L'anno scorso stavo camminando per
la piazza del paese quando notai per terra una bustina che diceva, in
lettere molto piccole: collocare sull'organo, mantenere umido e preverrà qualsiasi malattia e da allora, pensi, neanche un raffreddore!"

02
Due amici si incontrano dopo diversi anni.
1 – Ehilà come va come non va etc. etc. etc.
2 - Ah, ciao benissimo, veramente bene ora che sono rimasto vedovo.
1 - Vedovo? Che fortuna! cosi adesso te la spassi eh.
2 - Macché fortuna e fortuna: ognuno è artefice della propria fortuna; non dirlo in giro, ma sono stato io.
1 - Tu? e se ti pescano?
2 - Nessun problema, ho usato un metodo impossibile a scoprirsi.
1 - Spiega spiega, come si deve fare?
2 - Ecco: tu stasera vai a casa, e quando vai a letto, ti fai una bella trombata, di quelle ricche; domani sera ne fai 2, dopodomani 3, e vai avanti così aumentando di una al giorno: in breve tempo, vedrai che tua moglie si esaurisce e schiatta.
1 – Va bene, se tu dici che funziona, provo.

Passano una quindicina di giorni ed il vedovo va a far visita all'amico.
Lo trova seduto su una poltrona del salotto, con 2 cuscini dietro la schiena, magro e smunto, pallido, pelle ed ossa, con la coperta sulle gambe, mentre si sente dalla cucina la moglie tutta allegra che, mentre lava i piatti, canta a mezza voce.
2 - Ehilà, ciao, come va?
1 - Bene, sta andando bene.
2 - E per il "progetto", hai provato?
1 - Sì, ho provato, e sta andando avanti bene, la senti quella là? Lei canta, non immagina nemmeno che sta per morire.

03
Un vecchietto pedala su una bicicletta scassatissima, vecchia e arrugginita.
Si ferma davanti al panettiere, la appoggia contro il muro, acquista alcune cose, esce ma... la bicicletta non c'è più!
"Oh mio dio, me l'hanno portata via, me l'hanno portata via!", esclama in preda al panico.
Piagnucolando disperato, senza accorgersi si accoda a un funerale che passa lì davanti. Un parente in coda al carro funebre si accorge del vecchietto che piange disperato, gli si avvicina e dice:
"Su, coraggio, capisco il suo dolore ma in fin dei conti era molto vecchia e malandata...".
E l'anziano signore risponde: "Sì, lo so, era veramente scassata, ma io con una pompatina davanti e una pompatina di dietro tiravo avanti tutta la settimana...".

04
In un convento di suore avviene un'irruzione di energumeni, che rivolgendosi alle impaurite suore dicono: "Sapete cosa facciamo ora? Ci facciamo una bella mangiata con quello che avete in frigorifero. E poi sapete cosa facciamo? Portiamo via tutte le cose di valore. E poi sapete cosa facciamo alla fine? Vi violentiamo tutte!"
E una di loro timidamente: "Sarà ciò che il Signore vorrà, ma, per favore, lasciate stare la badessa!".
E la badessa, comparendo all'improvviso: "Ha detto TUTTE!"

05
Una bionda e una bruna lavorano nello stesso ufficio. Un giorno arriva un fattorino con dei
fiori per la bruna da parte del suo fidanzato.
"Com'è carino il tuo ragazzo a mandarti dei fiori" commenta la bionda, ma la bruna risponde seccata:"Odio quando lo fa."
"Come mai? A tutte le donne piace ricevere dei fiori dall'innamorato!"
"Il fatto è che, ogni volta che il mio ragazzo mi manda dei fiori, dopo si aspetta che io stia per tre giorni sdraiata con le gambe per aria!"
"Scusa... ma non puoi procurarti un vaso?"

06
Jane viene a sapere che Tarzan, ignorando le tradizionali pratiche riproduttive, sfoga i suoi istinti sessuali servendosi di un buco in un albero. Un po' per compassione dell'ingenuità di Tarzan ed un po' attratta dal suo fisico atletico, decide di offrirgli il proprio corpo.

Dopo aver chiamato Tarzan, Jane si leva la pelle di giaguaro e si sdraia per terra a gambe aperte. Tarzan si avvicina e le sferra un calcio terribile tra le gambe.

Jane in mezzo alle lacrime di dolore: "Ma perche lo hai fatto? SEI IMPAZZITO?"
E Tarzan: "No, macché impazzito... Era solo per vedere se c'erano le api dentro".

Buon fine settimana a tutti, mf

venerdì 23 febbraio 2007

Senza titolo 1189


Tutti dicono...


© S. Manfredi, Autoritratto, Milano - 2007


Ma pochissimi lo dimostrano... Io lo faccio più spesso.
Con me stessa, ovviamente.
Categ. post narcisistici

Buon fine settimana a tutti, mf

giovedì 22 febbraio 2007

Senza titolo 1188


Home sweet home








©S. Manfredi, suonatoriditamburi appesi, Milano - 2007





Una rappresentazione visiva e sonora durante una soleggiata domenica mattina, di fronte al Castello Sforzesco di Milano.
I sette "attori-musici", imbracati, e appesi a dei fili che facevano capo ad una gru venivano innalzati fino a sovrastare i tetti dei palazzi adiacenti.
Mentre erano in alto rullavano i tamburi "bommm... bommmm... bommmm.. bom, bom, bom";
faceva molto esecuzione, a dire il vero ma poi sembra che io ce l'abbia con i milanesi, quindi dirò che trattavasi di esecuzione musicale di un certo livello (stando così in alto, soprattutto).
Non a caso in breve tempo una piccola folla di autoctoni, giapponesi e passanti (fra cui noi) si è riunita attorno la piazza, col naso in su, macchine fotografiche e cellulari puntati verso i suonatori e centinaia di clic si sono mischiati ai "bomm bommm"
Non vi farò il resoconto della tregiorni come promesso perché nessuno di voi (giustamente) perderebbe tre giorni di tempo per leggerlo.
Che sono stata bene l'ho già scritto... che a causa della continua tosse canina avrei potuto stare meglio lo immaginavate, credo.


Aggiornatjia salutare



Bombexmeta(lliche)fisiche




(a chi gliene puo' fregare qualcosa:)

La mia cassettina toracica (ina, si fa per dire...) sta ricominciando a respirare in modo corretto.
Riesco ad "imbarcare" aria e ad espellerla senza spolmonarmi e senza sputazzare contro qualsiasi oggetto o persona che mi stiano a meno di 70 cm di distanza.
Anche gli starnuti sono quasi azzerati e la produzione di muco nasale è esaurita (non vi dico che nuotate nel moccico che si son fatti i magnifici 4 in questi giorni e non vi dico come fosse ridotta la capacità anche della più semplice sinapsi;
Insomma, gli antibiotici che mi ha prescritto il mio dottore (certe pasticcone dall'involucro metallico che a vederle mettono paura) e lo sciroppo allegato in tre giorni hanno avuto la meglio su questa maledetta bronchite (pare di origine influenzale) che per oltre 10 giorni mi ha strapazzata non poco...
Non so se son pronta a delirare di nuovo ma il solo fatto di poter respirare liberamente e parlare come un essere umano mi fanno ben sperare.
Grazie a tutti quelli che, durante la penosa malattia mi han telefonato, scritto o messaggiato.
A coloro che non lo hanno fatto li perdono... si sa, le malattie "buonificano":)
Bentrovati e buon giovedì a tutti, mf

PS: in realtà ci sono ma non ci sono, eh?;)


lunedì 19 febbraio 2007

Senza titolo 1187


Home sweet home


© S. Manfredi, Metafisica dei tubi (meneghini), Milano - 2007


Sono tornata.
Sono ancora malata.
Più di quanto non lo fossi alla partenza, chi mi ha vista a Milano potrà confermare il mio stato di "ferro vecchio arrugginito".
Nonostante la mia condizione sono stata molto bene. Ho rivisto vecchi blogamici e ne ho incontrati di nuovi. La mostra di Giarina è stata un successone. I quadri sono uno più bello dell'altro. Ne avevo visti diversi suoi ma devo dire che, per questo evento, ho avuto la sensazione che Francesca abbia dato il meglio di se stessa e non lo dico per amicizia o piaggeria ma perché lo penso veramente.
Fra poco andrò da un dottore, non ho ancora deciso se meglio un pneumologo, un arrotino ingoiato, un neurologo (mi son soffiata il naso dalle 1521 alle 6536 volte, temo di aver lasciato qualche neurone a Milano) o uno sciamano.
Strada facendo deciderò.
Per ora basta così, aneddoti, gossip e quant'altro non appena smetterò di sputazzare contro il monitor o sulla tastiera ogni 10 secondi.

Una cosa però ve la devo dire subito: in OGNI ristorante milanese, sui menu, alla voce "DESSERT", il tipico dolce che non manca mai è la Pastiera Napoletana, oramai ribattezzata Pastiera meneghina :)
Vergogna!

Buon lunedì a tutti, metamoribonda

giovedì 15 febbraio 2007

Senza titolo 1186


Segnalazja et salutazja












E' giunto il momento.
Della trasferta meneghina di Mf e i magnifici 4 (e Max, naturalmente) per assistere all'evento dell'anno:


Alberi, 20, orizzonti e Incanti. Molti di voi avranno notato il banner nella colonna di sinistra che annunciava la cosa.
La regina GIARINA inaugurerà, sabato 17 FEBBRAIO, ché tanto non siamo superstiziosi, la sua personale di pittura a Milano, alla Galleria degli artisti.
Per l'occasione interverranno numerosi (speriamo che la Galleria sia enorme) blogger, amici di Francesca ed estimatori del suo lavoro (di cui mi onoro possedere un'opera con dedica).
Speriamo non venga quel critico antipatico di cui non faccio il nome ma Giarina mi capisce.
Se qualcuno di voi si trovasse lì, in zona... il VERNISSAGE, inizierà alle 17 .
Per informazioni potete contattare me (fino a stasera) per mail o per chi lo ha, tramite cellulare.
Lunedì o martedì vi racconterò tutto, magari vi mostrerò anche quello che vi siete persi (per chi non verrà), dato che Giarina mi ha assunta come fotografo ufficiale dell'evento (che la possino:)
Buon fine settimana a tutti, mf


PS: sarà un successone.

mercoledì 14 febbraio 2007

Senza titolo 1185


Festa degli innamorati


© G. Crepax, Valentina


Un possibile anagramma del titolo, decidete voi se appropriato o meno riguardo alla festa di oggi...

Lo sfinii gradatamente

E tanto per rimanere in clima "valentiniano" vi lascio una poesia (d'amore).


Dentro l'amore (A. Gatto)


Al segno che ti dà la stanza sciogli
sulla parete l'ombra dei capelli,
le braccia alzate, la flessuosa voglia
d'avermi, e già dal ridere mi volti

nella raffica buia, mi cancelli

per affiorare dal lamento vano.

Smarrita, nel cercarmi con la mano,

nel distinguermi il volto, grata, piena

d'aperto e poi ripresa dalla lena

della dolcezza, calma a poco a poco

come in un lungo brivido. Dal gioco
degli occhi che balbettano mi ridi
sul petto a colpi di piccoli gridi.




Buon mercoledì a tutti, mf

martedì 13 febbraio 2007

Senza titolo 1184


Sogni giganti


© S. Manfredi, Rivisitazione della "Gigantessa" di Magritte


Il mio mondo onirico, quello buono senza accoltellamenti e sangue, senza visioni apocalittiche o "Guerniche" odierne, quando si allunga fino a che io possa ricordare di averlo vissuto è meraviglioso.
Ricorre in maniera particolare un sogno fatto di palazzi, altissimi, merlati e medievali. E io sono sempre in cima che guardo in basso e mi precipito giù, senza timore alcuno di sfracellarmi, sicura come una Sfinge che precipitando non muore.
Questa notte, in compagnia di un uomo, una vecchia conoscenza del periodo adolescenziale che forse un termine usato nei commenti di ieri ha fatto riaffiorare nel mio io. Era con me in veste di "Virgilio" (in realtà lui si chiama Marco), ci affacciamo da questo terrazzo "merlato" e io decido che devo buttarmi, conscia che nonostante le decine di metri che mi separavano dal piancito non costituissero affatto un pericolo.
E così è, mi lancio nel vuoto e non ho nemmeno le ali di Icaro.
Arrivo in breve tempo, fluttuando, a terra. Trovo il mio mentore giù che mi aspetta, amabile e gentile. L'atmosfera è anni '70, o almeno io la percepisco così guardando le ragazze e il loro abbigliamento. Un cinema enorme all'aperto, molte sedie occupate ma noto anche molte sedie vuote... Noi rimaniamo appoggiati ad un muretto che delimita l'entrata e dà la possibilità di guardare lo schermo.
E ho ora la sensazione di essere a Roma, al quartiere "Aurelio" ma non domandatemi perché.
Il film proiettato pieno di immagini di film neorealisti, alternati con immagini di film di Stanlio e Ollio. Piango e rido. Marco mi consola e ride con me. Finito il film la gente se ne va, le sedie rimangono tutte vuote e Marco mi fa capire che lo aspetta un altro compito. Rimango da sola e guardo verso l'alto, seguendo per tutto il muro il palazzo medievale...
Il vuoto che provo ora è nulla rispetto al vuoto attraverso il quale sono precipitata all'inizio.
The End.

PS: un ringraziamento a Kubrick, Magritte e van Eyck

lunedì 12 febbraio 2007

Senza titolo 1183


Paesaggio Etrusco








©S. Manfredi Verso "L'ara della Regina"
- Tarquinia, acropoli etrusca - 2004



Il titolo del post è ispirato all'uscita imminente del libro di Paolo Ferrucci .

Da piccola, in questa zona mio padre ci portava a cercar funghi (Ferlenghi) e io e i miei fratelli (1 fratello + 2 sorelle e simili) giocavamo a nascondino fra le enormi pietre etrusche.

Bollettino medico: ancora raffreddore ciclopico.
Ma sopravvivo, magari mi prenderò il pomeriggio di vacanza.

Buona nuova settimana a tutti voi, mf


PS: per i pignoli (tipo skylark:). l'acquedotto in primo piano è Romano, quindi il paesaggio etrusco è "contaminato".

sabato 10 febbraio 2007

Senza titolo 1182


Multa Fisica


Meta-multa


MultaFisica nel senso che regalare 152 euro al Comune di Bassano ha peggiorando notevolmente la mia influenza.
E tutto per 11 sporchi chilometri in più!!!
Ah, mi hanno fottuto anche 2 punti sulla patente. Vabbè, ne avevo 22 ora sono nella "normalità".
Torno a letto che ho un raffreddore ciclopico.

Un saluto, mf

venerdì 9 febbraio 2007

Senza titolo 1181


Metalliphoto



© S. Manfredi, Mimesi o:
L'uomo che lasciò sua moglie appesa ad un muro
, 2006



Buon fine settimana a tutti, S.

mercoledì 7 febbraio 2007

Senza titolo 1180


metapills
Hair!







Cespuglione "stirato"


Perché per averli così e per un solo giorno, due al massimo... devo pagare il giardiniere e farmi sbruciacchiare i magnifici 4?
Che ingiustizia, però!

mf





metapills2
casametalla!










Perché Uno che non ha la patente da sempre, ogni santa mattina mandata da Zeus ti deve far incazzare perché oltre a scegliere il luogo dove parcheggiare deve sindacare SEMPRE sul tuo modo di farlo?
(Lo ammetto non sono una maga del parcheggio ma cazzo, la prima volta che mio padre mi ha fatto guidare avevo 14 anni e da 25 ho la patente mai ritirata, qualcosa vorrà pur dire, no?).

Saluti, mf

PS: e questa è una delle divergenze tra me e il suddetto stamattina (Mi ha fatto cambiare la gonna perché secondo lui non stava bene, ha criticato la scelta degli stivali, ha brontolato perché ho lasciato le mie chiavi in casa...
Ah, e ieri sera dopo aver visto la foto coi capelli lisci ha avuto da ridire sul fatto che non lascio mai "sedimentare" un post, soprattutto quando è un bel post (cosa che lui raramente ammette).
AAA vendesi max usato ma in buone condizioni... su EBAY qualcuno lo vorrà?

Saluti di nuovo, mf




metapills3
LatoB









Per la serie "A grande richiesta" e "il narcisismo non abita qui" mf latoB (che di solito nei 45 giri era di un bruttoooooooo:)

Ora basta però, eh?



metapills4
Nipoti strane









Fino allo scorso anno mia nipote n. 1, Federica (noché sorella di JoPuyo) andava in visibilio per questo essere: comprava i suoi dischi, leggeva le sue biografie, collezionava le sue foto e diceva che era un uomo sensuale, bellissimo e bravissimo (anche come cantante, sì!).

I Tempi cambiano





Da qualche tempo al sentir nominare il signore di cui sopra non le brillano più gli occhi e non si infervora tutta come una delle nostre zie ad un concerto dei Beatles ma... ha le stesse parole (con un "E' strabellissimo, un figo! in più) per il soggetto di cui alla foto dopo Manson.
Ora, cosa deve pensare una povera zia?

PS: Il "secondo amore di Federica si chiama Jarvis Cocker
(nessuna parentela con il grande Joe e forse qualcuna con la razza canina tanto in voga negli anni 70:) ed è l'ex leader dei PULP.

Senza titolo 1179


Cielomare o marecielo
Fantameta


© S. Manfredi, Cielomare, 2004



Come forse qualcuno ricorderà quando mf era una bambina (ma a volte anche oggi pensa a cose strane e impossibili, ammettiamolo) credeva che gli abitanti del Polo Sud, o comunque di quella zona della Terra molto a sud dell'Equatore, dovessero vivere "al contrario", ovvero a testa in giù.
mf pensava anche: "Ma se tutto si capovolge, anche il cielo diventerà mare e il mare diventerà cielo e le navi navigheranno in cielo e i pesci voleranno?"
Domande sciocche di una bambina che guardava troppo le nuvole e tentava di prenderle con una mano, senza riuscirci...
"Che sapore avranno? Zucchero filato al latte o panna montata?" pensava -
Una volta, mentre pensava cose del genere, diventarono pian piano grigie e scurirono sempre di più fino a diventare quasi nere. Il loro sapore cambiava con il cambiare del colore...
E cambiava tutto, il mondo si rabbuiava e mf correva nella sua cameretta e si metteva a testa in giù sul letto e metteva a testa in già le due bambole.
Così, sperava, le cose si sarebbero raddrizzate e anche le nuvole sarebbero tornate al sapore di zucchero filato.
Non succedeva mai.
Ma una volta la bambina, decisa e testarda, iniziò a capovolgere tutto nella stanza, almeno tutto quello che le sue forze permettevano, per ripristinare, quello che secondo il suo pensiero era l'ordine naturale delle cose.
Girò per primi i quadretti da lei disegnati e colorati che raffiguravano Topolino e quiquoqua, poi tutti i giocattoli nel cesto rovesciati a terra e quelli che non avevano forme arrotondate, capovolti a loro volta.
Una piccola rivoluzione architettonica e infine lei.
Si tolse il vestitino a quadretti perché la parte inferiore, quando si metteva a testa in giù le andava a solleticare il mento e l'equilibrio veniva meno.
Maglioncino a calzamaglia e... rovesciate tutte le coperte finì con il rovesciarsi anche lei ma solo dopo aver tolto anche il materasso di lana cucito a mano (mf ora che è grande si ricorda che in casa i materassi erano tutti cuciti a mano, con dei buffi fili fra una "pagnottella e l'altra", mf si chiede oggi, dopo aver riprovato a dormire su uno di questi tempo fa, come caspita fosse possibile passare otto ore su quel coso bitorzoluto e instabile... robe vecchie, vabbè).
La rete metallica: da bambina mf ci saltava su e faceva spesso divertire i suoi cuginetti piccoli, uno dei quali , guardacaso, ancora se lo ricorda bene e da un po' di tempo ha anche aperto due Blog1 e Blog2 nientepopodimenoché dalla lontana Cina.
Okay, ritorniamo alla piccola...
Dopo aver fatto un paio di salti sulla rete ripensa al cielo capovolto e alle nuvole che non possono diventare nere e sapere di fiele, né il mare diventare cielo e i pesci volare.
Per ristabilire l'ordine cosmico avrebbe dovuto capovolgersi lei stessa per tutta la notte.
Prima prova, fallita... Seconda prova, fallita.
Alla terza prende una bella rincorsa dalla porta, poggia le mani sul bordo di legno del lettino a darsi lo slancio, novella Comaneci spicca un salto a capriola e novella Kamikaze va a fare un botto clamoroso colpendo con parte del corpo e di "striscio" con la testa il comò bastardo che era rimasto nella sua posizione primigenia.
La piccola mf finisce al pronto soccorso con rivoli di sangue sul viso e durante il tragitto verso l'ospedale guardando in cielo vede le nuvole nere nella notte e pensa che abbiano il sapore del sangue, ora.

PS: volevo scrivere tutt'altro oggi ma invece di prendere l'ascensore ho preferito salire a piedi.

Buona giornata, mf

martedì 6 febbraio 2007

Senza titolo 1178



Drinnn, suona il campanello





Mf apre la porta e il tipo che ha suonato alla porta poco fa cerca il titolare.
Dopo avergli fatto capire che il titolare era occupatissimo e che riceveva solo per appuntamento ha chiesto un biglietto da visita.
Non trovando subito quello di Max gliene ho dato uno dei miei.
Allora mi ha chiesto se fossi io, Sabrina Manfredi.
E gli avevo appena detto che il biglietto era mio.
Mi dice che comunque aveva suonato per proporre un corso di autostima e qualcosa che ha a che fare con il potere.
Gli ho gentilmente fatto capire che la mia autostima (c'avevo Erminio che scalpitava: "buttalo fuori, noi ci autostimiamo!!! Buttalo fuori") è alta e che non penso di aver bisogno di esercitare potere su nessuno, al momento.
È di quelli che non molla, dice che chi ritiene di avere un'autostima alta ha bisogno di frequentare il corso più di chiunque altro... e parte con un pippone sull'equilibrio e sui momenti in cui si ha più bisogno e quelli in cui ci sentiamo in grado di affrontare l'oggi senza problemi.
Non so come staccarmelo dalla gamba... Gli dico che ho da fare e lui mi dice di pensarci su.
Erminio sbraita: "Che aspetti a farlo uscire?"
Lo invito molto gentilmente ad uscire perché ho da fare (e due) e lui mi dà la mano dicendo:
"Sabrina, è stato un piacere, spero cambi idea".
Mi vien da dire: "Seloscordi, Erminio ha pochi punti fermi nella vita, uno di questi è che tu esca e prenda l'ascensore... o la tromba delle scale a spinta, come preferisci..."
Lo saluto, gli auguro buon lavoro e mentre pigia il pulsante per l'ascensore mi dice:
Posso almeno offrirle un caffè, Sabrina?
No, grazie... le avrei fatto volentieri compagnia ma ho molto da fare (devo scrivere questo metaepisodio sul blog!)... Arrivederci.

E finalmente entra in ascensore e va via.
E spero che la sua autostima dopo aver perso un possibile "cliente" e un possibile "rimorchio" gli facciano pensare di iscriversi ad un corso avanzato.

Buona giornata a tutti, mf

lunedì 5 febbraio 2007

Senza titolo 1177


Mondipossibili
Fantameta




©Sabrina Manfredi - Lost in space - 2007






Alqua2J#7 stava schiacciando un riposino all'ombra della grande quercia quarzosa, la più grande del parco, la più luminosa e lucente di rosa, quella ancora mai intaccata dalle schegge provenienti dall'Altrove e quella dove lui, durante i momenti di quiete del pensiero era solito andare per uno sguardo verso l'infinito, che da lì si poteva distinguere quasi in maniera finita.
Ed ora era in pausa. Aveva smesso la tuta da lavoro e indossato quella da "riposo", quella cucita con i bordi con fili di torio e samario proveniente dal mare tranquillo e nebbioso.
E mentre con gli occhi chiusi trasmetteva i suoi pensieri al suo clone femminile, ancora intenta a programmare l'ultimo esserino atomico, futura generazione di umanoidi che li avrebbe sostituiti tutti entro il 2059, Alqua2J#7 sentì un rumore sordo provenire da dietro la grande quercia, proprio in direzione del suo casco protettivo.
Interruppe bruscamente la trasmissione del pensiero lasciando l'interlocutrice interdetta e con un salto semicircolare e rasoterra raggiunse l'altra parte.
A mezz'aria, sospeso nella mistura rarefatta di ossigeno e azoto una figura a lui estranea, seppure abbigliata similmente a lui.
Gli puntò istintivamente contro la sua arma positronica e l'altro, aggrappandosi ad un ramo di quarzo che sporgeva si aiutò a scendere tentando, per quando possibile, di tenere le mani alzate.
Alqua2J#7 tentò la connessione del pensiero e gli chiese chi fosse.
Lo straniero rispose con la sua voce che filtrò da un piccolo dispositivo simile a quello di 2J#7 che rimandava una voce metallica e profonda.
"Abbassa le armi, sono un astronauta in ricognizione, vengo dalla terra e sono qui per raccogliere dati geomorfologici su questo pianeta.
Il traduttore spaziale che Alqua2J#7 aveva innestato nel lobo frontale fece il suo dovere e la voce proveniente da quell'involucro sembrava non essere minacciosa.
Nonostante fosse una sorta di robot umano una specie di istinto lo spinse ad abbassare le armi e ad invitare lo "straniero" a sedersi dove prima era lui e ora con lui.
Dato che non c'era nessun problema di comunicazione grazie al traduttore spaziale e dato che lo straniero , toccandogli amabilmente una spalla gli aveva elargito un calore energico fino ad allora mai provato, Alqua2J#7 si sentì sorridere dentro e cominciò a bombardare con le più svariate domande l'ospite;
il quale non si fece pregare a dare risposte esaustive ed esaurienti... In cambio Alqua2J#7 gli parlò della sua vita, del fatto che il suo pianeta era uno dei più all'avanguardia nello spazio, fra i più evoluti e che la sua specie era pacifica e che, grazie alla parte robotica avevano un'aspettativa di vita ultrasecolare.
L'ospite, scienziato e avido di notizie si fece raccontare tutto il possibile e passarono molto tempo, di quello spaziale, a parlare, raccontarsi, e anche a ridere perché Alqua2J#7 aveva innestato nel suo circuito primario anche il "diritto al sorriso" . Ne usufruiva di tanto in tanto, soprattutto in compagnia del suo clone femminile, in tempi passati ma ora... Spiegò all'Uomo, non gli veniva mai da ridere. La preoccupazione per la sorte della sua specie era enorme. Se il progetto degli Altroviani avesse avuto buon fine essi sarebbero scomparsi nel vuoto spaziale e sostituiti con una specie più avanzata e sarebbero finiti schiavizzati e con quasi più nessun diritto, compreso appunto, quello al sorriso.

L'Uomo gli parlò della fragile condizione sociopoliticogeografica e soprattutto meteorologica in cui versava la terra oramai da secoli.
Alqua2J#7 gli disse che lui conosceva bene i problemi della Terra, aveva molti campioni di animali e piante provenienti dal luogo, habitat dell'umanoide e dei suoi simili, e gli disse anche il suo pianeta aveva, due secoli prima aveva avuto le stesse difficoltà...
Gli Altroviani arrivarono proprio quando l'autodistruzione era imminente ma essi, con le loro tecnologie riuscirono a debellare ogni calamità naturale, l'effetto serra, il surriscaldamento eccessivo del pianeta che, secondo Alqua2J#7 era molto simile alla terra, una sorta di gemello parallelo ai confini della via lattea.
Discussero molto altro tempo fino a quando Alqua2J#7 fu chiamato dal laboratorio. Dove era finito? L'esperimento era da concludere entro poco tempo. Gli dissero di sbrigarsi altrimenti le guardie altroviane lo sarebbero andato a cercare e...
Accompagnò prima e velocemente l'uomo laddove gli aveva detto era il suo modulo e gli disse di non muoversi fino a che lui, più tardi non lo avesse raggiunto.
E così l'uomo si chiuse nella sua navicella e comunicò subito tutti i dati di cui era in possesso, attraverso scansioni spettrolasergrafiche e trasmissioni elettromitocondriali di alcuni campioni di flora e resine raccolti prima dell'incontro.

L'attesa fu lunga, tanto che pensò che Alqua2J#7 non sarebbe mai venuto. Anzi si spaventò al pensiero che avesse raccontato tutto agli Altroviani e che da un momento all'altro un'orda di strani esseri vestiti come lui e con armi positroniche imbracciate arrivassero a conquistare la navicella e lui.
Comunicò alla base le sue perplesità e quelli gli dissero di partire il prima possibile....
I motori erano accesi, la sensazione di lasciare quello strano essere mezzo umano e mezzo robot gli fece risvegliare la sua ulcera protostatica. Si iniettò subito, contro il dolore, con una minisiringa monodose 2 cc di gherdopamina, un inibitore spastico ad effetto immediato.
Immediatamente una fitta lancinante alal testa lo fece barcollare, una seconda lo trascinò a terra, facendo cadere l'altra siringa a terra... Un urlo straziante lo chiamava... Aspettami!!! NON partire senza di me!!!.
Era il pensiero di Alqua2J#7! Stava arrivando. abbassò la potenza dei motori al minimo e guardò dall'unico oblò attraverso il quale era possibile la visualizzazione esterna. Alqua2J#7 Stava arrivando. Dietro di lui almeno 10 guerrieri che gli ricordavano un film visto da bambino.
Corazzati da capo a piedi, sparavano al fuggitivo con le armi positroniche...
SCUDO! - disse all'orecchio impiantato sulla parete vicino la porta di ingresso della navicella e subito quella fu rivestita di uno scudo deflettore radioattivo che era sicuro avrebbe tenuto alla larga le guardie.
riusci contemporaneamente a riprogrammarlo facendo in modo che uno spicchio di navicella ed esattamente quello vicino all'ingresso fosse privo di radioattività e mentre Alqua2J#7 continuava a correre verso il modulo l'astronauta aprì il portello e gli gridò! QUI! Vieni, sbrigati!.
Grazie ad un propulsore inglobato nella tuta da "riposo" Alqua2J#7 riusci ad accelerare ancor di più la sua corsa tanto che entro' nella navetta quasi come un vento spaziale. L'astronauta in preda ad una fretta mai avuta fino ad allora riaccese i motori, e quando furono pronti a decollare disattivò lo scudo e alla fine del countdown, lasciando le guardie altroviane lontane e immobilizzate allungò la mano a Alqua2J#7 che gli comunicò queste parole.
Grazie all'infinito, terrestre. Non ti pentirai di aver scelto di portarmi con te sulla Terra.

mf

sabato 3 febbraio 2007

Senza titolo 1176


Stacchetto fotografico





©Sabrina Manfredi - Infinite autumn - 2007


Buon fine settimana, mf

giovedì 1 febbraio 2007

Senza titolo 1175


Lettere 21 (seconda parte)
Ricordini elementari






Nella puntata precedente eravamo rimasti alla "G"
riprenderemo dunque dall'acca o, se preferite, dalla "muta"


Dunque l'ACCA: il "cartoncino quadrato" era praticamente vuoto, a parte la lettera ai 4 lati In stampatello Maiuscolo e minuscolo, idem per il corsivo.
Il maestro ci disse che nonostante fosse una lettera impronunciabile nel caso in cui ci fossimo dimenticati, durante i dettati o i temi, di inserirla laddove andava inserita avremmo preso sicuramente zero spaccato.
Già perché non bastava prendere zero e subire la punizione a casa, di solito niente Carosello o dolce la domenica. Ma io non saprei proprio dirvi esattamente la verità... ho preso zero spaccato solo una volta in quarta elementare, compito di aritmetica... Piansi talmente tanto che il maestro alla fine, commosso e impietosito mi disse: "dài Sabrina, non è la fine del mondo, guarda, io strappo il compito e lo zero spaccato ma tu smetti di piangere, va bene?"
E dopo aver constatato "de visu" il gesto magnanimo del mio (adorato) maestro Giuseppe, fra i singhiozzi e il moccico che scendeva copioso sul fiocco, gli feci un sorriso che lui capì essere un sorriso di ringraziamento da lì all'eternità.
E poi avevo tutti 10 ovunque, mica poteva distruggere così la mia carriera elementare, no?

I= Incudine. Quel blocchetto metallico ogni tanto, data la pesantezza, cadeva a terra e quindi veniva sostituito dall'Imbuto, più leggero e di plastica.
Una volta cadde sul piede di Marchesi che si trovava a passare di lì, avendo fatto tardi, per portare la giustificazione al maestro.
L'incudine gli cadde sul piede destro e gli frantumò il mignolino, così come non si sa bene cosa frantumò il mio mignolino durante la mia presentazione al mondo.
Marchesi finì al Pronto Soccorso e si fece 10 giorni di vacanza da scuola. Al ritorno zoppicava leggermente ma poi grazie ad una nuovissima tecnica di riparazione delle ossa messa a punto da un orto-pedico che veniva in vacanza al mare in estate a Tarquinia e che prendeva in affitto sempre la stessa casa bianca, vicino alla casa di Marchesi, dopo tre mesi il nostro compagno cominciò gli allenamenti di rugby, imparò a scrivere perfettamente la I e non entrò mai più in ritardo in classe.

La I era anche la vocale che mi piaceva di più perché il nome di mia mamma cominciava per I.
Una volta le feci vedere quant'ero brava e scrissi Imerda almeno 30 volte, fino a riempire la pagina.
Presi 10 e lode perché avevo anche allegato un bellissimo disegno di mia mamma con il pancione pieno di mia sorella Olimpia (la piccola).

Avevo allora un difetto di pronuncia, una sorta di cinesismo etrusco. Pronunciavo la ELLE erre e quindi mia mamma diventò una parolaccia.

L=Luna... E come dimenticare quell'ora della giornata, l'ora in cui suonava la campanella che decretava la fine delle 5 ore passate sul banco (tranne la mezz'ora di ricreazione, naturalmente). Si usciva in fila per due, fino al cancello. Lì venivamo smistati: alcuni a destra, quelli i cui genitori venivano ad attenderli all'uscita. Gli altri, fra cui io, a sinistra e si andava tutti insieme, con la "signorina" a prendere l'autobus in quanto "extracomunitari", ovvero abitanti oltre le mura della città.
Con la ELLE di Luna il maestro ci fece fare un sacco di pensierini... la luna nel pozzo, la Luna e i falò, perché una volta uscita dal pozzo era zuppa fradicia e si doveva asciugare.
La luna caprese, una ricetta che ancora oggi preparo quando ho poco tempo a disposizione;
la luna storta, la luna di traverso, la luna-tica ovvero il disegno di un sedere a forma di luna arrabbiata e via dicendo.
Compito con la ELLE: 10!

M: il cartoncino quadrato la riportava come iniziale di Mela.
Scrivete una pagina del quaderno facendo esempi di azioni che inizino con MELA.
Ci guardammo tutti negli occhi per capire che cavolo voleva dire il maestro ma dopo che lui ebbe fatto un esempio cominciammo a pensare chi con la matita in bocca, chi con l'indice grattatesta, chi con la biro nell'occhio (Moretti a forza di infilarsi la biro in un occhio alla fine lo perse e nessuno in classe mai lo ritrovò).
Melamangio, melatiro, melasento, melanina, melaporto, melagioco, melampo, melatonina(che era la mela che Tonina Allegri aveva in borsa).
Quel giorno uscirono fuori le frasi più strane ma tutti imparammo sicuramente a scrivere "MELA" in maniera perfetta...
Certo, il figlio (futuro maniaco sessuale e molestatore di signore anziane) del Signor D. (uno dei due avvocati in paese) fu espulso per tre giorni e furono convocati i genitori per capire come educavano il ragazzo.
Le sue frasi topiche cominciavano con: Meladai, melotieni, melo(fatevobis che tanto capite tutti), Melasognodinotte, Melampo e MelissaPi.
I genitori si giustificarono come meglio poterono ma il danno era fatto e la voce corse presto per le vie della cittadina o paese che dir si voglia.
Però anche Sandrino imparò la lettera M.

N: c'è poco da dire sulla ENNE, un grosso Nodo da marinaio di lungo corso campeggiava al centro del cartoncino.
Scrivemmo tutti 20 volte Nodo e il maestro ci diede anche delle corde (una ogni 5 alunni, divisi a gruppi) per provare a fare lo stesso nodo e poi disegnarlo dal vivo.
Io ero capitata di gruppo con Petri, Cambi, Falisco e Maria Dosi.
Petri provò ad annodare la corda ma ne uscì un semplice nodo che venne poi sciolto da Cambi, il quale a sua volta provò per minuti e minuti riuscendo a legarsi i polsi che solo l'intervento di Falisco, il più alto e robusto della classe, in pochi minuti riuscì a slegare.
Io proposi di copiare direttamente il nodo disegnato sul quadratino di cartone, nessuno mi seguì e lo feci da sola, dando origine ad un nodo da marinaio che nemmeno Corto Maltese in vita sua aveva mai fatto. Peccato che lo feci per errore usando il quaderno di Petri, il quale, farabutto se ne impossessò e poi lo spacciò per un suo disegno.
Maria Dosi era una bimba triste ma molto intelligente e, a scuola, bravissima. Due grandi occhi azzurri sempre un poco velati di lacrime spente.
Girava la voce fosse orfana e vivesse con dei parenti che stavano facendo del tutto per mandarla in orfanatrofio. Ma erano voci discordanti, qualcuno diceva anche che suo padre un giorno, in preda ad un raptus, avesse ucciso la moglie e la sorellina di Maria e che poi era finito in prigione perché accusato dalla testimonianza di un vicino.
Io fino a che Maria non arrivò nella nostra classe (a sei mesi dall'inizio della scuola) mi ritenevo la più sfigata. Poi cambiai idea.
E comunque i due maschietti le passarono la corda, visto che anche lei faceva parte del gruppo ed aveva manifestato la voglia di provare.
Suonò la campanella della ricreazione e, come sempre, tutto quello che stavamo facendo fu bruscamente interrotto e corremmo tutti fuori a gicare in cortile.
Il ritorno non ci fu. Di solito il maestro poco prima che suonasse la campanella di fine ricreazione entrava lui per primo, insieme ad un'altra collega.
Si sentì un urlo. La collega del Maestro.
Avevano trovato il corpicino di Maria penzolante ma per fortuna era ancora viva. Aveva fatto un nodo scorsoio perfetto e lo aveva "fissato", aiutandosi con una seggiolina, a uno dei ganci a muro dell'appendiabiti dove mettevamo tutti i nostri giacchini e cappotti e quant'altro.
Per fortuna il tempo che aveva passato "impiccata" non fu molto e l'ospedale distava giusto il tempo di attraversare la strada, cosa che il maestro e Remo il bidello fecero battendo ogni record di velocità di "corsa con corpo quasi morto in braccio".
Maria tornò in classe dopo una decina di giorni. Portava un fazzolettino al collo per coprire la piccola cicatrice rimasta.
La accogliemmo tutti felici e prima che entrasse in classe chiesi, insieme a Roberta la mia compagna di banco, se potevamo togliere il cartoncino col NODO. La richiesta fu accordata, con un saltello arrivai a strappare il nodo nel "quadrato" e lo misi appallottolato nella cartella e una volta a casa, l'ho bruciato su una pira in giardino, assieme ad un braccio staccato della bambola Billie.

O: come oca. Qui è d'obbligo il rimando ad un post della cara Maria Strofa. Comunque molti dei miei compagni di classe abitavano nella campagna maremmana e tutti avevano un'oca starnazzante in cortile... C'è inoltre da dire che la O, a meno che non abbiate un maestro che si chiami Cimabue, è una delle lettere (insieme alla I) più semplici da imparare a scrivere, no?

Ora basta, i magnifici quattro cominciano a non ricordare più molto di quel che accadeva "decinaia" di anni fa... Magari in un'altra puntata.
Siamo tornati, sani e salvi (più o meno)
Saluti a tutti, mf