la leggenda della BELLA GALIANA
Woman in chains, Tears for fears
A Viterbo la regina indiscussa in quanto a popolarità e devozione è Santa Rosa ma in passato, prima della nascita della Rosa e dei suoi miracoli c'è stata un'altra donna famosa, regina dei viterbesi e fu Galiana, o meglio da tutti qui conosciuta, per la sua avvenenza, dolcezza e bellezza, come La Bella Galiana.
Come per tutte le leggende e miti esistono varie versioni che la riguardano, tra le più accreditate la seguente:
La vicenda trova le sue origini nel mito di una Viterbo fondata dai troiani, sbarcati sulle coste dell'Alto Lazio dopo la distruzione della città natia. ( sarà un caso la mia devozione agli dei olimpici?:)
Secondo una profezia, una troia bianca, scrofa o cinghiale, era apparsa loro indicando dove avrebbero dovuto fondare la città che sarebbe divenuta la nuova patria.
Dalla fondazione di Viterbo in poi, per volere dei loro dei, i cittadini dovevano dare ogni anno una fanciulla (e di questo genere di sacrifici, a partire dai giovani sacrificati annualmente al Minotauro e via dicendo, i miti greci hanno insegnato molto ai loro vicini di mediterraneo) in pasto a questa belva che evocava la loro terra d'origine ormai perduta.
La fanciulla veniva sorteggiata fra le più belle e virtuose della città ( le ciospe nemmeno per gli animali andavano bene, wow, mi avrebbero risparmiata seppur virtuosa:))), veniva condotta fuori dalla mura cittadine e là incatenata nuda ad un masso.
La popolazione, si ritirava poi ad una certa distanza e assisteva all'arrivo della sacra belva che, uscita dal bosco, divorava la vittima.
Un anno fu estratta a sorte Galiana, una giovane patrizia viterbese la cui avvenenza fisica, secondo la leggenda, poteva competere solo con le virtù morali di cui era dotata nonché l'orgoglio di tutta la città in quanto molti l'avevano "eletta" a donna più bella del mondo.
I viterbesi provarono dolore e sgomento, ma il destino l'aveva ormai designata e la fanciulla fu condotta sul luogo del sacrificio.
Quando l'orologio della torre comunale suonò i rintocchi del mezzogiorno, arrivò la belva, ma mentre si apprestava a papparsi la fanciulla, dal limite del bosco uscì un leone che, avventatosi sulla scrofa, la dilaniò con quattro terribili colpi dei suoi artigli.
L'orologio suonò nuovamente dodici rintocchi, mentre il leone, così come era comparso, così scompariva.
La città, riconoscente per essere stata liberata dal crudele tributo di sangue, fece dell'immagine del leone, con accanto la pelle bianca della scrofa con le quattro macchie rosse delle ferite poste in croce, l'emblema civico.
Nel luogo dove si era svolto il prodigioso episodio fu realizzata in seguito, una cappella votiva intitolata alla Madonna della Scrofa, divenuta poi Madonna del Soccorso, mentre sullo stesso masso del sacrificio venne scolpita la scena.
Tutto questo favori il diffondersi della fama della Bella Galiana, cui molti cavalieri vennero a rendere omaggio, e molti, fra cui un principe romano, a chiederla in moglie.
Forse perchè la bellissima giovane, riconoscente per lo scampato pericolo, si era votata a Dio o forse perchè i viterbesi le erano talmente affezionati da non volerla perdere, le richieste di matrimonio furono respinte.
Il ricco pretendente non desistette e offrì invano preziosi doni. Infine, indispettito, con l'ausilio dei suoi concittadini mise l'assedio a Viterbo, esigendo la consegna della ragazza.
La città resistette eroicamente, fino a quando i difensori riuscirono a ferire il pretendente respinto che, sul letto di morte chiese quale ultima grazia di poter vedere Galiana per almeno una volta.
Questa si affacciò allora dagli spalti delle mura cittadine per brindare alla pace raggiunta, ma per ordine del principe, un arciere scoccò contro di lei una freccia che la trafisse alla bianca gola facendo sgorgare sangue e vino.
L'uccisore cadde sotto i colpi dei viterbesi che vendicarono la morte di Galiana e, affranti, decisero di darle degna sepoltura ricavando un sarcofago per lei dal famoso macigno del sacrificio. Questo fu posto sulla facciata della chiesa di Sant'Angelo in Spatha.
Il Sarcofago della Bella Galiana, dove fu sepolta nell'anno 1138
PS: Tutto questo ha una morale: ovvero che qui, a VITERBO ci sono le donne più belle del mondo
E con quest'ultima frase mi sono giocata la serietà del post!:)
Un saluto a tutti, mf