Senza titolo 474

MetavventureBerlinesi (1991)

Correva il 1991... quello che mi accadde in una fredda giornata di novembre
è lungo, quindi divido in due puntate. Ah, un paio di voi l'avventura già la conoscono!
Buona giornata a tutti, mf



Berlino, Porta di Brandeburgo - Ph by Max®


Correva l'autunno del 1991, Max era stato invitato ad esporre le sue foto in una fotogalleria a Berlino, gestita insieme al ristorante attiguo da un ragazzo appassionato di fotografia e pittura che, non ricordo come, aveva contattato Max per proporgli questa mostra.
Si erano aggregate a noi due ragazze: un'artista di nobili origini (di quelle col cognome più lungo del PO, per capirci) cui Max aveva fatto il ritratto e che come lui esponeva una sua video-opera nella stessa galleria e una sua amica... entrambe più sciroccate della sottoscritta.
Al ristorante (i primi due giorni li abbiamo passati nei locali per allestire il tutto e a pranzo mangiavamo lì) conoscemmo uno dei ragazzi che lavorava come barman.
Si chiamava Hudson ed era un giovane ballerino brasiliano, all'occorrenza anche attore, che mi chiese se potevo fargli un po' di foto da poter usare anche come book per le agenzie.
Il soggetto era interessante... lui propose di fare le foto a casa sua la mattina successiva e così fu.
Mi diede il suo indirizzo e presi un autobus che passava giusto sotto l'appartamento dove io e Max alloggiavamo in quei giorni e si fermava a circa 100 metri dalla casa di Hudson.

Suono, entro e Hudson mi invita ad unirmi a lui e al suo compagno a far colazione...
bevo solo uno di quei caffè fatti con quegli strani filtri che fanno delicatamente schifo e mangio un biscotto... due chiacchiere, un po' in italiano un po' in inglese. Hudson e Karl parlavano tra loro in tedesco e l'unica frase che ricordo, almeno come suono onomatopeico, è kazzenkazzenzikaretten che sicuramente non significa nulla ma vi giuro che suonava così :)

Ci alziamo dal tavolo e andiamo nel soggiorno... faccio entrare luce a sufficienza per evitare di usare il flash, sistemo un po' la location e aspetto Hudson che nel frattempo si era andato a "cambiare".
Karl era rimasto in cucina credo.






Stavo mettendo la pellicola nella mia allora seminuova CONTAX quando arriva Hudson con indosso solo un perizoma (perizoma è eufemistico, meglio filo interdentale) leopardato che facendo una piroetta su se stesso e mostrandomi il suo lato migliore (aveva un culo splendido...!!!) mi fa "Quando tu vuole, cominciamo..."
Io vuole... io vuole subito... :)
In un angolo del salotto c'era un grosso pallone rosso, gli dico che mi piace molto e lui: "pensi che possiamo farci delle foto?"
"certo! dai, prendilo e cominciamo a fare qualche scatto con quello".
Hudson era bravissimo, non aveva nessuna "paura" dell'obiettivo, si muoveva come un giaguaro, praticamente danzava leggero con quella grande big babol...
Siamo andati avanti per un'ora circa senza fermarci mai...
Nel frattempo mi raccontava un po' della sua vita, della famiglia lasciata in Brasile, del suo inserimento a Berlino, della difficoltà di imparare la lingua... delle sue aspirazioni ecc ecc...
Voi non ci crederete ma fotografare stanca: mentalmente (e allora avevo ancora tutti i neuroni) e anche fisicamente (a 28 anni andavo come un eurostar).
Mi sbrigo altrimenti diventa un metallimito.







Finita la seduta fotografica ci sediamo a parlare sul divano... dopo qualche minuto ci raggiunge Karl e si mette in ginocchio davanti a Hudson e gli porge un pacchetto di cartine, mentre lui pensa a "lavorare" il pezzetto di fumo.
Ne esce un bel cannoncino che mi invitano a fumare con loro.
Al primo tiro per poco muoio... un masso mi era precipitato a caduta libera nei polmoni, il secondo va meglio... avrò fatto 4 tiri in totale.
La testa comincia a girare Motu Proprio ma di solito è normale... sistemo pellicole, obiettivi e Contax nella loro borsa e dico a Hudson che me ne sarei andata presto perché c'era Max che mi aspettava per finire l'allestimento e perché la testa mi girava non poco...
Lui si offre di accompagnarmi alla fermata dell'autobus, mi dice di aspettare che si rivesta, io mi fermo nel piccolo disimpegno all'entrata e comincio a sudare come una lumaca strizzata.
Mi chiedo che cazzo di roba ho fumato e comincio a farmi venire le paranoie. Chi te l'ha fatto fare, sono mesi che non fumi qualcosa che non sia nicotina... lo sai che poi la maggiorparte delle volte la testa si perde per strada e poi ancora: questi due non li conosci, sei a casa di un brasiliano col perizoma leopardato e di un tedesco che vive con un brasiliano col perizoma leopardato...
Mentre dissertavo sulla mia coglionaggine, intravedo i due ragazzi nella stanza da letto che stanno parlando... Karl se ne accorge e mi fa ciao con la mano, Hudson sorride e mi pare che il suo sorriso sia inquietante...
segue






Sabrina Manfredi - Hudson, Berlino 1991

Ora sudo come una mangrovia, i miei pensieri si fanno sempre più ansiosi... se fino ad allora il sorriso di Hudson mi era sembrato amichevole e affettuoso e tutto avevo pensato (considerando anche che ero in casa di due fidanzati) fuorché qualcosa di "strano".
Ora l'effetto del fumo (o di quello che fosse) mi stava decisamente mettendo in uno stato ansioso eccessivo (ecco il perché dell'eccessiva sudorazione).
E continuavo a delirare (ricordate, sempre con TUTTI i neuroni) li guardavo e mi dicevo...
Ecco, cazzarola! Mi ha fatto venire qui con la scusa delle foto perché mi ha visto tontolona (eppure non me lo credevo di dare quell'impressione!)... si è mostrato amichevole, ha fatto finta di essere gay, dicendomi che Karl era il suo fidanzato e compagno... è tutta una messa in scena...ora stanno là che confabulano, parlano di me lo so, ridono di me, aspettano che io sia collassata per prendermi e violentarmi e fare questo e quell'altro, magari Karl è figlio di un ex SS che odia gli italiani, ora mi legano come un salame e poi... ODDIO no... le immagini di me torturata di quei due in divisa Nazi mi perseguitavano.. la testa era una trottola, cercavo comunque di riuscire a respirare nonostante fosse difficoltoso...

Segue...