venerdì 14 dicembre 2007

Senza titolo 1415


L'Orella e Sabrina, amiche per sempre
ricicla-menti








Onde di mare mosso hanno scosso queste poche canne al vento che mi fanno da albero maestro durante tutte le mie divagazioni assiomatiche o ermeneutiche (trovare asintoti e ossimori nelle frasi non è difficile).


Detto ciò la storia di Lorella vi vado a raccontare
:

Lorella era la mia amichetta del cuore quando eravamo piccole (anni '70). Lei abitava di fronte a noi, ma solo nel periodo estivo; il resto dell'anno stava a Roma. Viveva con i suoi genitori Oreste e Ottavia ma durante il periodo estivo, sua nonna Velia era ospite fissa del figlio e nuora. Velia era una NONNA de Roma che aveva come hobbie quello di farci delle merende da urlo, ogni santo pomeriggio alle 17 in punto...: "Loryyyyyyy, Sabbbryyyyyyy, venite è prontoooooooo".
Era un po' sorda e il tono di voce era sempre esagerato. A volte ci chiamava urlando, magari eravamo dietro di lei, facevamo certi salti.
Lorella era una ragazzina molto carina, alta come me ma con i capelli lisci e lunghi ( io puntualmente glieli tiravo per vedere se erano veri o aveva la parrucca) e scuri e l'apparecchio ai denti;
lo volevo anche io ma non ne avevo bisogno, allora masticavo due tre chewingum del ponte, li modellavo e me ne facevo uno verde o rosa a seconda del gusto e poi mi divertivo a sbiascicare le parole come chi appunto parlava con l'aeroplano ai denti.

D'estate indossava solo magliette a righe come suo padre Oreste, che pareva un gondoliere de Roma emigrato sulle coste laziali, e pantaloncini ogni giorno di un colore diverso a seconda di come Ottavia, sua madre, si metteva il fiocco ai capelli. Aveva sempre i capelli legati dietro e fissati con un fioccone enorme.
Eravamo diventate amiche due giorni dopo che lei si era trasferita per la prima vacanza: i primi due giorni ci siamo scrutate, io facevo avanti e indietro con la bici nella via e passavo davanti al suo cancello, lei era dentro e giocava con il secchiello e la paletta ma senza sabbia, con il brecciolino del giardino (in seguito usato per terribili battaglie di sassi).

Il giorno dopo io esco con mia mamma e incrociamo lei con la sua. Quel giorno la ricordo bene, aveva un fioccone color diarrea fumante e Lorella i pantaloncini pendant: "un obbrobrio", dissi fra me e me.
Ci salutammo e la mamma "Che carina la sua ragazzina, ha solo questa? beata io ne ho 4 ma sono buoni, non mi lamento" (mia mamma... ora smadonna tutti i giorni a tutte le ore, rimpiange di non essere una single zitella e più sola di un lama del Perù:).
"Che bei ricci che ha la sua, sono tutti e 4 così? Beh, vero suo marito... lei invece li ha lisci, bellissimi" (vero, mia mamma aveva dei capelli splendidi, lunghi fino alle chiappe e di solito li raccoglieva a mo' di "cofana" stile Anna Marchesini allo stadio).
Blablabla, cominciarono a ciacolare e io e Lorella facemmo lo stesso.
E così diventammo amiche!!!


Passavamo quasi tutto il giorno insieme a giocare, ad andare in bici, a vendere i nostri "Topolino" per la via agli altri bambini che passavano, e con il ricavato gelati e chupa chups a volontà! Parlavamo della scuola, facevamo i compiti insieme, se una di noi si catapultava con la bici l'altra subito a farle da "madre".
Insomma tanto amiche da decidere di sancire ad un certo punto questo "amore" con un patto di sangue.
Quando ancora era Lorella, avevamo visto in TV un qualche film dove due bambini, promettendosi di rimanere amici per tutta la vita, si fanno un taglio e uniscono i loro polsi insanguinati.
La cosa ci era piaciuta e un giorno ci buttammo appositamente giù dalla bici e unimmo il sangue delle nostre "sbucciature ginocchifere". E così sigillammo l'eternità della nostra amicizia... della quale io conservo ancora la cicatrice.


Come Lorella diventò Orella


Il suo nome all'anagrafe era Lorella R. ma un giorno, dopo un paio d'anni che eravamo già diventate amiche per la pelle, sua cugina Laura, giocando con i fiammiferi nella cucina della sua casa romana, per sbaglio (ovvio, almeno si spera sia stato così) le diede fuoco ad un dito...
E dopo giorni di cure mediche e ospedale, era subentrata un'infezione e due vermi gialli avevano preso a rosicchiarle il dito e a farle fuoriuscire pus giallo ocra e dal dito e dal naso, quindi a cancrena inoltrata... i medici decisero di tagliarle l'indice incriminato e incancrenito...

Così, deficiente di un pezzo, i genitori che erano due artisti (secondo mio padre pazzi e drogati, ma lui con Oreste ci giocava a tresette e con la moglie a scopa e in quei momenti erano persone bravissime) decisero di eliminare anche qualcosa dal nome, per non farla sentire squilibrata... e








Lorella così diventò Orella. Io quando tornavo a casa e mia mamma mi chiedeva dive fossi stata le rispondevo "da Orella mà... porella".
La cosa all'inizio mi faceva senso e pure schifo... digiamolo... ma io ho sempre avuto un forte senso di PIETAS nei confronti di chi stava peggio di me (e Orella in quel momento ci stava) che superai lo sgomento e lo "schifo" e continuai, memore il patto di sangue, a volerle bene... anche più di quando aveva tutti i pezzi a posto.

Pensate: io e Orella eravamo nate lo stesso anno ma lei a giugno, io a luglio. Lei non sempre era in vacanza a giugno quindi avevamo deciso di festeggiare un unico compleanno ad AGOSTO.
ci facevamo fare una bella torta, così potevamo metterci anche le candeline dei miei fratelli più piccoli nati in quel mese...
Fino a che Orella venne a passare l'estate in quella casa io festeggiavo il compleanno ad agosto così, dicevo, invecchiavo un mese dopo.
Da dopo l'incidente però Orella aveva sviluppato una forte idiosincrasia per tutto quello che le ricordava la mancanza del dito quindi NIENTE candeline accese sulla torta. Mettevamo quelle per i miei anni, quelle per i suoi e quelle per i miei due fratelli "agostini".

Per quanto la torta fosse bella e grande la mancanza di luce ne faceva un cimitero di cera, seppur colorata e divertente e mia mamma per evitar di far piangere i due piccoli, che volevano spegnere le loro candeline, la sera faceva una specie di sceneggiata con le candele accese, magari piantate su una scatola che la torta era finita e i due mocciosi si accontentavano.



Il dito di Orella non crebbe più.
All'inizio lei lo credeva, i suoi le avevano fatto un quadro/collage con tutti ritagli di giornale e vecchie sue foto dove, se si vedevano le mani, lei aveva 10 dita e non nove e un cm... le avevano lasciato un moncone nella speranza a primavera fiorisse.
Dopo due anni (avevamo ormai nove anni a testa, quindi volevamo scappare di casa perché maggiorenni) il dito non era ricresciuto e Orella cominciò a dare segni di squilibrio. Parlava con il dito mancante, nella speranza ricrescesse, gli cantava la ninna nanna tutte le sere:
Ninna nanna al dito mancante
fai la nanna ditino pedante
torna presto indicino latente
se nun torni te dò la corrente

fai la nanna piccoletto
che orella ti dà un bacetto...

nun me laricordo piùùùùùùù



Visto che io ero la sua più cara, inseparabile amichetta del cuore, Orella mi aveva dato un compito... tutte le mattine alle 7,30 mia mamma annaffiava i suoi preziosi vasi di fiori (mia mamma fa fiorire anche le scope, io faccio morire anche le piante che non vogliono né acqua, né luce né friskies né ciappi... un vero pollice nero) quando mia mamma aveva finito io, che tanto a quell'ora ero sveglia come una Mantispa vispa, dovevo prendere il mio annafiatoio piccolo di plastica, riempirlo di acqua...










andare a casa di Orella che mi aspettava in piedi sul terrazzino... entrare con lei in casa, andare in bagno a pianterreno (di sopra gli squilibrati facevano meditazione), rubare una pasticca nell'armadietto dei medicinali dei genitori (non chiedetemi che rubavo, ce ne stavano di tutti i tipi e ogni mattina ne prendevamo una da una confezione diversa e di colore diverso, tanto per non farli insospettire) la scioglievamo nell'acqua.
A volte passavamo prima in cucina e ci mettevamo anche coca cola o fanta o quello che c'era in frigo di bevibile (compresi alcolici e una volta un liquido bluastro che, vi giuro, sembrava sangue)


Di come lo intruglio veniva infin versato su la parte mancante et seguito...


Dunque, il risultato di tale miscuglio di liquidi e solidi veniva poi mescolato con un po' della nostra saliva (esattamente uno sputazzo a testa nell'innaffiatoio ) e versato da me in quantità modiche, di mezz'ora in mezz'ora sull'ex indice di Orella.
Il primo giorno non accadde nulla, il secondo nemmeno e fino alla domenica (avevamo iniziato di lunedì con la luna nuova, mia mamma diceva che se si seminava con la luna nuova i fiori crescevano in fretta e rigogliosi... e noi così facemmo nella speranza che il Fiordito spuntasse a breve) quando, mentre ero ancora in casa, in cucina a far colazione con i miei fratelli, bussò la mamma di Orella, ancora in vestaglia e con un fiocco a pallini (fondo rosa fucsia con pois enormi verde stinfalo) in testa, agitatissima... che a voce alta diceva a mia mamma anche lei ancora in vestaglia e "scofanata":
Dove sta Sabrina? Devo assolutamente parlarle e deve assolutamente venire al Pronto Soccorso con me, Oreste e Orella sono già andati da un pezzo. Inoltre deve accompagnarci suo marito perché ho trovato la gomma della 500 a terra

Mia mamma fu presa da un attacco di ansia, venne in cucina e mi prese per una treccia dicendomi "Stavolta che hai combinato???"
Ioooooo??? niente, ecco... ve la prendete sempre tutti con me perché sono piccola e nera !!!




Entrò in cucina anche Ottavia: i miei fratellini la guardavano con curiosità.
E ti credo, la mattina alle otto sembrava fosse già fatta di LSD+ TPC che, mischiato nel latte dava vita al TPFLC= Tutto Per Fare La Cacca, u preparato prugnosergico perché Ottavia era stitica ed era solita prendere delle pastiglie ogni giorno: quelle che poi noi, ogni tanto usavamo per l'intruglio, alternandole agli stupefacenti.
Ad un certo punto mio fratello, rivolgendosi a mia sorellina ridendo le dice: Mi presti la tua bambola nuova? La faccio diventare come la signora Ottavia: tutta colorata!!!
(il che significava: te la rendo inutilizzabile e come bambola e come qualsiasi altra cosa).
La piccola corse subito in camera a prendere la bambola e ci si sedette sopra finché il ghigno malefico di Hulkyno non scomparve addentando un altro biscotto, dopo averlo immerso nel latte.
Insomma per farla breve, mia mamma mi spedì con Ottavia (chauffer: mio padre che durante il tragitto di sicuro parlò metaforicamente, per non farmi capire ma io CAPIVO già, delle loro partite a scopa) al Pronto Soccorso per rendere testimonianza.

Avevo capito che era successo qualcosa di grave a Orella ma che cosa esattamente, lo capii solo guardandola, una volta arrivati al P.S.
Orella era in una stanza con un dottore. Indossava una camicina da notte rosa cipria a fiorellini celesti che la faceva sembrare una bambola stanca.
Appena mi vide mi disse, mostrandomi le mani:
Guarda Sabrina, si è seccato tutto!!! e mi mostrò la parte di mano che annaffiavamo ridotta peggio della Terra desolata di Eliot o di un cretto di Burri che, secondo me, prima di cominciare la serie quel giorno o i successivi aveva visto la mano di Orella e ne aveva tratto ispirazione.
Si erano formate delle crepe profonde che lasciavano intravedere i tendini, e anche qualche ossicino carpale.










Per fortuna non le davano dolore (evidentemente nell'intruglio c'era qualche autoanestetizzante, secondo me la CocaCola... chissà!!
A vederle erano uno spettacolo pietoso e rivoltante..
Le dissi dopo essermi avvicinata: "Dai, Orellì! Vedrai che il dottore ti guarisce... non piangere ora gli parlo io".
Il dottore mi prese da una parte e carta e penna alla mano si fece dire che cosa avevamo messo come fertilizzante sulla manina di Orella.
Io gli dissi tutto, però non mi ricordavo i nomi di tutte le pastiglie usate... gli descrissi solo le forme e i colori. Dopo un breve consulto prima con altri medici e poi con i genitori di Orella giunsero alla conclusione che la bimba doveva restare sotto osservazione e soprattutto doveva farsi curare quei crepacci prima che si aprissero ancora di più e si dovesse arrivare al taglio della mano.
Ci lasciarono sole per qualche minuto, prima di andare via...
Orella aveva la mano fasciata, le lacrime agli occhi e si disperava perché il dito non le era ricresciuto.
Non ci siamo riuscite Sabrì! E ora, ho sentito che se non riescono a richiudere i crepacci che si sono formati, mi taglieranno anche la mano... ti prego aiutami!
Come facevo? io mi sentivo pure in colpa, anche se l'idea della pozione "cresciditocresci" era stata sua non mia.




L'avevamo chiamata così perché ogni volta che "innaffiavo" cantavamo insieme:
Cresci dito cresci,
speriamo ci riesci,
altrimenti ti diamo in pasto ai pesci.



A detta dei dottori le conseguenze dell'annaffiata giornaliera non sarebbero state così "invasive" se non ci avessimo messo le pastiglie che avevano degli alti contenuti venefici, causa della "nuova" cancrena alla mano di Orella.
A quel tempo "tenere tali prodotti" in casa e soprattutto alla portata di bambini era illegale e perseguibile ai fini di legge quindi, dopo una denuncia partita dai medici a carico di Oreste e Ottavia, i Carabinieri fecero una perquisizione a casa dei signori R. (che vennero arrestati per detenzione e, si scoprì, anche spaccio di stupefacenti e in seguito condannati a scontare non so quanti anni di prigione ma so che quando uscirono era passato qualche anno, 5 o sei forse).


La perquisizione fu fatta anche casa dei miei, data la vicinanza e visto che Ottavia aveva detto che io e Orella praticamente eravamo inseparabili.
La cosa più stupefacente che trovarono fu una coppia di bambolotti "trattati" in maniera alquanto "makumbesca" (non so se il termine è esatto ma avevano spille e spilloni conficcati in corpo ed erano abbrustoliti come il corpo di Santa Rosa qui, a Viterbo) alla vista dei quali l'allora Maresciallo C. (ora pensionatissimo) sobbalzò e interrogò Hulkyno per sondare la sua piccola mente perversa, magari sperando di farsi dire se nei bambolotti era stata nascosta della droga.
Hulkyno lo sguardo "spiritato" lo ha sempre avuto, da appena nato... tanto che mio padre voleva rimandarlo indietro, dopo averlo visto nella culla, in ospedale.















Mio fratello e la piccola avevano ricevuto per uno dei famosi compleanni di agosto la stessa bambola, femmina per lei maschio per lui (ovviamente?), e la sorellina piccola, dopo un'accorata e accurata opera di coinvolgimento da parte di Hulkyno costatale 100 lire e la collezione quasi completa della cavalleria Airfix (in realtà mia sorella prese un cavallo e un fantino e minacciò di masticare l'uno e buttare l'altro nella tazza del bagno) mio fratello, piuttosto che perdere un soldato, decise di cedere al ricatto e "prestarglieli" tutti, poi tanto, avrebbe trovato il modo di riaverli.
La sorellina dicevo...infine, paga del "riscatto", decise di dargli la sua bambola amata per l'esperimento.
Quindi, dopo la visione delle "bambole assassine", i carabinieri decisero che a parte dei ragazzini squilibrati per cause naturali, non c'era null'altro in casa che potesse far partire un'altra denuncia a carico stavolta dei miei genitori e se ne tornarono al comando, stavolta a sirene spente (erano arrivati che pareva dovessero arrestare il delinquente più ricercato d'Europa e di tutti gli altri continenti).





ninoooooooooninooooooooninoooooooo un casinooooooooninooninoooooooooo (per chi non capisse, sono le sirene.


Torniamo a Orella!
In seguito alla cattura dei due genitori fu affidata temporaneamente a nonna Velia che, nel frattempo, era diventata ancora più sorda e "urlona" e si era trovata pure un nuovo marito, più giovane di 10 anni, si chiamava Nello e al dito le aveva infilato l'anello.
(Quello vecchio glielo avevano rubato due scippatori "Torpigna" dopo che Nicola, il suo primo, povero marito era defunto, spiaccicato dal 64 a largo Argentina, mentre attraversava la strada in Bicicletta, sulle strisce pedonali).

I dottori anche stavolta non erano riusciti a fermare la cancrena e si rese necessario, per evitare l'espandersi della stessa, amputare la mano e buona parte del polso per rimuovere tutto il "cretto Burrifero" ed evitare l'espansione dell'infezione.
Orella continuava a dirmi che prima o poi anche se le avessero tagliato un braccio, sarebbe ricresciuto... io ormai non ci credevo più, anche perché a casa mia madre mi aveva fatto un lavaggio del cervello a forza di dirmi che le parti del corpo agli umani non ricrescono ma che poteva succedere solo ad alcune famiglie di animali o insetti.





Orella passò i due mesi successivi l'operazione in ospedale tra medicazioni e fisioterapia applicata e con la nuova amputazione le cose cambiarono.
Stavolta non riuscivo a guardare la parte menomata, mi sentivo troppo male, mi sforzavo di nuovo ma vedere quel polso senza la mano appresso mi procurava un dolore tale che Orella doveva rendersene conto perché un pomeriggio mi disse:
" Senti Sabrina, se non mi vuoi più come amica, dimmelo... io capirò, lo so che sono diversa e questo braccio monco ti fa impressione, lo vedo che non lo guardi, sai? ma non è colpa tua. Sono stata io a dirti di innaffiarlo e comunque non è colpa tua, il medico mi ha detto che è stata una stupidaggine ma che comunque il dito non sarebbe mai ricresciuto".
Mi sentii, forse per la prima volta in vita mia, una merda puzzolente e piena di mosche che ci vomitano sopra, e scappai dalla stanza piangendo. E continuai a piangere per tutto il pomeriggio finché la sera, sul tardi, mi buttai vestita e con tutte le scarpe sul letto e mi addormentai profondamente.
Se vi dovessi raccontare tutto l'evolversi della storia, staremmo su splinder per i prossimi 289 giorni... vado velocissima ora, contenti? :))

Io e mia mamma e qualche volta Hulkyno e la sua "borsa degli attrezzi" (tenaglie, forbici, colle varie, temperini e un piccolo trapano elettrico malfunzionante) andavamo spesso a far visita a Orella che, sebbene non fosse proprio sempre allegra, aveva comunque ricominciato a sorridere, soprattutto quando Hulkyno le chiedeva se una volta tornata a casa, gli avrebbe fatto fare qualche esperimento col suo braccio.


Un mese dopo...


Orella in ospedale, nei giorni successivi, conobbe un bambino poco più grande di lei che era finito in ospedale esattamente per lo stesso tipo di "trauma" al dito.
Il bambino però non era stato "bruciato" dal cugino ma si trovava un giorno in uno dei negozi di alimentari di famiglia e in assenza del commesso che era andato in bagno, tentò di farsi un panino con il salame e, dopo aver tagliato la prima fetta, e una seconda, era arrivato alla parte finale del "culetto", e tentando di metterlo in modo da avere altre fette, gli scappò il dito nella lama dell'affettatrice in funzione e così parte del dito (praticamente tutto tranne un cm) finì insieme alle fette già tagliate per il panino.
L'ospedale più vicino era lo stesso in cui era ricoverata Orella.
Era un bambino sveglio, la menomazione non lo aveva scoraggiato troppo, tranne la paura iniziale per sei litri e mezzo di sangue versato sul bancone, sul pavimento e un litro nella borsa della madre, durante il tragitto in ambulanza.
"Abbiamo altre nove dita" - diceva ad Orella che gli aveva raccontato la sua storia.
Divennero subito amici e i genitori di lui, grossa famiglia terriera della bassa maremma e proprietari appunto di una serie di negozi di alimentari dove vendevano gran parte dei prodotti delle loro terre, venuti a conoscenza della storia triste di Orella e vista la reciproca simpatia che era subito nata fra i due decisero, dopo aver conosciuto anche nonna Velia, il neononno Nello e i genitori in carcere, di chiedere loro l'affidamento di Orella.
Non fu difficile, avevano grosse conoscenze in campo giuridico e bastarono tre o quattro telefonate al giudice X e al giudice Y per ottenere la custodia della piccola che, una volta espletate le pratiche, andò a vivere con loro nella grande tenuta in Maremma.









Dal giorno in cui ero scappata piangente dall'ospedale Orella non aveva smesso di volermi bene; prima di partire mi regalò la sua bellissima bici col manubrio da impugnare, ovviamente con due mani, quindi per lei inutilizzabile (non aveva mai imparato ad andare in bici senza una mano o senza entrambe, per cui almeno si era risparmiata qualche dente) e mi promise che mi avrebbe scritto.
Quando se ne andò a vivere con loro aveva quasi 10 anni, mi scrisse infatti, quasi tutti i giorni e io le rispondevo a giorni alterni ché nei giorni pari dovevo fare i compiti.
Si trovava bene ed era contenta. Diceva che quando sarebbe stata più grande le avrebbero innestato una specie di mano vera così alla fine avrebbe avuto ragione lei...
Poi le lettere rallentarono: una a settimana, una al mese, ma non smettemmo mai di rimanere in contatto.
Quando tutte e due andammo al liceo per i primi due anni non facevamo che scriverci dei nuovi amici e di quanto fosse dura studiare.
Al terzo anno mi telefonò (lei aveva avuto da sempre il telefono, i miei lo fecero installare nel 1979, dopo che mio padre tornò da un lungo viaggio "catartico" in Nepal, fatto insieme a Oreste e Ottavia tornati in libertà). Orella mi disse che si sarebbe sposata, ovviamente con lui, che aveva già preso il posto del padre nell'azienda di famiglia.
Si erano innamorati e aspettavano anche un bambino [a quel tempo io ancora mi chiedevo come entrassero nella pancia, come uscivano lo sapevo: da sotto i cavoli, sputati fuori dalla terra oppure lasciati cadere giù per il comignolo dalla cicogna (il che avrebbe giustificato tutte le ecchimosi che avevo appena nata:)].





Mi mandò poi l'invito (su carta pregiatissima con caratteri in oro, elegantissimo) esteso anche a tutta la mia famiglia e mi chiese di farle da testimone:
LOrella Runcini (detta Orella Uncini) e Don Dito Badalarmenti sposi.
avevano scelto come data il 24 agosto, ovvero la data in cui eravamo solite festeggiare i compleanni di tutti.
Ero commossa, emozionata, preoccupata ma non sarei mancata per nulla al mondo a costo di andarci in bicicletta se i miei non mi avessero portato (e il rischio c'è stato perché mia madre non voleva che mio padre rivedesse Ottavia, invece poi io riuscii con pianti e pianti a convincere tutti ad andare).
Fu una festa memorabile, Orella era bellissima, aveva un gran pancione e il vestito color crema del Volga (la stoffa era stata acquistata dalla sua futura suocera mesi prima, durante una vacanza all'Est) e quasi non notai la mano mancante anche perché lei si era fatta cucire appositamente un vestito con delle tasche "tattiche" e teneva quasi sempre la "non mano" nascosta.
Insomma, un matrimonio degno di Cenerentola.

A ottobre del 1979 nacque Sabrina Badalarmenti, una bellissima bambina oggi già maritata felicemente con il figlio di un amico di Dito.
Inoltre il prossimo anno, Orella e Dito festeggeranno il loro 29simo anniversario con una grande festa nella loro casa, festa alla quale sono già stata invitata.


Ah! Sabrina ha trascorso per molti anni le vacanze nella stessa casa in cui le trascorreva Orella (insieme ai nonni paterni,ovviamente:
Oreste e Ottavia ripartirono per il Nepal dopo il matrimonio, mio padre non li seguì...e là sono rimasti, non si sa nulla di loro da anni).


THE END ( padroni di non crederci, ho le lacrime agli occhi, Max è testimone)

Un saluto a tutti, Sabry

PS: Vista la lunghezza del racconto ve lo lascio qui fino all'anniversario di Orella, mi sa:)






33 commenti:

Skylark ha detto...

Finirò di leggerlo stasera, credo. Comunque prima che tu abbia finito Anna Karenina.

Intanto ho come un déja vu: non è che hai già scritto qualcosa su Orella - Lorella?

La foto splatter del dito, invece, fa parte delle tue tendenze più recenti ;-)

Jersey ha detto...

Mi hai fatto venire le lacrime agli occhi......

tanti auguri a L-Orella per l'anniversario!

metallicafisica ha detto...

jersey: grazie da parte di Orella:)



SKY: Con la Karenina sono a un settimo della lettura, finirò verso Pasqua, immagino: Riguardo a Orella, la parola nel titolo... Riciclamenti ha un suo perché... ma non so se tu allora già eri un "metallifisico":)***

mestesso ha detto...

BELLISSIMOSTUPENDOCOMMOVENTE!!!!!!


ladysempre+ :)*****

sysjena ha detto...

...una replica mattone....faccio finta di accontentarmi del ricordo vago....poi...chissa'....;-))))))))))))))))

Baciuz. Andy

metallicafisica ha detto...

SYs: devi leggerla! A suo tempo non lo facesti!:)*


Mestesso: esagerato+***



riccionascosto ha detto...

Anche io feci un patto di sangue, ma meno cruento (puntura d'ago sull'indice, senza cancrena) e anche meno duraturo. Non so neanche che fine abbia fatto, la mia "sorella" di allora.

Il dito (foto), invece, mi ha quasi troncato la colazione, per fortuna (o purtroppo?) ho uno stomaco più forte di quanto si pensi.

Infine, pollice nero anche io (e credo non sia un caso, sorellona).

Nelle tue storie - lo sai - a volte si fa fatica a capire il confine tra vero e fantastico; il che lo considero un pregio, comunque. Alcune cose però sono tristi (e non parlo del dito di Orella), e temo siano quelle più vere.


:*

anonimo ha detto...

... me lo spieghi la prossima volta che ci vediamo?

si perchè al lavoro non sono ruiscito a leggere tutto.


:-)***


Stasera mi ritornano le ragazze!!!


Etna's

metallicafisica ha detto...

Etna'S: te lo stampo, ok? Goditi le fanciulle!:)***


Riccio: per mail qualcosa ti ho spiegato, sei in vantaggio rispetto agli altri blogamici, e comunque io e te in una serra, sai che rovina!:)***

Princy60 ha detto...

Praticamente un romanzo! ;-)***

Epimenideblog ha detto...

E' il viaggio in Nepal che svela l'arcano.

Skylark ha detto...

Burp!

lotrovassi ha detto...

Ossignùr !


Stampo e rilego in brossura: mi mancava un bel tomo da mettere sotto l'albero e da leggere con calma durante le vacanze (del 2028).

whathefuck ha detto...

a me piace da impazzire :)))***

ezraz ha detto...

lo leggerò a puntate!

bacibà

anonimo ha detto...

non ce la posso fare (dovrei pagare io le consulenze che dai ad altri?)

lefty333boy ha detto...

OH MY GOD MOM

ce l hai lunghissimo !!

è da stampare e portarlo a letto .-))

non facciamo scherzi questo natale ah?

ahahaakiss

Medicineman ha detto...

patto di sangue? ancora l'hiv non l'avevano inventata? e comunque mi si sono sciolti gli occhiali da vicino...

latendarossa ha detto...

Una vicenda dolceamara, una tragicommedia, insomma, inutile nascondersi dietro un dito (ehm...) anche se non ho capito bene dove inizia e dove finisce cosa è vero e cosa è camuffato, la storia è bella :)

biancaneve ha detto...

si ero strano

ero cata tonico ahah

poi al inizio non capivo con chi parlavo

se eri te o la mamma metafisica :-))


se mi prendono alla s provista miao

lefty333boy




lei ti viterbo

io di torino

come puoi confonderci?

come se io credessi che tu hai l'accento cinese

ahjahahh

biancaneve



lefty333boy ha detto...

@BIANCA:

chiedila cosa mi ha combinato un natale ;-))

anonimo ha detto...

sono passato trafelato.

leggerò poi.

cybbolo sloggato

cybbolo ha detto...

io avevo un amico di nome Luciano.

A forza di perdere pezzi in incidenti, risse e imprudenze sue, si è ridotto ad una carcassa umana del tipo Freaks e adesso si chiama semplicemente Ano.

Questa è proprio una storia che puzza...

anonimo ha detto...

"A Calanda, villaggio dell'Aragona, nella notte del 29 marzo 1640, al giovane contadino Juan Pellicer rispuntò di colpo la gamba destra, amputata più di due anni prima nell’ospedale di Saragozza."La chiesa cattolica si impadronì del miracolo e Messori ci scrisse sopra un libro.Purtroppo non sono cose che capitano tutti i giorni.Buon Tutto,comunque



diamonds


http://my.dreamwiz.com/snu2000/bg/dreams.asf

ozzo ha detto...

E' qui che nasce il detto:le dai il dito e si prende il braccio?

Skylark ha detto...

Cybbolo: raccconto bello quanto stringato! ;-)


(non è una critica ai racconti lunghi, sia ben chiaro)

anonimo ha detto...

buon lunedì :)*

Masso57 ha detto...

Letto tutto d'un fiato, del resto tu ci hai allenati coi metallimiti alle letture lunghe...cosa dirti, se non dei bellissimi colori che hai usato per raccontare un sentimento, prima ancora che una storia...

h2no3 ha detto...

ti dico la verità: non vedevo l'orella che finisse, sto racconto :)


bacizap

Effe ha detto...

con la storia del dito mancante in attesa di ricrescita ha avuto un'sipirazione Marquesiana.

La Tuscia come Macondo

zop ha detto...

il post più lungo del mondo!!!!!!

(l'indice lo trovo indicato come segnalibro!)

briciolanellatte ha detto...

Avresti potuto scriverci un libro con questa storia...

bassista ha detto...

ciao...