venerdì 18 gennaio 2008

Senza titolo 1437



Old stories
(niente è come sembra)



Quando mi hanno adottato avrò avuto circa 1 mese o due. Una palletta di lardo, mi dicono i bene informati, con pochi capelli e due occhioni enormi.
Non parlavo ancora, ovvio, ma ho cominciato presto a dire "tu chi sei, che vuoi da me?"
Mi rivolgevo così già verso i sette/otto mesi a tutti quelli che mi si paravano davanti e mi facevano "cucci cucci" o tiravano fuori la lingua e con essa zaffate di aliti puzzolenti, allora non ero anosmica...
I miei genitori adottivi li ho scoperti tali all'età di sei anni, esattamente il mio primo giorno di scuola.
Scrivevo già e già sapevo leggere, bontà del maestro Manzi.
La sera, frugando nei pantaloni del babbo, che quando arrivava a casa dal lavoro mi dava le monetine per il salvadanaio, trovai un foglietto spiegazzato e sporco di cenere di MS: le sigarette mio padre le spegneva ovunque. Era battuto a macchina e sulla testata campeggiava il logo di un'associazione, credo umanitaria, o un convento di suore: ABADFAC scritto in celeste e un gesù bambino nella mangiatoia.
Lo misi in tasca e andai in bagno per leggere il contenuto della lettera, di nascosto dai miei che stavano in cucina: c'era scritto qualcosa sulla mia adozione... Dapprima non capii bene: alcune parole non le conoscevo proprio ma mi suonavano gravi e preoccupanti
Il giorno dopo, sebbene fosse il primo giorno di scuola, andai dalla maestra durante la ricreazione per chiederle spiegazione sui lemmi sconosciuti. Lei cercò di spiegarmeli facendomi l'esempio di una lupa che, trovando due bambini nel bosco invece di mangiarli si impietosisce e li allatta e poi li tiene con sé per crescerli.
Mia mamma non somiglia a una lupa - dissi a me stessa - Certo il babbo qualche volta ringhia, però.
Rimasi sgomenta rimuginando su quello che credevo di aver capito e che mi dava un senso di angoscia profonda, senza neppure sapere cosa fosse l'angoscia.
Quindi io non ero io! O meglio ero io ma non ero loro (nel senso di appartenenza).
Tornando a casa piangevo, avevo paura che prima o poi mi avrebbero cacciata. Avevo capito che quella grossa cicogna non mi aveva portato in quella casa trasportandomi col becco - che storie sceme si raccontano ai bambini - avevo capito che non ero uscita dalla pancia della mia mamma né ci ero entrata grazie al MIO babbo...
Per strada piangevo e basta, poi cominciai a correre, sempre più forte. Mi cadde di mano la cartella verde bottiglia e il libro e il quaderno volarono fuori, rompendosi in due l'uno e sporcandosi in una pozza di acqua lercia l'altro, visto che come in ogni storia che si rispetti, stria triste o di paura, il temporale è sempre in agguato, prima o poi.
Quasi arrivata a casa, le gambe cominciarono a farsi pesanti. Non riuscivo più ad articolarle, lo stesso succedeva per le braccia. Che mi stava succedendo?
Le bambine adottate che scoprivano di essere state adottate non potevano più correre?
Mi guardai le mani, i piedi, il grembiulino a fiorellini, schizzato di mota e umidiccio che mi si appiccicava contro come una seconda pelle, impedendomi di respirare come si deve.
Mi stava stretto, come fosse di tre taglie più piccolo, sentivo le asole aprirsi e i bottoni premere dal cuore verso l'orizzonte marino. (Ohh!!! mica diventerò l'incredibile HULK??? Mi dissi...)
All'epoca avevo i capelli cortissimi: a causa dei pianti che facevo tutte le mattine per snodare il cespuglio mia mamma me li aveva fatti tagliare a zerovirgolauno.
Ad un certo punto misi una mano in testa... mi ritrovai in mano delle briciole. Nel frattempo ero arrivata a casa, la pioggia non cadeva più e finalmente il sole aveva spodestato le grigie nuvole. Notai dall'inizio della via che mia mamma mi aspettava sorridente sul balcone.
Come mi appariva diversa e strana, oggi. Aaveva i capelli sciolti sulle spalle e un vestito azzurro. I capelli col sole prendevano dei riflessi di un colore particolare. Non sapevo come si chiamasse quel colore, allora; dopo un solo giorno di scuola non potevo sapere tutti i colori, no?
Ma forse era solamente il riflesso del vestito?
Si affacciò anche il babbo. Lui, capelli e barba bianchi, mi sembrò vecchio quel giorno... con la pipa in una mano e un attrezzo da lavoro nell'altro (la raspa la chiamava lui!!!).
Ancora ero in preda ai singhiozzi stupiti del pianto di corsa ma quando li vidi ebbi voglia di ucciderli. Perché non mi avevano detto nulla?
Salii le scale, mamma mi abbracciò. Il babbo fece lo stesso e pigliandomi in collo, prima che io potessi cominciare a far domande inopportune, mi disse: "Allora, come è andato il tuo primo giorno di scuola, Pinocchia"?

Un saluto a tutti, mf :)



31 commenti:

sysjena ha detto...

....lo ricordo...o se lo ricordo....allora presi una bella cantonata...se non erro....:-)))))))

Buonwe Sab. Baci. Andrea

lostudente ha detto...

^____________________________^

metallicafisica ha detto...

Andrea: al tempo di dichiarasti "Dazed and confused":)**


Studente: se è un sorriso, benvenuto:)

nonsologeomangio ha detto...

eheheh

nasolunga ha colpito ancora! ;))))

luiperre ha detto...

cioè una in prima elementare al primo giorno va dalla maestra e dice: scusi, ci son dei lemmi a me sconosciuti...

proprio una pinocchiata!

liuis

(quielà frasassi)

e baci, va.

lotrovassi ha detto...

Pinocchio era maschio e di legno, mica femmina e di metallo. Qualche ragione ci sarà.

metallicafisica ha detto...

LOT: non cavillare:)*


Luis: il maestro Manzi insegnava un sacco di lemmi!:)*


geo: e tu pensa che volevo accorciarmi il naso, da piccola:)*

mestesso ha detto...

ma che a dorabile nasino Pella PamPina.... :)))****

luiperre ha detto...

ALT!

ho scoperto l'arcano

vecchiacapra non sei tu, anche se...

comunque scusiscusi

luiperre ha detto...

p.s.

appoggio lot!

la tavola di mendel non è uno scherzo.

mendel? ma, mi pare fosse proprio mendel... comunque un nome simile.

metallicafisica ha detto...

LUIS: vecchiacapra a chi? E la tavola periodica era di Mendeleev, non di Mandela:)... lascialo stare lot... è cavilloso;)*** (Mendel era quello dei piselli!)


Mestesso: parli come il papa?:)***

Epimenideblog ha detto...

Metafisica del tubo!

lotrovassi ha detto...

Ma no ! Luis si riferiva alla tavola da surf (in legno) di tale M. Endel, sfracellatosi sugli scogli di Duino nel 1908.


(bei tempi)

Skylark ha detto...

Questo è un racconto che va letto lemme lemme.


Il lemma di oggi del dizionario italiota, invece, può essere letto di corsa.

luiperre ha detto...

vecchietto illot eh... non ce lo facevo.

che poi cara mia che mi cavilli sulle finali guarda che si dice ET e non OT.

ET, quello di casacasa.

oppure UT che sta per uei ti!

come richiamo, no!?

uei ti, te fet? per dire.

ma tu t'itendi d'ortaggi?

che poi lui si chiamava così col muro, ma poi s'occidentalizza; sarai mica ierista separatista distaziatrice come una rondella, neh!

anonimo ha detto...

mi piace molto, ad anche io chioserei con un dazed and confused.


ps. bello "mota" per fango, credevo fosse prettamente toscano, della stessa risma di "princisbecco", "pe' indendessi"

cybbolo ha detto...

prima del finale a sorpresa stavo pensando di ribattezzarti Romola o anche Rema...;-))

anonimo ha detto...

Ciao Mf

oggi ce l'ho fatta Ti ho sbirciato di nuovo.

Il titolo è Battiatamente Franco il resto ... mi stupisce: Pinocchia, non credevo esistesse!

E' una rilettura della nostra mitologica infanzia in rosa, o meglio con le "quote rosa"?

A presto ...

PS:Quanno se compra il nuovo Mec, MAx?


E'tnas :-)***

(Sò du giorni che qui a PiazzadelPopolo me fanno morì crepato, e il Post ne risente)

anonimo ha detto...

Etna's: Pinocchia esiste, ed è la sorella gemella di Pinocchio:)*** (il nuovo mac è appena stato presentato... dai tempo al Max:)*


CYB: Rema no... si fatica a remare:)*


SILVIO: cco, io non sapevo cosa significasse "princisbecco":)*


LUIS: mi dici da due giorni che tipo di droghe assumi?:)*


SKY: lemma pure quando vuoi... pinocchia rimane qui:)*


LOT: antico!:)*


Epì: non ci sono i presupposti per fare causa alla Nothomb:)*

anonimo ha detto...

Noi non siamo noi... e ci cerchiamo

finchè scopriamo che non siamo noi a non essere noi, ma gli altri ad averci fatto crede che...

Bello e da rifletterci :-))

anonimo ha detto...

"rimaner di proncisbecco"="rimaner stupiti", eh! ;)***

anonimo ha detto...

SILVIO: ora è ancora più chiaro, grullino!:)*


Specchio: detto da te... grazie... rifletterò ancora:)*

luiperre ha detto...

doghe met, doghe!

lapalis sandro.

anonimo ha detto...

ah, una testa di legno?

ghghghgh

ozzo ha detto...

Sarà mica una bugia?

Zambini ha detto...

Saluti MEta :)

latendarossa ha detto...

Aah se Collodi leggesse questo post, chissà cosa direbbe. Sorriderebbe, contento. Ma le bugie un tempo non avevano le gambe corte? Le tue mi sembrano lunghe e slanciatissime ;)

Princy60 ha detto...

Ma... il tuo papà assomiglia a Geppetto e la tua mamma alla Fata Turchina? ;-)***

NYBRAS ha detto...

Pinocchiona! :D

Medicineman ha detto...

le bugie non esistono, esistono solo personali fantasiosi adattamenti della realtà. Per bravo professionista della bugia rivolgetevi a me con fiducia.

riccionascosto ha detto...

Da qualche parte una canzone diceva: "i sogni son desideri chiusi in fondo al cuor"

Che sogno è questo, sorellona?



Besos