martedì 12 febbraio 2008

Senza titolo 1455


Metallismi

Al that Cats!


© S.M., Porta lapalissiana, 2008


È chiusa ma basta bussare affinché venga aperta. Esce fuori un gatto piccolo, beige, dal pelo folto che ti guarda incuriosito e dopo averti guardato rientra, lasciando uno spiraglio, il tanto che basta per sbirciare con il naso e parte del volto.
Vedo un tavolo con sopra le vecchie 50 lire, quelle con l'Omino plasmon che si dà una martellata sulla mano sinistra. E ieri, dopo aver portato di corsa, a far visitare la gatta dal veterinario, a causa di vomitate continue, anche dopo ingestione di liquidi, e dopo la diagnosi di possibile gastroenterite son dovuta andare a comprare degli omogeneizzati, da dargli al posto dei bocconcini.
Pollo e vitello. Costano molto di più dei bocconcini che costano tanto.
Altro buon motivo per evitare di procreare. Pare che ogni marmocchio costi ai genitori, dalla nascita al 18simo anno di età circa 500.000 euro. Il gatto non è la stessa cosa, è lapalissiano anche questo, e di solito non arriva nemmeno a compiere 18 anni.
Ariel ne compirà 14 ad Aprile. È un gattoro, come il suo proprietario, Max, che però è uomotoro (uomoro no, perché è biondo). Sono proprio fatti l'uno per l'altra, simili, anche se max è meno peloso e non si rifà le unghie sul tronchetto.
Ho sempre avuto un gatto, da piccola anche il cane ma non sono mai stata cinofila. Invece coi gatti ho sempre avuto un feeling. Ricordo alcuni nomi di gatti da me "raccolti e accolti": Pallino (un classico), siamese (senza nome ché non lo ricordo) ma fece una brutta fine: mangiò del sapone a pezzi, di quello fatto in casa, mia zia Loina diceva con le ossa dei morti, e morì dopo poche ore fra spasmi e convulsioni. I morti ammazzano? Chiesi allora a mia mamma. Ammazza la soda caustica, e quel gatto era sempre troppo curioso e sperimentava cibi di tutte le specie.
Poi un gatto triste che capiva quando io ero giù di corda e avrei voluto una corda per appendermi a una nuvola che passava, un bel cumulonembo gravido di pioggia. Si accucciava accanto a me e "fusava", strusciandosi e dandomi piccole testate contro le mie gambe. Poi la nuvola passava e così lo stato d'animo grigio. E lui se ne andava via trotterellando.
Poppy, il mio primo vero gatto tenuto in casa, nell'84 a Viterbo, quando andai a vivere da sola. Da sola si fa per dire, eravamo io e due studentesse universitarie ma a volte eravamo in 6/7/8... Il citofono suonava: Oh, so' Gloria, ho lasciato le chiavi nella fruttiera!: Oh, Gloria, la fruttiera non ce l'abbiamo ma sali, c'è posto!
Poppy me lo aveva regalato Valter, il fidanzato di una cara mica con cui lavoravo, allora. E che spesso viveva a casa mia. A un certo punto anche lui si fermò a dormire, qualche volta. Soprattutto quando faceva freddo boia e non c'aveva voglia di tornare a casa, col suo pick up pieno di spifferi, su al suo paese verso le nostre montagne cimine.
Mi portò il micio che ara praticamente appena nato, nascosto nel suo giubbino di pelle di Fonzie.
Poppy è stato in casa con noi un anno circa, poi dovetti cambiare casa e la persona per cui lavoravo si offrì di ospitarlo lei, nel suo giardino, nella sua casa in campagna, con i suoi gatti: lo portai da lei in un pomeriggio di luglio, ricordo che faceva molto caldo. Appena arrivammo in campagna scesi dalla macchina e presi il cestino: Poppy non era mai stato fuori, non aveva mai viaggiato. E io deficiente non avevo previsto che tutto ciò avrebbe potuto scioccarlo. Come lo feci uscire dal cestino cominciò a correre come un razzo interplanetario e in 6 secondi e tre lo persi di vista. E da allora non l'ho più visto.
Vi annoio? Non importa, oramai sto scrivendo le mie memofeline e se vi annoio smettete.
Philip, ma parliamo di molti anni dopo, di quando vivevo a Roma, al quarto piano di Via vicino piazza re diRoma
(romolonumapompiliotulloostilioancomarzioserviotulliotarquinioprisco
etarquinioilsuperbochericordoancoraammoria) e che Max, come in un film di Frank capra, o come in Colazione da Tiffany, andò a salvare sul tetto del capannone al primo piano, durante una tempesta di pioggia romana, dopo averlo sentito miagolare disperatamente, per molti minuti.
Lo so che vi annoio, accorcio. Philip, così ribattezzato da Max in onore di Philip Marlowe morì a Tarquinia, mesi dopo, schiacciato dalle ruote di un mercedes di proprietà di un amico di mio fratello che, entrando nel cancello, non si accorse del piccolo gattino nero che gli stava attraversando la stradina.
Filippo (Mia madre Philip non ce lo avrebbe chiamato mai, per lei sono tutti: "pstttt psttttt") morì e l'amico di mio fratello se ne dispiacque.
Mi diedero la notizia per telefono, mentre ero in ufficio a Roma. Scoppiai a piangere e meno male che ero sola, in quel momento, avrebbero potuto pensare che avesi perso un familiare.
E poi ci fu Binario, e Grigione, e altri che si sono susseguiti in un viavai riproduttivo con finale però sempre in stile "gatto spiacciato fuori dal cancello, o avvelenato da qualche pesticida in giro per il giardino o in garage: I gatti sono gatti - dice sempre mia mamma, anche se so bene che ad alcuni si era affezionata e ha sofferto anche lei nel ritrovarli a polpetta sul manto stradale.

Okay, è bene che smetta, nel frattempo mi si è "addormentata" la gamba sinistra e per riattivarla ho dovuto chiedere aiuto a Max.

Richiudo la porta ridandogli così il senso per cui è stata chiusa. Ovvero quello di ricordare lei e trattenere i pensieri del viandante.

Speriamo solo che Ariel guarisca :)
Un saluto, mf

22 commenti:

lotrovassi ha detto...

Etciù !


(sono allergico al pelo di gatto)

sysjena ha detto...

...vista la sfiga...certamente non ti mandero' Pallino (un classico) a pensione...che statisticamente non lo rivedrei piu'....

;-)))))

Speriamo per Ariel

:-))))))))))))))

Baciuz. Andy

metallicafisica ha detto...

SYS: UN Pallino 'ho avuto!:)*


LOT: è seguita mail al tuo starnuto:)*

moltorumoreper ha detto...

baciami la miciuzza debilitata

io e te unite da simile vita gattesca, cara metallica.

chissà, un giorno tirerò giù anch'io l'elenco della mia vita felina...

Skylark ha detto...

Esattamente, per "accorcio", cosa intendi? ;-P


Ora non dire che non mi interesso ai tuoi racconti: sono rimasto sveglio più a lungo della tua gamba sinistra ;-PPP

metallicafisica ha detto...

SKY: dalla parola accorcio in poi ho tagliato pagine e pagine di metallismi!***


Moltorumore: quando lo farai ti lggerò più che volentieri... la micia stamattina stava già meglio, ha mangiato 2 cucchiaini di omogeneizzato e non li ha rivomitti (ancora.)***

pbeneforti ha detto...

anch'io tengo gatti da decenni. dovrei fare una galleria di ritratti.

comunque sono di quelli che ai gatti non dà un nome, enfatti sul libretto delle vaccinazioni, alla casella "nome", c'era sempre scritto "gatto".

anonimo ha detto...

Questa porta sa un po' di vaso di Pandora. Miao.

NYBRAS ha detto...

Non si tratta di feeling, ma di feeliNIng ! Auguri al gatto con l'orrido nome.

metallicafisica ha detto...

NYB: Mi piace il feeliNIng!:)*


Marcello: una porta non è un vaso, direbbe Magritte:)*


Paolì: tu sei come Holly Golightly:)*

Princy60 ha detto...

ciao miciofila. Auguri a Ariel. ;-)***

Masso57 ha detto...

Ma che bello!!! sarà che ormai la mia "sorellina" (la Penny che 8 anni fa prendemmo per mia figlia ed è diventata la palla arancione che tormenta i miei risvegli, dato che ormai fa lei da sveglia alle 6.30 tutte le sante mattine...) ha il suo posto nella storia della mia vita, dopo i gatti che da ragazzo mia sorella porto' in casa (vari, alcuni anche decisamente odiosi...), sarà che i felini hanno un loro fascino evidente, ma mi è molto piaciuto come hai parlato di loro. E di te.

ozzo ha detto...

La gastroenterite per un gatto è quasi come le ruote del mercedes.

Auguri comunque.

metallicafisica ha detto...

Masso: Grazie, è che io ho il pessimo vizio di parlare di me... sono egocentrica, lo so ma non lo faccio apposta:)***


Princy: auguri recapitati, grazie:)***

Epimenideblog ha detto...

E poi dicono degli scozzesi...

riccionascosto ha detto...

Invece nella mia vita quasi solo cani... un gatto l'ho avuto in casa, una volta, ma non era mio (era di una delle ragazze che vivevano con me, l'aveva strappato a due che lo stavano torturando, povero gattino!)

metallicafisica ha detto...

Riccio: fortunatamente quando Poppy viveva in casa le mie due coinquiline lo adoravano!:)*


Epì: sono come i vicentini, epì?:)*


Ozzo: gracias! Oggi la micia stava già meglio, la chiamerò Mercdes mi sa:)*

riccionascosto ha detto...

Guarda che amare i cani non vuol mica dire odiare i gatti! Anzi, mi è pure dispiaciuto quando lei se ne è andata e l'ha portato via...

giarina ha detto...

speriamo.

e prospero?

Medicineman ha detto...

Un giorno d'estate, mentre soggiornavamo nel buen retiro sulle madonie, e c'eravamo ancora tutti, ed io avevo la vespa 50, ci portarono in un cestino 4 gatti appena svezzati. Erano talmente brutti che li chiamammo i pipi-gatti, per via di una imbarazzante somiglianza con i pipistrelli. C'era Botte, ciccione malefico, Enzo, per via del ghigno simile a quello di un cugino antipatico, Marziano, con andatura e sguardo da extraterrestre, e Vampiro, che preso da tristezze e nostalgia per la mamma si attaccava a pezze, pelli, colli dei fratelli e succhiava, succhiava, succhiava.

Li vide una anziana paesana, che disse alzando le braccia al cielo "matri matri , u'ncigneri i surci addeva!". E' vero, sembravano topi.

(traduco la frase della gnà (signora, in senso dispregiativo) Giovannina: oh madonna, l'ingegnere alleva topi". Poi niente per trent'anni.

Da qualche mese, la gatta Skizzy ha reso off-limits ai piccioni il giardino del B&B gestito dalla med-moglie . Skizzy ha un colore mimetico: se si accosta ai sacchetti della spazzatura diventa invisibile.

E morde, come se fosse un cane. Skizzy non è normale, credo.

biancaneve ha detto...

ma che gentaglia geometra che gira sul suo blog....

i gatti son esseri meravigliosi

sono altamente superiori a noi

e chi non li ama crepi pure

biancaneve ha detto...

ps non volevo insultare i suoi blogganti geo

eche son tanto scema