lunedì 7 novembre 2005

Senza titolo 772



Anni e anni fa...


Scrivevo queste cose...

Non ricordo l'anno nè era appuntato sul foglio da cui l'ho ricopiata ma credo facciaa sempre parte dei Deliri romani... quindi databile fra il 1989/1992...
Ho solo corretto qua e là qualche "errore di stile".

Buon lunedì a tutti, mf







Camminavo nella notte senza luna né ombre. La lite era stata furiosa. Come conseguenza della furia, un occhio pesto io e l'altro indenne.
Camminavo nella notte ora, senza paura, con il passo svelto come se avessi qualcuno dietro di me. Sentivo passi inesistenti, il turpiloquio a voce sottotitolata, il fantasma delle mie paure era in me... da anni e probabilmente per sempre.
Intravedevo la spuma bianca gettata con costanza, a riva, dalle onde ritmiche e ossessive.
In essa l'unico accenno di lucore.
Arrivai velocemente, ansimando, al piccolo porto antico, o a quello che di esso restava grazie a un attracco e un'ancora enorme, intrisa di alghe e la cui poca lucentezza metallica era ormai meta di licheni e conchiglie fossili.
Piangevo, sudavo e imprecavo. Se la forza me lo avesse concesso avrei legato una cima a quell'ancora e poi al mio piede sinistro. Avrei spinto tutto giù dalla roccia più alta, fino a toccare il fondo sabbioso e nerastro.
Volevo affondare in quel mare d'agosto, riempirmi stomaco e viscere con quell'acqua che aveva lo stesso sapore delle mie lacrime.
Provai. Non riuscii a trattenere l'impulso rabbioso e mortale che prende dopo la presa di coscienza di essere un umano, umano solo per se stesso.
Mi tuffai dalla roccia romana, con tutti i vestiti indosso e senza scarpe, unica testimonianza di un mio passaggio, prima dell'ultimo passaggio, sulla terra, sulla mia terra.
Ma... so nuotare molto bene, il mare era troppo calmo e troppo tiepido.
Onde fragorose e temperature fredde avrebbero di sicuro acuito il mio rabbioso stato di animale ferito. Quella quiete marina, già cantata da molti poeti, fra cui il mio fra i preferiti, fece come d'incanto un miracolo: la rabbia svanì e rivolsi la mia parte prima supina verso l'alto a cercar le stelle.
Eccomi ora, finto corpo morto in balia della corrente nera del mare e del cielo. Chiusi gli occhi per qualche minuto, il tempo di rivivere, ripercorrendoli con memoria acquatica, gli avvenimenti drammatici delle ultime ore.
Alzai il braccio e con la mano provai a toccare, assicurandomi che fosse ancora al suo posto, l'orbita del mio occhio dolorante.
Mentre tentavo di individuare Andromeda la decisione di invertire la rotta e tornare verso la mia terra si fece spazio tra il dolore e la calma del mare. Tutto ciò non fu possibile: il braccio si alzava dall'acqua ma in aggiunta alla normale resistenza fisica che si incontra dal basso verso l'alto fui presa da una nuova e strana sensazione.
Mi sembrò che il mio corpo non rispondesse più alla mia volontà ma ad una sua propria ed ebbi la sensazione che si stesse allungando, come se le cellule e i tessuti di cui era composto cominciassero ad espandersi.
Sentivo braccia e gambe allungarsi fino ad assumere proporzioni sconvolgenti.
Lo stesso stava facendo il mio collo, in parte immerso nell'acqua, e con lui il mio volto...
L'istinto mi impose di girarmi di nuovo con la faccia e la parte frontale in giù. Fu allora che vidi i miei occhi, immersi nell'acqua, farsi sguardo infinito dentro l'oceano e verso gli abissi più oscuri.
Tutta la fauna e flora marina, viste sempre e solo nei libri e sullo schermo era ora davanti ai miei occhi o al mio grande occhio, a me non più corpo solido.
Provai a guardarmi ma non mi trovai, mi cercai dietro le rocce, fra le alghe nascoste negli anfratti più bui, nelle pieghe tristi di onde solitarie, dentro i gusci delle conchiglie a spirale, magari a far compagnia ad un abitante solitario, anch'esso in cerca di una via di fuga.
Non mi trovai in nessun luogo ma sentivo di essere ovunque.
Dove ero? "Voglio tornare a riva", pensai mentre pensavo di urlare le stesse parole. Ma pensiero rimase perché le mie labbra e la mia bocca, custodi della mia voce terrestre, non sapevo più dove fossero.
Mi venne di nuovo da piangere, ma ero già lacrima.
Ero me Mare.

27 commenti:

yetiste ha detto...


splendido stile, assai aulico... preferisco la metafisica di oggi.

un salutone, ste

whydoc ha detto...

ne hai fatta di strada...


veramente bello, metafisico, brava sorellina


domanda: il mare è salato perchè la gente ci fa la pipi?

luiperre ha detto...

bellissimo!!!

ero me mare

come vorrei essere me mare!

anche essere me qualunque cosa sia me

ma, come tu dici, "non mi trovai in nessun luogo..." e ancora mi cerco!

ciao sabry.

metallicafisica ha detto...

luiperre: è un po' come tornare nel brodo primordiale, no?:-*


DOC: è salato perché non è un lago:)***


yetiste: un caro saluto a te:)***

sysjena ha detto...

Ci si cerca e non ci si trova, forse se ci facessimo trovare dagli altri...?? Dissolversi in mare...o dissolversi in cometa.....a te il cloruro di sodio, a me l'idrogeno e chissa'...se la fortuna aiuta...almeno un po' di elio...cosi' per ridere...:-))))))))

Buona settimana Sab....e sai se danno ripetizioni...??? Bacione. Andy

Brododidado ha detto...

ho gli occhi stanch e non riesco aleggermelo tutto..ma SONO TORNATO viv a frans.. viv parì!!!!!

Skylark ha detto...

Questo post suscita numerosi interrogativi. Vediamoli.


1) mi farebbe comodo sapere come si fa il turpiloquio a voce sottotitolata. Dici parolacce in tedesco mentre sotto scorre la traduzione?


2) “il mare era troppo caldo e troppo tiepido”.

Situazione tipica del mare romano. A me anzi è capitato anche di trovarlo troppo caldo, troppo tiepido e troppo freddo. E una volta perfino troppo umido.


3) “con memoria acquatica”. E’ quella che ti fa ricordare le cose solo quando nuoti?


4) “provai a toccare, assicurandomi che fosse ancora al suo posto, l’orbita del mio occhio dolorante”.

Al posto tuo non mi sarei preoccupato: l’orbita tende a restare al suo posto. E’ l’occhio che ogni tanto schizza fuori.


5) “non mi trovai, mi cercai dietro le rocce, fra le alghe nascoste negli anfratti più bui, nelle pieghe tristi di onde solitarie, dentro i gusci delle conchiglie a spirale…”


In acqua è facile perdersi. Uno nuota pensando ai cavoli suoi, si distrae e si perde. Per questo a mare mi porto sempre il cellulare; quando mi perdo mi telefono; appena rispondo mi domando: “dove sei?”, mi dico dove sono e mi ritrovo.


6) “sentivo di essere ovunque”.

Conosco un’altra persona che ha spesso questa sensazione. Non mi ricordo il nome ma sono quasi certo di averla studiata a catechismo.


7) “Ma pensiero rimase perché le mie labbra e la mia bocca, custodi della mia voce terrestre, non sapevo più dove fossero”.


Be’, ma sei proprio sbadata! Non te l’ha insegnato la mamma a tenere tutto nello stesso posto, invece di buttare le labbra da una parte, la bocca dall’altra, le tette da un’altra ancora?

saltino ha detto...

epperò... lo dico sempre che hai i numeri per i fuochi d'artificio, anche se ci rimetti qualche commento "gnè, gnè" ma vuoi mettere quanto sei bella?

metallicafisica ha detto...

saltì: grazie:)*


SKY: il calDo era un refuso e probabilmente anche tutto il resto:)))

ah, le tette le tengo sempre insieme, benché separate;)*


brodo: bentornato!***


SYS: le ripetizioni ormai costano l'ira di dio... già per le materie scolastiche, figuriamoci per quelle di "vita":)***

latendarossa ha detto...

Molto bello, mi è piaciuto un sacco (lo sai che di te prediligo questo genere di racconti). Un racconto "bagnato" che sa di salsedine e di tante altre cose. Brava Sabrina.

Conosci La mer di Debussy?

padrepaio ha detto...

Altro che fusione fredda!

Panteismo metallico in acqua pesante. :-)****

nonsologeomangio ha detto...

qui il mito entra in Sabrina e Sabrina entra nel mito... metallico!


Belle immagini, un solo interrogativo...

- t'aveva trasformato Zeus, ve'?

metallicafisica ha detto...

GEO: Zeus? naaaa, forse Poseidone:)*


PP: meglio la fusione fredda, dici?;)*


Marcello: Mi pare di non conoscerla, no... hai una tua esecuzione da farmi ascoltare?:)*

lefty333boy ha detto...

ot: SUN AT WORK:-) miao miao lick lick.. immagino che scrivevi benissimo all epoca..

good morning ghost MOtherrrrrrrrrrrr (holyghostSUN:)*********

lefty333boy ha detto...

no -un imprevisto--vado ora :-) cronometrami

lefty333boy ha detto...

CAZZO ma eri una scrittrice ver..( lo sei ancora;-) sembra un pezzo di cuningham dalle ore..una Virgina WOOLF UL ULff romana ..ma è una storuia vera? -no non lo è- mi ha ricordato un caso quando studiavo a Massiglia

metallicafisica ha detto...

LEFTY: esagerato... non è una storia vera... solo invenzione e non conoscevo nemmeno Cunningham, allora... e poi no che non sono una scrittrice, ma solo la tua mom:)***

Masso57 ha detto...

Sabry, te lo ripeto: tu sei una scrittrice prestata momentaneamente e casualmente alla grafica. Questo pezzo mi ha tenuto con l'angoscia di affogare....

Un abbraccio!

NYBRAS ha detto...

Io sono proprio affogato. :(

iostesso ha detto...

L'altra mattina su Radio Radio 2, hanno intervistato uno scrittore che fa il grafico.

Assolutamente interessanti le analogie tra i due "mestieri"

metallicafisica ha detto...

Iostesso: credo siano due mestieri forse con qualche analogia e forse che si possono compenetrare per qualche aspetto (perlopiù creativo) ma uno scrittore è uno scrittore e un grafico un grafico:)*


NYB: vuoi una ciambella?:)*


Masso: come per lefty= esagerato... è solo un "vecchio delirio":)***


lefty333boy ha detto...

e ce credo -lui l ha scritto moltoooooooooo dopooooooooo--ti ha copiato:-))

anonimo ha detto...

OT: Brava Sabrina si tratta proprio di Doisneau! :)

Domani ti mando via mail qualcosa di Debussy - purtroppo non una mia incisione! ;)

Marcello

Brododidado ha detto...

cristo vado semrpe di fretta...

anonimo ha detto...

Baaacio!!! Il delirio me lo leggo con calma - prima o poi provo a chiamarti, ho bisogno della saggezza metallica per un consulto! ;-)*******

metallicafisica ha detto...

Ecate: Saggezza? L'aria di Colonia ti fa male, eh?:)***


Brodo: fermati!***


Marcello: Grazie ma Max mi ha appena dato il cd con brani di Debussy fra cui quello da te citato:)***

luiperre ha detto...

dolce mi fu

il naufragar in questo mare...

(ricordo bene?)

insomma, esci che ti si curano mani e piedi!!