La cavalla storna

Alberto SAVINIO, "Promenade pompéienne", 1925-26
Sono a casa ma tra ieri e stamattina ho "partorito" qualcosa;
l'idea mi è venuta in seguito a una telefonata.
Sono ancora febbricitante ma me la caverò;).
Un saluto a tutti...mf
Sentimmo una chiave girare nella toppa della serratura;
La tavola era ancora apparecchiata anche se io e mio fratello stavamo finendo di mangiare, perché molto tardi.
La mamma era in cucina perché la pasta fosse cotta al punto giusto come piaceva a lui.
Aveva un orologio biologico la mamma, pareva sapesse l'ora esatta in cui lui avrebbe messo piede in casa, barcollando sulle gambe molli e appoggiandosi con la mano sinistra sul mobile del telefono per non cadere ma per far cadere il telefono, ormai grigio escoriato.
Si sedette e disse con quella voce strofinata, facendo uscire una nuvola di gas etilico che mi investì in pieno, impedendomi di continuare a mangiare e facendomi girare dall'altra parte:
E' pronta la cena?
E lei servì subito la pastasciutta al sugo di carne, spaghetti n. 3 cotti al dente; di sera solo gli spaghetti n. 3 erano graditi.
Spaghetti al sugo di lacrime, li chiamavo io, perché lei aveva cucinato sempre singhiozzando e piangendo, rendendo quel cibo più amaro del fiele, anche se lui, ebbro di vino e di vizi, gustava quel cibo come fosse ambrosia, tanta era l'ingordigia di vita che lo possedeva da sempre.
Per fortuna mangiava in fretta e parlava poco, per lo più eran parole incomprensibili, biascicate e irrispettose... sempre inveiva contro qualche parente che non lo aiutava.
.................
E dopo aver pulito il piatto con un po' di mollica di pane bianco si alzava e appoggiandosi dove capitava, anche sulle mie spalle mingherline, all'occorrenza... andava a letto , magari vestito a fumare una sigaretta.
Lei ogni volta mi pregava di parlargli perché ero l'unica che ascoltava senza maledire... e io tutte le sere andavo, mi sedevo accanto a lui, assorbivo tutta quell'aria pestilenziale (d'inverno poi, non voleva assolutamente si aprisse la finestra perché aveva sempre freddo ) e chiedevo perché, perché fai questo? non ci vuoi bene? perché fai soffrire la mamma e noi... perché ti fai del male...
Ma le parole di una bambina forse non colpivano abbastanza come quelle di un adulto con i mezzi adatti a colpire e lui mi rispondeva sempre con la stessa nenia:
Nella Torre il silenzio era già alto/
Sussurravano i pioppi del Rio Salto.
I cavalli normanni alle lor poste/
frangean la biada con rumor di croste.
Là in fondo la cavalla era, selvaggia,/
nata tra i pini su la salsa spiaggia;
Forse l'unica poesia che si ricordava, forse gliel'aveva insegnata suo padre, lettore accanito di Manzoni e con una copia di "Via col Vento" sul comodino, fino alla fine dei suoi giorni.
Però non la ricordava tutta, arrivava a metà e poi ricominciava daccapo... sempre con la voce malferma almeno quanto le gambe, e ovattata e impastata come chi ha in gola un grosso rospo dalla pancia molle.
Era tragico ma a volte anche comico: raccontava le barzellette con protagonisti Pierino e Pierina: ma sempre le stesse, in una "coazione a ripetere" che sembrava essere il "Leit Motif" dei suoi giorni tutti uguali.
Non lo odiavo ma mi faceva tanta pena, mi vergognavo quando a volte mi trovavo con lui e incontravamo genitori di miei compagni di scuola e lui diceva un mucchio di fesserie perché già di aperitivi ne aveva scolati a sufficienza, più di quanto forse, Bukowsky di Whiskey, nelle sue giornate più tristi.
Ma non lo odiavo perché poi quando tornava normale era sì severo ma anche simpatico e tutte le persone che lo conoscevano dicevano quanto bravo fosse il signor. E
Un giorno, era un giorno d'inverno...eravamo a tavola e io e mio fratello avevamo già cenato. Lei era in cucina e il sugo alle lacrime già pronto, come al solito.
Sentimmo girare la chiave nella toppa: lui entrò, alzò la mano sinistra dicendo: E' arrivato lo Zar di tutte le Russie.
Io scoppiai a ridere e mio fratello con me... evidentemente quella sera non aveva intenzione di gridare o di arrabbiarsi con lei. Meno male...
Tutto si svolse come sempre, o quasi...
Ma quando poi andai da lui per fare il solito discorso mi disse:
sto male, aiutami... e si portò la mano al petto...
Io lo guardai con gli occhi spalancati ma non feci nulla... ansimava e sembrava soffocare...e diceva... "sa bri..hh aiuto"
poi più nulla, rimase fermo e imobile. Capii che era morto.
Andai in cucina e feci sedere mia madre che stava scarnificando una graticola:
"Senti mà...è successa una cosa
COSA? - fece lei allarmata...
"Quello stronzo di tuo marito ha tirato le cuoia, credo abbia avuto un infarto."
Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:
disse un nome . . . Sonò alto un nitrito
written by mf malata, un saluto a tutti
PS per nybras: sto bene:)
20 commenti:
guarisci presto :))
e non fare indigestione di tv!!!
togli le parole
buon riposo
bellino il "pezzo" .. spero sia di fantasia .. ma che nome disse tua madre ??
bacizap
se sonò alto un nitrito secondo me può aver detto solo frau blucher
:DDDD
Statti bene Sabrì e non uscire co' sto freddo!
Sicura? 8[ Grazie per avermelo scritto, comunque.
MF malata ma molto, molto lucida (ti stai curando col Sidol?).
Abbraccio e bacetto d'augurio!
cazzo la febnbbre ti rende prolissa"!!!! nn ho lettuncasso. troppo lungo,.ma senz'altro divertentissimo........ poi sipalra di cavalli
ma non ti funzia ancora la posta? ho un bel da scrivere...
Baci e riguardati ma non guardarti troppo a lungo :)*
uh!!!
scritto benissimo ma questo non conta un cazzo.
:-*************
Chi ha nitrito? Tu? Ma allora sei proprio storna!
La febbre dev'essere salita: fatti impacchi di ghiaccio.
:-)****
al solito nei tuoi racconti capisco poco o niente... ossia, perchè nitrì la madre?...
ciao mom..tua figlia lavora tanto :-(.. il lavoro ha ammazato la blog star;-).. vado a leggere il post-se non mi và in palla il pc come prima:-)
ps. a proposito " tuo cognato " non cè mai a casa--ho le ragnatelle:-)..e i cognati di vomito..hahah
ahhhh! adesso è chiaro! (pensavo avessi scritto in corsivo "quello stronzo di tuo marito"... ma dubitavo lo avesse scritto pascoli!
^^
Guarisci presto mia adorata. il tuo umile bassista che se ne va in vacanza. *********
Guarisci preso :)***
Ma è vero quello che hai scritto o è un racconto di fantasia... non è che i 4 ti stanno facendo qualche scherzetto a tua insaputa?
Un abbraccio :)***
passo e ti leggo. già che ci sono: auguri di pronta guarigione.
E´un bel racconto, forse varrebbe la pena di conservarlo e valorizzarlo maggiormente sai? Mettilo da parte. Baci dal Tut
Nella Torre il silenzio era già alto/ Sussurravano i pioppi del Rio Salto.
I cavalli normanni alle lor poste/ frangean la biada con rumor di croste.
Là in fondo la cavalla era, selvaggia,/ nata tra i pini su la salsa spiaggia;
sei proprio la mia mamma metafisica ://
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