giovedì 23 marzo 2006

Senza titolo 910



Dall'Odissea




Ieri, è capitato di parlare di "donne mostruose e irraggiungibili" con un amico. Quindi ho pensato di regalarvi, durante il mio silenzio (per chi me lo ha chiesto e per chi ha messo in giro voci non vere, io NON ho intenzione di chiudere il blog), una parte del Libro X dell'Odissea, nella storica traduzione di Pindemonte, anziché un metallimito. Vi assicuro che vale la pena di perdere 10 minuti, per leggerlo.
I versi in questione riguardano il momento in cui il dio alato, Ermes (o Mercurio), svela a Ulisse come fare per non rimanere incantato da Circe.
La domanda sorge spontanea, per i miei lettori: la Maga o la Moli?
Buona lettura e buone giornate, leggerò i vostri commenti ma sarò silenziosa, mf

PS: ringrazio anche qui M per il regalo promessomi ed inviatomi :)*

Della Maga possente all'alta casa
Presso io mi fea, quando Mercurio, il nume
Che arma dell'aureo caduceo la destra,
In forma di garzone, a cui fiorisce
Di lanugine molle il mento appena,
Mi venne incontro, e per la man mi prese,
E: "Misero!" diss'ei con voce amica,
"Perché ignaro de' lochi, e tutto solo,
Muòvi così per queste balze a caso?
Sono in poter di Circe i tuoi compagni,
E li chiudon, quai verri, anguste stalle.
Venìstu forse a riscattarli? Uscito
Dell'immagine tua penso che a terra
Tu ancor cadrai. Se non che trarti io voglio
Fuor d'ogni storpio, e in salvo porti. Prendi
Questo mirabil farmaco, che il tristo
Giorno dal capo tuo storni, e con esso
Trova il tetto di Circe, i cui perversi
Consigli tutti io t'aprirò. Bevanda
Mista, e di succo esizïale infusa,
Colei t'appresterà: ma le sue tazze
Contra il farmaco mio nulla varranno.
Più oltre intendi. Come te la diva
Percosso avrà d'una sua lunga verga,
Tu cava il brando che ti pende al fianco,
E, di ferirla in atto, a lei t'avventa.
Circe, compresa da timor, sue nozze
T'offrirà pronta: non voler tu il letto
Della dea ricusare, acciò ti sciolga
Gli amici, e amica ti si renda. Solo
Di giurarti costringila col grande
Degl'immortali dèi giuro, che nulla
Più non sarà per macchinarti a danno;
Onde, poiché t'avrà l'armi spogliate,
Del cor la forza non ti spogli ancora".
Finito il ragionar l'erba salubre
Porsemi già dal suol per lui divelta,
E la natura divisonne: bruna
N'è la radice; il fior bianco di latte;
Moli i numi la chiamano: resiste
Alla mano mortal, che vuol dal suolo
Staccarla; ai dèi, che tutto ponno, cede.
Detto, dalla boscosa isola il nume
Alle pendici dell'Olimpo ascese.


Omero, Odissea, dal Libro X
Trad. di Ippolito Pindemonte

11 commenti:

Giocatore ha detto...

Ogni donna è "mostruosa", in quanto "cosa straordinaria" e "prodigio". ;-)

whydoc ha detto...

anch'io voglio quella medicina

anonimo ha detto...

Bello rileggerti, Sabrina. L'uomo è incontentabile, vorrebbe insieme la maga e la moli. Comunque Circe qui mi pare la capostipite del tipo della "dark lady". insomma, più Betty Page che Franca Valeri. Ricordo le ironie di Foscolo "traduttor dei traduttori d'Omero" - perchè Monti non tradusse direttamente dal greco, ma dal latino. Però, cavolo non voler tu il letto

Della dea ricusare, acciò ti sciolga

Gli amici, e amica ti si renda
è detto con molta eleganza, no? E amica ti renda...

padrepaio ha detto...

Ammappete!!!!

Vado.

anonimo ha detto...

Un silenzio interrotto da brevi (ma costanti) pause, insomma. Ma davvero chiude il blog? (sa, ho sentito delle voci ... ) ;-)))

Skylark ha detto...

L'erba Moli non cresce neanche nel giardino del re. La marijuana invece sì.

nonsologeomangio ha detto...

mi sembra un blog aperto e pure di aaaalta cultura!

Buon tutto Sabri!

anonimo ha detto...

se proprio devo dire m'è piciuto leggerlo (e muy gradito il commento di Giocatore ;)

Ritornata, con santapace del blog :)

Bacizzimi :)*****

Amber

giarina ha detto...

quindi qui si può far bisboccia?

sysjena ha detto...

..ma Ulisse aveva la Moleskine per prendere appunti....???

Bacione Sab....Andy

Brododidado ha detto...

odisse????